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sabato 25 aprile 2015

3352 - Commento al Vangelo del 12/4/2015, Domenica 2^ di Pasqua (Divina Misericordia)

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (20,19-31)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Non solamente molti atei pensano a un Dio inesistente. Comunque, per gli atei il fatto di pensare all'assenza di Dio è un’implicita ammissione della sua esistenza, anche se loro si rifiutano di credere. Mentre gli agnostici rimangono indifferenti e non si curano affatto dell’esistenza o meno di Dio.
Non volevo spiegare questo inizialmente, il riferimento agli atei l’ho introdotto per indicare moltissimi cristiani che non credono più in Dio.
Il Vangelo afferma che Tommaso nella prima apparizione di Gesù agli Apostoli era assente, come assenti sono molti cristiani che hanno conosciuto Gesù e forse in passato anche un po’ pregavano, poi hanno abbracciato la vita dissipata e hanno dimenticato e rifiutato -anche se a livello inconscio- l’esistenza di Dio.
L’assenza di Tommaso, potete comprendere molto bene, non è stata assolutamente casuale, Gesù vedeva e ascoltava tutto, nulla gli era ignoto, quindi, scelse di apparire quando Tommaso era assente per punire la leggerezza di questo Apostolo, rimasto molto legato alle sue opinioni e con il cuore un po’ indurito.
Gesù conosceva perfettamente i dubbi di Tommaso sulla sua Resurrezione, tanti dubbi presenti in lui nei tre anni di vicinanza a Gesù. Eppure aveva visto miracoli grandiosi, era stato presente ad avvenimenti inspiegabili.
Anche dopo la Resurrezione del Signore, Tommaso è rimasto con i suoi dubbi, per questo non è assolutamente un eroe della Fede.
Al contrario, Tommaso è il modello del discepolo inquieto e scettico, non è una bella figura almeno fino a quando si ricrede ed inizia una nuova vita, diventando un grande missionario del Vangelo. Con i suoi dubbi, frutto di una elaborazione mentale sempre molto soggettiva e distante dalla realtà, tanto che lo disorienta e la sua mente crede solo ciò che piace, Tommaso non è da imitare ma da superare.
È Gesù che indica la sua gravissima esitazione nell’accettare la Resurrezione: Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”. Non è un merito per Tommaso aver creduto dopo avere toccato le ferite del Signore, è un demerito, una scarsità di Fede a causa della sua inseparabile razionalità.
Chi immagina Tommaso come un modello di discepolo forte e pieno di Fede è fuori strada, o meglio, segue le teorie moderne che contrastano palesemente il Vangelo, in quanto sono ineccepibili le ammonizioni che Gesù rivolge a Tommaso. Non è un complimento questa affermazione: “Non essere incredulo, ma credente!”.
È incredulo chi è scettico, irreligioso, dubbioso. Con il suo comportamento Tommaso manifesta queste caratteristiche negative.
Con questo non sminuisco la disponibilità di Tommaso nel mettersi alla sequela di Gesù, la sua donazione a Dio, l’impegno giornaliero di fare quello che indicava il Maestro Divino. Non è sicuramente uno che trama contro Gesù, è la sua debolezza umana a bloccarlo nell’elevazione spirituale. Per lui è connaturale essere dubbioso, nonostante i tre anni di vicinanza a Gesù. Poi diverrà un grande Santo.
Allora Tommaso ci dice che la santità è possibile anche a quanti adesso sono deboli, fragili, inclini ai piaceri peccaminosi. Come lui devono però fermarsi dinanzi a Gesù e gridare con gioia: “Mio Signore e mio Dio!”. Questa professione di Fede emessa con profonda sincerità, sarà per molti il passaggio dalla vita perduta alla rinascita spirituale.
Dopo avere toccato le ferite di Gesù, nasce un nuovo Tommaso, la sua Fede sgorga veramente non tanto dal vedere Gesù, ma da un grande dolore. Qui Tommaso è un vero Apostolo, si pente amaramente dei dubbi e non riesce a bloccare il suo profondo dolore interiore.
Non è l’evidenza delle prove ma l’amore che porta Tommaso all’adorazione di Gesù e più tardi all’apostolato in India, ma portò il Vangelo tra i Persi e i Medi; evangelizzò pure i Parti, Ircani, i Battriani e gli Etiopici.
Per tutti è possibile ricominciare una vita di santità, anche se sembra impossibile può accadere quello che al momento rimane impensabile. Come Tommaso bisogna abbandonare le proprie illusorie opinioni, la convinzione di avere compreso tutto e di voler dire sempre l’ultima parola.
Non è male imparare ad ascoltare con rispetto quanto affermano gli altri e a riconoscere i propri errori e limiti.
Se la nostra Fede è ferma, su di essa si appoggerà quella di molti altri. È necessario che la nostra Fede in Gesù cresca giorno dopo giorno, che impariamo a guardare agli avvenimenti e alle persone come Lui li guarda, che il nostro agire nel mondo sia animato dalla vera dottrina del Signore.
Può succedere che talvolta anche noi siamo privi di Fede come l’Apostolo Tommaso.
Abbiamo bisogno di maggiore fiducia nel Signore di fronte alle difficoltà nell’apostolato, davanti ai fatti di cui non sappiamo vedere la dimensione soprannaturale, nei momenti di oscurità che il Signore permette perché si rafforzino in noi altre virtù.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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