§ 420. Frattanto, durante l'ottava dei Tabernacoli, si svolgeva ogni giorno la processione che andava ad attingere l'acqua alla fonte di Siloe (§ 76). L'ultimo giorno, ch'era il più solenne, Gesù prese occasione dalla cerimonia e ne fece un'applicazione a sé e alla sua dottrina: Se (alcuno ha sete, (venga) a me e beva! Di una certa acqua aveva Gesù parlato già alla Samaritana; ma anche nei secoli prima aveva parlato della stessa acqua un profeta facendo pronunziare a Dio questo lamento:Due mali ha commesso il popol mio: abbandonarono me, sorgente d'acqua viva, per scavarsi cisterne screpolate, cisterne che non serbano acqua! Anche questa volta Gesù aveva parlato ad alta voce in tono di dichiarazione solenne, e la dichiarazione riaccese tra la folla le dispute di pochi giorni prima. Degli ammiratori alcuni affermavano: Costui è davvero il profeta! Altri: è il Messia. - Gli avversari rispondevano: Macché Messia! Forse ché dalla Galilea viene il Messia? Non viene forse da Beth-lehem, come discendente di David? - Le guardie del Tempio tentarono nuovamente d'impadronirsi di Gesù, ma rimasero interdette dalla sua potenza spirituale. Rimproverate dai magistrati e dai Farisei di non averlo arrestato, risposero con semplicità: Giammai un uomo parlò in tal maniera come parla quest'uomo! (Giov., 7, 46). I Farisei replicarono sarcastici: Anche voialtri sareste forse rimasti ingannati da lui? Guardate invece se alcuno dei maggiorenti, o di noi Farisei, ha creduto in lui! Ma questa folla, che non conosce la Legge, è tutta di maledetti! - I maledetti della folla, che ammiravano Gesù, costituivano l'abominevole “popolo della terra” (§ 40). Alla discussione prese parte anche il cauto Nicodemo, rimasto “fra color che son sospesi” (§ 290). Ebbe egli il coraggio di appellarsi alla legalità osservando: Forseché la nostra Legge giudica l'uomo, se non l'ha in precedenza ascoltato e non ha conosciuto ciò che fa? - Ma anche a Nicodemo fu risposto col sarcasmo: Sei forse pure tu della Galilea? Fa' ricerche e ti convincerai che dalla Galilea non sorge profeta! - Lo spirito regionalista dei Giudei faceva da avanguardia allo spirito nazionalista dei Gentili; l'uno e l'altro concorderanno più tardi nel sentenziare che “dalla Galilea non sorge profeta”, e pronunzieranno la loro sentenza senza prima ascoltare l'imputato e senza indagare ciò che ha fatto.
§ 421. Un'altra circostanza della festa offrì occasione a Gesù per presentare se stesso e la sua dottrina. Fin dai vespri del primo giorno dei Tabernacoli il popolo accorreva all'atrio esterno del Tempio recando rami di palma, mirto e salice; appena calavano la tenebre, i sacerdoti accendevano grandi lampade appese ad altissimi candelieri, e subito la folla accendeva innumerevoli altri lumi d'ogni genere. Fra questa luminaria si svolgevano festeggiamenti giocondi, in cui tenevano il primo posto danze eseguite nel mezzo dell'atrio, mentre i Leviti schierati sui gradini dell'atrio interno cantavano inni sacri: le danze erano eseguite specialmente dai maggiorenti della nazione e dai dottori più famosi, che facevano a gara nel danzare il più a lungo possibile tenendo fiaccole ardenti in mano. I bagliori di quella gaia notte rimanevano negli occhi delle folle festanti anche durante l'ottava seguente, e in uno di quei giorni Gesù applicò la cerimonia a se stesso. Qual giorno fosse, non ci viene detto; ma se Giovanni (8, 12-59) colloca questo episodio dopo gli altri della stessa festa, fa ciò probabilmente perché vede in esso un'opportuna preparazione all'episodio successivo del cieco nato, che riceve la luce da Gesù. Un giorno dunque, trovandosi nell'aula del Tesoro attigua all'”atrio delle donne” (§ 47), Gesù disse ai Giudei: Io sono la luce del mondo. Chi segue me non cammina nella tenebra, bensì avrà la luce della vita. Come prima aveva parlato dell'acqua riferendosi alla cerimonia dei Tabernacoli, così adesso parlava della luce con analogo riferimento. I Farisei gli risposero che nessuno era tenuto a prestargli fede, perché egli rendeva testimonianza a se stesso, e la sua testimonianza non era verace. Ne seguì una disputa in più riprese (cfr. Giov., 8, 20-21 con 8, 30-31), che dovrà essere letta per intero nel testo originale. Le affermazioni fondamentali di Gesù sono le seguenti.
§ 422. La testimonianza di Gesù è garantita dal suo Padre celeste; ma i Giudei non conoscono il Padre, perché non conoscono Gesù. Intanto il tempo stringe: Gesù si allontanerà per sempre dai Giudei, ed essi moriranno ostinati nel peccato di non aver riconosciuto la sua missione. Essi sono dalle cose di giù e del mondo; Gesù èdalle cose di su e non del mondo. A questo punto i Giudei, ironicamente, gli rivolgono la stessa domanda già rivolta a Giovanni il Battista dalla loro ambasceria (§ 277): Tu chi sei? Gesù risponde: In primo luogo, (io sono) ciò che appunto vi sto dicendo; la frase evita una dichiarazione precisa e netta, la quale invece è aspettata dai Giudei per poter scendere subito a violenze contro Gesù, come di fatto avverrà alla fine della discussione. Eppure - prosegue Gesù - quando i Giudei avranno innalzato il figlio dell'uomo allora conosceranno che egli è “il figlio dell'uomo”, fedele esecutore della missione ricevuta dal Padre. Questa totale dedizione alla volontà del Padre colpisce molti uditori, i quali credono in lui. Ai nuovi credenti si rivolge poi Gesù, ma subito interloquiscono altri presenti che gli sono rimasti avversi. Accettando gl'insegnamenti di Gesù - dice egli - si ottiene la vera libertà, e questa consiste non già nell'essere discendenti di Abramo bensì nell'affrancamento dal peccato. Chi è vero discendente di Abramo compia le giuste opere di Abramo, e non cerchi di uccidere Gesù inviato dal Padre celeste. Non basta proclamarsi - come fanno gli avversari - figli d'Iddio, bisogna anche amare Gesù ed accettare i suoi insegnamenti, perché egli è uscito da Iddio e inviato da lui; chi non ascolta le parole di Gesù dimostra d'avere per padre il diavolo che fu omicida da principio ed il padre della menzogna. Se Gesù dice la verità, perché non gli si crede? Chi può convincere lui di peccato? Chi è da Dio, ascolta i detti di Dio; ma per questo gli avversari non ascoltano Gesù, perché non sono da Dio.
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