mercoledì 8 luglio 2009

325 - E Giuda l'Iscariota, che poi lo tradì

Sant'Ambrogio (circa 340-397), vescovo di Milano e dottore della Chiesa
Commento al vangelo di Luca, V, 44-45 ; SC 45, 199

"Cristo chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici" (Lc 6,13), per mandarli, seminatori della fede, a diffondere il soccorso e la salvezza degli uomini nel mondo intero. Notate questo piano divino: non scelse né dei sapienti, né dei ricchi, né dei nobili, bensì dei peccatori e dei pubblicani per mandarli, affinché non appaia che essi siano stati trascinati dall'abilità, riscattati dalle ricchezze, attirati alla sua grazia dal prestigio del potere e della notorietà. Ha fatto così affinché la vittoria venisse dalla fondatezza della verità, e non dal prestigio del discorso.
Anche Giuda viene scelto, non per sbaglio bensì con cognizione di causa. Com'é grande questa verità che non può essere indebolita nemmeno da un servo nemico! Quale espressione del carattere del Signore, che preferisce compromettere ai nostri occhi il suo giudizio che il suo amore!
Ha assunto la debolezza umana e non ha rifiutato nemmeno questo aspetto della debolezza umana. Ha voluto l'abbandono, ha voluto il tradimento, ha voluto essere consegnato dal suo apostolo, perché tu, se un tuo compagno ti abbandona, se un tuo compagno ti tradisce, accetti con calma questo errore di giudizio e lo sperpero della tua bontà.
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