giovedì 14 maggio 2009

216 - Tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a v

Tertulliano (155? - 220?), teologo
De praescriptione, 20-21 : CCL 1, 201-203

Cristo Gesù, Signore nostro, per tutto il tempo che visse sulla terra manifestò chi egli era, chi era stato, qual era la volontà del Padre. Questa rivelazione la fece apertamente al popolo e separatamente ai discepoli, fra i quali scelse i Dodici, come partecipi del suo magistero universale. Perciò, escluso uno di loro, sul punto di ritornare al Padre, dopo la risurrezione, ordinò agli altri Undici di andare e di ammaestrare le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (Mt 28,19).
Gli apostoli – il cui nome significa « mandati » – sorteggiarono come dodicesimo del loro gruppo Mattia al posto di Giuda e ciò in ossequio all'autorità profetica del salmo di Davide (108, 8). Avendo ricevuto, secondo la promessa, lo Spirito Santo che doveva renderli capaci di fare i miracoli e predicare, testimoniarono la fede in Gesù Cristo prima in Giudea e poi in tutto il mondo, istituendo ovunque chiese particolari. Ovunque fecero risuonare il medesimo insegnamento e annunziarono la medesima fede...
Che cosa poi gli apostoli abbiano predicato, cioè che cosa Cristo abbia loro rivelato, non può essere altrimenti provato che per mezzo delle chiese stesse che gli apostoli hanno fondato, e alle quali hanno predicato sia a viva voce, sia in seguito per mezzo di lettere. Perciò, ogni dottrina che si accordi con queste chiese apostoliche, madri e fonti della fede, deve essere ritenuta vera in quanto contiene ciò che le chiese hanno ricevuto dagli apostoli, gli apostoli da Cristo, e Cristo da Dio.

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