domenica 3 maggio 2009

190 - Il buon Pastore

Giovanni Paolo II
Omelia per il XXV anniversario di pontificato (16 ottobre 2003)

"Il buon pastore offre la vita per le pecore" (Gv 10,11). Mentre Gesù pronunciava queste parole, gli Apostoli non sapevano che parlava di se stesso. Non lo sapeva nemmeno Giovanni, l'apostolo prediletto. Lo comprese sul Calvario, ai piedi della Croce, vedendolo offrire silenziosamente la vita per "le sue pecore". Quando venne per lui e per gli altri Apostoli il tempo di assumere questa stessa missione, allora si ricordarono delle sue parole. Si resero conto che, soltanto perché aveva assicurato che sarebbe stato lui stesso ad operare per mezzo loro, essi sarebbero stati in grado di portare a compimento la missione. Ne fu ben consapevole in particolare Pietro, "testimone delle sofferenze di Cristo" (1 Pt 5,1), che ammoniva gli anziani della Chiesa: "Pascete il gregge di Dio che vi è affidato" (1 Pt 5, 2).
Nel corso dei secoli i successori degli Apostoli, guidati dallo Spirito Santo, hanno continuato a radunare il gregge di Cristo e a guidarlo verso il Regno dei cieli, consapevoli di poter assumere una così grande responsabilità soltanto "per Cristo, con Cristo e in Cristo".
Questa medesima consapevolezza ho avuto io quando il Signore mi chiamò a svolgere la missione di Pietro in questa amata città di Roma e al servizio del mondo intero. Sin dall'inizio del pontificato, i miei pensieri, le mie preghiere e le mie azioni sono state animate da un unico desiderio: testimoniare che Cristo, il Buon Pastore, è presente e opera nella sua Chiesa. Egli è in continua ricerca di ogni pecora smarrita, la riconduce all'ovile, ne fascia le ferite; cura la pecora debole e malata e protegge quella forte (Ez 34,16).
Ecco perché, sin dal primo giorno, non ho mai cessato di esortare: "Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà!". Ripeto oggi con forza: "Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!" Lasciatevi guidare da lui! Fidatevi del suo amore!

Nessun commento:

Posta un commento

Comunque tu sia arrivato fino qui, un tuo commento è gradito, si può dissentire ma non aggredire, la costruzione è preferita alla distruzione..