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domenica 18 febbraio 2018

SC 72 Commento al Vangelo del 18.02. 2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Marco (1,12-15)
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da satana. Stava con le bestie selvatiche e gli Angeli Lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il Vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Gesù non aveva bisogno di ritirarsi nel deserto per stabilire come intraprendere la sua missione per la diffusione del Vangelo. In questo suo ritiro scorgo, senza alcuna meraviglia d'altronde, la solenne serietà con cui si apprestava ad intraprendere la missione salvifica per eccellenza, appunto la Redenzione del mondo.
Non andò nel deserto per qualche giorno magari portandosi abbondante cibo, non andò a riposarsi o a schiarire i suoi propositi perché essendo Dio tutto gli era ed è adesso presente. Il suo ritiro nel deserto fu voluto per fare penitenza come Uomo e dialogare intimamente con il Padre, in preparazione del suo avvincente e straordinario apostolato.
Gesù ovviamente godeva della ininterrotta visione beatifica, ma aveva e ha anche la natura umana, docilmente assimilata alla natura Divina. Dio, in Gesù Cristo, ha realmente assunto la totalità dell’essere umano -ovviamente eccetto il peccato- quindi anche una volontà umana.
Non può nascere alcun problema su un ipotetico dualismo tra le due nature. Ogni uomo trova la sua unità, l’integrazione di se stesso, la sua totalità non in se stesso, ma superando se stesso, uscendo da se stesso. Così, anche in Cristo, uscendo da se stesso, l’uomo trova in Dio, nel Figlio di Dio, se stesso.
Questa impostazione non è una considerazione filosofica, si realizza pienamente nella vita concreta di Gesù, soprattutto nel dramma del Getsemani. Quanto avvenuto nell’ora più difficile di Gesù, la sua terribile agonia, l’angoscia della morte, l’opposizione tra la volontà umana di non morire e la volontà divina che si offre alla morte, si realizza tutto il dramma umano, il dramma della nostra redenzione.
Le Scritture dicono che Adamo con il suo “no” a Dio era convinto di avere raggiunto l’apice della libertà, e oggi sono molti a pensare di essere liberi dicendo “no” a Dio, “no” all’osservanza dei Comandamenti.
In questo modo si illudono di raggiungere la condizione di uomini liberi, considerano realizzata la loro libertà. Con il “no” a Dio l’uomo pensa di essere finalmente se stesso, di avere raggiunto il culmine della libertà.
Nel dramma del Getsemani quando la Volontà umana di Gesù avvertì l’orrore della Passione che Lo attendeva, la sofferenza terribile, feroce e sanguinosa mai subita da un essere umano, Egli è stato forte e ha vinto la tendenza della natura umana che rifugge qualsiasi sofferenza, superando il “no”con queste parole: “Padre mio, se questo calice non può passare da Me senza che Io lo beva, sia fatta la tua volontà” (Mt 26,42).
Nell’agonia di Gesù, l’uomo scopre che il massimo della libertà è il “sì” a Dio, senza riserve per conformarsi alla Volontà di Dio.
Il cristiano diventa realmente se stesso quando sceglie quello che gli indica Dio nei Comandamenti, nelle parole chiari e amorevoli del Vangelo. Chi rimane con la mentalità del vecchio Adamo rimane solo e si priva di grandi Grazie ed aiuti soprannaturali.
Ognuno di noi è libero delle sue scelte, quindi chiude il suo cuore a Dio quando non Lo segue, ma trova spalancata la porta del Cuore Divino quando segue la sua Legge. Nel “si” l’uomo unifica la sua volontà con quella di Dio, l’uomo diventa immensamente “divino”.
L’uomo di oggi vuole essere completamente libero, ma è anche schiavo dei suoi capricci, degli istinti che non controlla perché privo della vera spiritualità, non è “divino” perché non vive a contatto con il sacro, oppure si confessa per paura dell’inferno e rimane sempre immaturo, orgoglioso e folle per la ripicca che si illude di fare ad altri.
La mente di ogni persona è un enigma, rimane tranquilla solo la persona che ha molto chiari i valori cristiani e li osserva senza tentennamenti. I corrotti e i cattivi non sono mai tranquilli nelle loro bugie, nelle loro truffe, nei loro comportamenti ambigui. La loro indifferenza non fa dimenticare gli errori commessi e li coprono con la continua recita ambigua.
Il turbamento interiore che si sviluppa in modo automatico quando la coscienza si “tinge” di sporco o diventa ancora più nera, porta uno scombussolamento psichico devastante e stravolge anche le più forti certezze. Questo dimostra che la persona non solo non si conosce, neanche vuole conoscersi per il terrore di incontrarsi con un’altra persona…
Da dove dunque arriva la vera pace e la gioia della vita? Solo dal Signore Gesù.  
Oggi ci dice che è indispensabile per ognuno pregare prolungatamente in una zona silenziosa della propria casa, meglio ancora trascorrere anche qualche ora in un luogo sacro e silenzioso. Il silenzio interiore ed esteriore favorisce l’ascolto di Dio, proprio nella preghiera contemplativa lo Spirito ci induce a compiere le opere buone.
Nella preghiera prolungata si scopre con maggiore facilità la tentazione, si individuano i diavoli pronti a deviare tutti verso il male.
Gli atei e tutti gli indifferenti verso il sacro sono apparentemente non tentati dai diavoli, in realtà sono dominati dai diavoli ed eseguono quasi sempre quanto comandano i diavoli. Questo succede anche ai cristiani, avviene a tanti che stupidamente e ottusamente si convincono che le scelte di vita sono sempre giuste perché è quello che pensano.
I diavoli trionfano anche su molti cristiani e hanno la capacità di far credere a questi di essere liberi, migliori, di fare tutto bene.
I diavoli tentano ognuno di noi proprio come fecero con Gesù, insinuano la tentazione approfittando delle necessità e delle debolezze della natura umana. Il Vangelo ci insegna di tenerci all’erta con noi stessi e nei confronti delle persone che più abbiamo l’obbligo di aiutare, specie nei momenti di debolezza, di stanchezza, quando si attraversa un brutto periodo.
I diavoli probabilmente intensificano proprio allora la loro azione per sviare le nostre vite su cammini lontani dalla Volontà di Dio.
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