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domenica 3 dicembre 2017

SC 1 Commento al Vangelo del 3.12. 2017 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

Il Natale è un Tempo liturgico improntato sulla gioia per l’attesa del Bambino Divino, anche un momento di profonda riflessione proprio sulla sua venuta in mezzo a noi. L’ingresso in questo mondo di Dio in un Corpo umano spiazza tutti ed è importante approfondire questa conoscenza.
Nella meditazione della Parola di Dio, lo studio di quanto Gesù ci ha rivelato, si riconosce chi Lo ama e dedica parte del suo tempo nell’approfondimento questo evento unico. Il Natale non è affatto una festa pagana come l’opulenta società lo ha trasformato, per i veri cristiani rimane l’avvenimento clou dell’anno.
Anche se nella Pasqua troviamo tutte le ragioni dell’Incarnazione di Dio, del suo ingresso in questo derelitto mondo per liberarlo dal peccato d’origine, dalla schiavitù di satana e per insegnare cosa fare per raggiungere la vita eterna, dato che con la sua Risurrezione ha riaperto il Paradiso, a Natale c’è un mistero straordinario da contemplare.
Dio che si fa Bambino per fare la nostra stessa esperienza e nobilitare la famiglia, oggi bistrattata e variegata…, deve attrarci come nessuna altra cosa, ma questo innamoramento del Natale c’è dove esiste un autentico cammino di Fede.
Non tutti i cristiani conoscono la Via sicura del Vangelo, infatti la debolezza dei tiepidi li porta a seguire nuove dottrine non cattoliche. Non tutti, quindi, conoscono la vera Fede e si affidano all’ascolto delle omelie, così spesso succede che a Natale non si mette al centro l’Incarnazione di Dio, questo mistero viene spiegato con le categorie moderniste, e perde molto ciò che rappresenta uno dei misteri principali della nostra Fede.
L’Avvento è un Tempo forte e prepara all’incontro della Notte di Betlemme, in questo breve periodo i veri seguaci di Gesù si preparano interiormente con molto interesse e pregano di più, leggono meditazioni sul Natale e rimangono in silenzio per ascoltare la sottile voce di Dio.
Lo Spirito Santo si fa sentire solo nel silenzio interiore ed esteriore, è quasi impossibile in altri contesti perché l’anima necessita di silenzio e Dio può farsi ascoltare quando non ci sono altri rumori principali. L’anima può assimilare solo nel raccoglimento e senza dispersione dell’attenzione e delle energie.
Da oggi fino alla Notte di Natale facciamo l’esperienza della veglia, non tanto notturna, è la veglia su noi stessi, per conoscerci e migliorarci, per incontrare il Bambino con una nuova visione della vita, un modo di pensare diverso dal passato e simile a quello di Gesù.
È una grande Grazia avvicinarsi alla mentalità del Signore, assimilare i suoi sentimenti, fare esperienza della sua gioia e piangere con Lui per le anime che si dannano eternamente. Questa è la migliore preparazione in questo Avvento, e noi non vogliamo sperperare il momento prezioso di cui disponiamo per crescere e farci trovare migliori quando Egli si trova nel trono della mangiatoia.
Chi ama veramente il Natale di Gesù lo vive con molta spiritualità, non pensa eccessivamente ai regali da comprare, non incentra questa solennità sull’aspetto umano e festaiolo, non dedica delle ore ogni giorno a girare per i negozi per comprare quei regali che devono sbalordire i familiari e gli altri.
È vero che per molti il Natale si identifica solo con il regalo che deve sbalordire… se non sbalordisce si rovina la festa!
Anche i cristiani cadono in questa trappola e non si accorgono che Gesù nasce la Notte di Natale e benedice solo quelli che Lo attendono.
Non Lo attendono, sicuramente, quanti si preoccupano solo della festa e i fan dei regali, così mentre Gesù cresce, essi rimangono a brontolare per i regali, litigano anche per il colore della cravatta o per il maglione troppo largo.
Possiamo capire i pagani che cercano nel Natale solo una gratificazione umana, per i cristiani è incoerente dimenticare Gesù per i regali.
Certamente il Natale è anche la grande festa della condivisione del cibo e dello scambio dei regali, non c’è alcun problema, ma non devono essere al primo posto. La mentalità del mondo non rappresenta il nostro Natale e i cristiani lo festeggiano come riconoscimento della nascita di Gesù Bambino.
“Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento”. Trasformare il Natale in un festino mondano è il crollo della Fede del cristiano, egli così non veglia su di sé e non riconosce il tempo della venuta del padrone, come ci dice la parabola. Non attende Cristo e finirà per avere terrore, impazienza e confusione, come un servo impaurito del suo padrone.
I veri cristiani attendono Gesù nella gioia, sia a Natale sia quando verrà per l’incontro definitivo. Saranno sempre pronti. Attendono meditando il significato dell’Avvento, accolgono Gesù con grande partecipazione e questo li rende migliori, si trasformano in persone buone, umili e spirituali.
Gesù non vuole vedere i suoi seguaci addormentati. Non sono addormentati quelli che vegliano nello spirito, che a Natale festeggiano la sua nascita con ringraziamenti e Lo accolgono come Dio che mettono al centro della vita.
Natale è anche la gioia di festeggiare con le persone care, è un momento di aggregazione che può trasformarsi in elevazione spirituale.
Il Natale contempla anche regali e una festa serena, piena di amore, bontà e perdono per chi sbaglia, ma tutto deve volgere su Gesù Bambino!
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