Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

CIAO A TE !!

Nulla è più urgente nel mondo d'oggi di proclamare Cristo alle genti. Chiunque tu sia, puoi, se vuoi, lasciare un tuo contributo, piccolo o grande che sia, per dire, comunicare, annunciare la persona di Gesù Cristo, unico nostro salvatore. Uno speciale benvenuto a LADYBUG che si è aggiunta di recente ai sostenitori ! *************************************************** Questo blog è sotto la protezione di N.S. Gesù Cristo e della SS Vergine Maria, Sua Madre ed ha come unica ragione di esistere di fornire un contributo, sia pure piccolo ed umile, alla crescita della loro Gloria. ***************************************************



Con Cristo non ci sono problemi, senza Cristo non ci sono soluzioni.

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venerdì 31 ottobre 2014

3272 - Commento al Vangelo del 30/10/2014

+ Dal Vangelo secondo Luca (13,31-35)
In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, Io scaccio demoni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente Io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Gesù si trova sulla strada per Gerusalemme e dopo l'ascolto dell'avviso molto interessato di alcuni farisei che vogliono dissuaderlo e così vietargli di andare nella città santa, risponde inviando una richiesta perentoria a Erode. Gli fa sapere che non lo teme e che deve lasciarlo predicare per alcuni giorni senza mettere ostacoli né inviare i suoi soldati.
Gesù gli fa sapere che non solo predica, compirà anche miracoli, "Io scaccio demoni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta". Il suo è un linguaggio ben definito, risoluto, inequivocabile, non scende a compromessi né cerca l'ammirazione di Erode.
Gli fa dire di lasciarlo tranquillo nella sua predicazione.
Questo linguaggio puro, chiaro e deciso deve essere utilizzato dai cristiani, non solo quando si parla delle cose di Dio, è richiesto sempre questo atteggiamento onesto e veritiero. Si deve riflettere sulla necessità di vincere l'ipocrisia, di rifiutare le bugie anche quelle piccole, di comportarsi in ogni circostanza con retta intenzione.
L'esame di coscienza deve portarci alla meditazione del nostro linguaggio, se utilizziamo parole inventate o si dicono falsità per abitudine o rispetto umano. La costruzione della vita spirituale gradita a Gesù inizia da queste considerazioni, che diventano lotte quando c'è lo sforzo di cambiare modi di fare e quei comportamenti poco evangelici.
Dinanzi all'avviso dei farisei altri avrebbero reagito in svariati modi, con la fuga da Gerusalemme, l'imprudenza di sfidare Erode, le bugie per non far conoscere i programmi, la superficialità che minimizza un pericolo incombente. La mancanza dello Spirito Santo e il poco discernimento, portano a sottovalutare le cose importanti e a dare interesse alle cose insignificanti.
Quanti cristiani corrono dietro a cose senza importanza ma da essi sopravvalutate e considerate più della perla preziosa?
I credenti troppo sicuri di sé sono un grande dolore per Gesù, piange per essi come fece per Gerusalemme che non Lo accolse e lo rifiutò come Messia. Il pianto di Gesù sulla città santa lo esprime con parole accorate e piene di delusione:"Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!".
Quale grande responsabilità per i capi del Tempio, per quanti hanno proibito a Gesù di predicare la dottrina di salvezza. Avviene ancora oggi questo impedimento e non arriva dall'esterno, le proibizioni sono sempre all'interno della Chiesa. Avviene che un parroco sia sfavorevole ad incontri di preghiera nelle case private della parrocchia mentre rimane in silenzio e non avvisa i fedeli sulle visite dei testimoni di Geova che suonano ad ogni portone.
Un silenzio immotivato in questo caso, mentre dovrebbe fare silenzio e non ostacolare i fedeli che pregano. Dovrebbe parlare con la sua presenza periodica nelle case dove pregano i parrocchiani e animarli a continuare e ad allargare questi incontri dove recitano il Santo Rosario.
Sono innumerevoli i silenzi che tradiscono Gesù e si pronunciano tante parole inopportune. In questo tempo molti compiono il contrario del Vangelo e la confusione aumenta, si è arrivati al punto di spacciare il peccato come un bene.
"Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi!".
La Chiesa sembra abbandonata ma non da Dio, quanti seguono i progetti umani utilizzano un linguaggio mieloso e non sincero.
  
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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3271 - Tre giorni

In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”». (Lc 13, 31-35)

L’opera di Gesù si svolge in tre giorni. Tutto ciò che Egli vive negli anni della vita pubblica anticipa infatti i tre giorni della Passione, Morte, Risurrezione: i giorni della consegna al Padre e dell’amore per gli uomini. 
Gesù non ha altro scopo se non vincere il male con la potenza di Dio e salvare gli uomini. Gerusalemme è il luogo del compimento. 
E’ struggente l’amore di Gesù per questa città che racchiude in sé il destino dell’intero mondo. Gesù attua una sorta di combattimento con la città che lo accoglie e lo respinge, lo ama e lo odia: la città della sua morte e risurrezione. 
Gesù agogna il giorno nel quale anche Gerusalemme, così come ogni uomo della terra, lo benedirà finalmente alla sua ultima venuta.
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martedì 28 ottobre 2014

3270 - Commento al Vangelo del 28/10/2014

+ Dal Vangelo secondo Luca (6,12-19)
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da Lui usciva una forza che guariva tutti. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
"In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio". Abbiamo già incontrato questo brano e ho evidenziato l'incongruenza del testo, perché Gesù non poteva pregare Dio, semmai il Padre. C'è grande illogicità in questa nuova traduzione della Bibbia, viene utilizzata da tanti fedeli che forse trascurano questa contraddizione, ma inconsciamente qualcosa di imperfetto rimane.
Per non sbagliare il vero significato biblico e non cadere in altri brani mal tradotti, ricorro sempre alla traduzione biblica della CEI del 1974 e vi trovo la corretta Parola di Dio. Infatti lo stesso versetto lo traduce così: "In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione"Qui non si cade nella incoerenza biblica, attesta che Gesù trascorse la notte in preghiera e non che pregava Dio.
Queste situazioni danno l'idea che la Parola di Dio non viene trattata con la dovuta attenzione, anche da queste confusioni qualche credente si allontana gradualmente dalla Chiesa o dalla preghiera. Non è solamente questa traduzione imprecisa a causare l'allontanamento, ma concorre ad allontanare il fedele dalla preghiera per la confusione che si crea.
I credenti necessitano di sostegni, vogliono essere ascoltati per esternare varie problematiche e chiedere consigli, ma se non c'è questa disponibilità nelle parrocchie, non c'è neanche la corretta formazione alla sana dottrina del popolo di Dio. Leggendo il versetto che abbiamo considerato, i meno preparati possono convincersi che Gesù sia inferiore a Dio.
Ma Gesù è Dio.
La grande confusione nella Chiesa disorienta tantissimi credenti, essi non trovano con chi confrontarsi ma è anche vero che sono pochi quelli che cercano con vero interesse una guida spirituale. Pregate per incontrare buoni Sacerdoti nelle vostre zone per confessarvi spesso e confrontarvi periodicamente.
In questi giorni ho scritto sull'abbattimento e mi arrivano molti messaggi che confermano questa grave difficoltà spirituale. Sono dispiaciuto per tutti quelli che cadono nell'abbattimento, ma la responsabilità è personale per la mancata reazione ai pensieri che affliggono e non lasciano intravedere nulla di buono.  Quasi sempre sono i diavoli a porre questi pensieri nella mente e i più deboli rimangono a riflettere per poi cadere nello scoraggiamento.
Proprio in questi momenti occorre vivere la Fede e reagire con prontezza, sia pregando che ripetendo mentalmente il contrario dei pensieri che hanno portato lo scoraggiamento. È una lotta senza sosta, chi si ferma e non reagisce finisce per cadere nel trappolone di satana, la sua spiritualità si indebolisce sempre più e non migliorerà mai.
Il Vangelo ci dice che Gesù può liberare dalle ossessioni, quella ripetizione di pensieri che si formano nella mente e diventano quasi una fissazione. "Da Lui usciva una forza che guariva tutti". Gesù può liberarvi da qualsiasi tormento ma bisogna chiederlo ripetutamente, non si deve tralasciare, perché la caduta diventerebbe sempre più rovinosa.
Questo scoraggiamento indebolisce pesantemente la Fede e la preghiera diventa tiepida, quasi meccanica perché manca l'elemento fondamentale: l'amore. Non è amore solo perché si pensa a Gesù, infatti si può pensare al diavolo ma non si ama. L'amore verso Gesù nella preghiera si prova quando si avverte interiormente la sua presenza, quando c'è la sicurezza che Lui ascolta.
Anche gli Apostoli hanno compiuto il cammino di formazione, i Santi Simone e Giuda Taddeo ci indicano che tutto è possibile.
La forza di Gesù visita e guarisce i credenti che Lo invocano, quelli che lasciano la vita viziosa per rinascere nel suo Amore.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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3269 - Bastano i nomi

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti. (Lc 6,12-19)

Chiamati. Chiamati per nome uno ad uno. 
I dodici sono persone che ormai si stagliano grandiose nel nostro immaginario, come Pietro e Giovanni e Tommaso, e anche Giuda. Oppure persone la cui fisionomia quasi svanisce dentro il nome, come Simone e l’altro Giuda, forse accomunati per la loro scarsa rilevanza. 
Tuttavia questo secondo Giuda fa una domanda importante a Gesù ed è il referente di una lettera del Nuovo Testamento. 
La scarsa rilevanza personale dei due ultimi apostoli ci induce a rimarcare il numero dodici, corrispondente alla grandiosa immagine dell’Apocalisse, che disegna la Chiesa con le dodici porte e i dodici basamenti della nuova Gerusalemme.
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lunedì 27 ottobre 2014

3268 - Commento al Vangelo del 27/10/2014

+ Dal Vangelo secondo Luca (13,10-17)
In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da Lui compiute.

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La donna che si raddrizza per l'intervento di Gesù, rappresenta tutti i convertiti che raddrizzano la loro via e cominciano una nuova vita. Ristabilire una vita corrotta è un'operazione impegnativa, nessuno può darsi questa forza spirituale, è sempre dono di Dio.
Un po’ ovunque si percepisce uno scoraggiamento verso l'andazzo di questo società e del futuro, c'è una forte incapacità di rialzarsi da situazioni dolorose o peccaminose. Intanto abbiamo Gesù sempre disponibile a rialzare chi è caduto nello scoraggiamento o a raddrizzare la via a quanti vivono nell'immoralità.
Una testimonianza piena di scoraggiamento la pubblico senza indicare il nome per il contenuto personale.
«Caro Padre Giulio, inizio ringraziandola fortemente per i suoi preziosissimi commenti al Vangelo che per me sono pane quotidiano. Sono una grande peccatrice che fino a poco tempo fa ha sprecato il meraviglioso dono della vita a causa della lontananza dalla Parola di Dio, unica fonte di vera vita. Da circa due anni, chiamata dal Signore durante una testimonianza, ho iniziato un cammino di Fede. Il mio cuore ha cominciato a sciogliersi, le mie orecchie hanno cominciato ad aprirsi e i miei occhi hanno cominciato a vedere. Ma adesso sono di nuovo nello sconforto, nella tristezza, nella rabbia... Sono sposata ed ho una figlia ventenne. Loro sono lontani dalla Chiesa e mi prendono in giro perché vado a Messa tutti i giorni, ma soprattutto perché non sono una "testimone credibile". La mia famiglia ha un passato molto brutto (separazioni, tradimenti, liti furiose, contrasti pesanti e tanto altro). La mia preghiera costante che rivolgo al nostro Padre Celeste e alla nostra Madre Dolcissima è di riempire il mio cuore dei frutti dello Spirito Santo, amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sè... Faccio un profondo esame di coscienza: ascolto la Parola di Dio tutti i giorni,la comprendo, mi scuote, mi trafigge, mi percuote, mi fa comprendere quanto io sia meschina, peccatrice, mi commuove quando sento della bontà infinita di Dio che mi ama nonostante io sia un rifiuto, e cosa grave non trovo dentro il mio cuore neanche uno di quei meravigliosi doni che Dio mi elargisce per la mia salvezza, perché Lui mi ama. Ma io mi odio e non mi sento degna del Suo Amore perché Lo ricambio senza Amore e non Lo ringrazio per il dono della vita, anzi continuo a desiderare di morire perché mi sento infelice e non riesco a sopportare la Santa Croce che Lui mi dona come segno di Amore infinito. Padre Giulio, mi aiuti a comprendere profondamente come posso fare morire questo mio essere meschino per diventare degna figli del nostro Padre Misericordioso, perché Lui mi perdona sempre, ma sono io che non riesco a perdonarmi. La ringrazio di cuore. Pace e Bene».
Anche questa nostra sorella necessità di raddrizzarsi, si è curvata su se stessa e non trova la forza di guardare in alto. Oltre alle preghiere che rivolgo per la sua situazione, vedo che c'è uno scoraggiamento intenso e la convinzione di non farcela. Da soli infatti è impossibile, ella deve acquistare una grande fiducia in Gesù, Lui non attende altro che l'invito ad aiutarla e raddrizzare la sua Fede.
Si può rimanere in questo stato per lunghi anni, la donna miracolata del Vangelo per 18 anni, mentre è semplice ricominciare allontanando l'abbattimento. Non dobbiamo contare sulle nostre forze perché siamo veramente miseri, con Gesù tutto cambia e possiamo dire con San Paolo: "Tutto posso in Colui che mi dà la forza" (Fil 4,13).
A tutti gli ammalati nell'anima o nel corpo Gesù ripete le stesse parole quando viene invocato con Fede: "… sei liberato dalla tua malattia".

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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3267 - Senza alibi

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. (Lc 13,10-17)

Quanti alibi ci prendiamo per non fare il bene? Si può fare il bene sette giorni su sette, soprattutto se riconosciamo che il vero bene consiste nell'obbedienza a Dio dentro le circostanze che accadono. 
Di solito siamo noi a scegliere il bene da fare o non fare. 
Questo è già un valore positivo, perché orienta alla sistematicità le nostre azioni e mette ordine al disordine della nostra vita. 
Ma quando accade un fatto imprevisto, quando deve saltare un programma prestabilito, quando ci viene chiesto di prestare soccorso mentre abbiamo fretta, allora con quale alibi possiamo difenderci?
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3266 - Commento al Vangelo del 26/10/2014, dom.30^ t.ord. "A"

+ Dal Vangelo secondo Matteo (22,34-40)
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande Comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo Comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due Comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Amare Dio sopra ogni cosa significa vivere nella gioia autentica, una gioia spirituale che non è umana e questo la rende unica. Questa gioia produce una allegria composta, un buonumore che rimane interiore ma qualche volta non traspare all'esterno per le apprensioni che colpiscono tutti.
L'allegria che trasmette lo Spirito Santo è il gaudio o la felicità e non è un'impressione passeggera, rimane nella persona questa disposizione, anche quando subentrano le preoccupazioni del mondo.  
Non si evidenzia necessariamente nell'allegria esteriore, è importante la solidità interna che permette il sereno controllo di tutto.
La vera gioia oggi è difficile possederla per la lontananza da Gesù e senza questa gioia che infonde pace e appagamento, sono moltissimi quelli che si rifugiano nelle droghe e in tanti altri eccessi. Non troveranno mai la gioia autentica, si accontentano di fugaci momenti di alienazione.
Ho letto ieri che a Milano un migliaio di persone travestite da zombi hanno fatto una sfilata per le vie volendo celebrare i morti viventi. Ma non c'era neanche necessità di travestirsi e di assumere portamenti che normalmente si attribuiscono agli zombi. Il tema era quello dei morti viventi e si trovano benissimo in questi panni.
Dio ha creato tutti per la gioia mentre questi vogliono essere dei morti viventi, ed è un desiderio che si realizza con facilità.
La tristezza non deriva da difficoltà o da sofferenze più o meno gravi, ma dal distogliere lo sguardo da Gesù. Il male dell'anima è un vero vizio causato da un amore disordinato per se stessi, ed è causa di molti altri mali. È come una radice malata che produce solo frutti amari.
Inoltre, la tristezza dà origine a molte mancanze di carità, risveglia l'ansia di compensazioni e, spesso rende l'anima pigra nella lotta contro le tentazioni che derivano dalla sensualità. La tristezza nasce dall'ira e dal rancore, così si sperimenta che quando si è tristi, si è sempre suscettibili e ci si adira per qualunque motivo.
L'anima intristita cade facilmente in molti peccati e si ritrova priva di forze per compiere il bene. È sulla strada della disfatta.
Gesù oggi afferma che bisogna amare Dio "con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente", ma questo rimane quasi impossibile per la quasi totalità dell'umanità, è un impegno spirituale che non trova adesioni se non in un piccolo numero. Non si trova più in giro il desiderio di servire Dio, per ringraziarlo della vita e di tantissimi doni. Si ignora Dio, anzi si creano molti dei che diventano idoli da adorare.
Questo distacco da Dio causa una forte vulnerabilità e si è vittima costantemente dei propri capricci e delle tentazioni dei diavoli.
Non c'è mai gioia nelle persone che non osservano il Comandamento dell'amore, perché non possono darsi ciò che non hanno e non avranno mai, e continuano a vivere sotto il dominio dell'istinto. Questa schiavitù toglie ogni possibilità di ricevere la Luce di Dio e scambiano le tenebre per la luce, invertono ogni cosa, travisano ogni verità, degenerando e regredendo sempre più in basso.
L'illusione di oggi è di pensare che si è più felici quando possederanno più cose, quando saranno più ammirati e non dormono per trovare una nuova idea che li lanci in prima pagina. Molti personaggi famosi e forse dimenticati, raccontano episodi segreti e vissuti in passato, mostrando di avere perduto anche il decoro. Ne ho letta qualcuno e mi sono infastidito, mi rifiuto di leggere storie umilianti per la loro dignità.
Dobbiamo rimanere uniti a Gesù, questa è la più grande consolazione, solo da Lui possiamo ricevere la Luce che ci permette di vedere la realtà come è veramente e di portare interiormente la gioia spirituale. La frequentazione giornaliera del Signore ci spingerà a trasmettere l'allegria e la felicità ai mondani che non conoscono l'Amore di Dio.
In ogni luogo e in ogni occasione dobbiamo portare a tutti la gioia di essere cristiani, perché siamo rinati a vita nuova.
  
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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domenica 26 ottobre 2014

3265 - Messaggio di Medjugorje del 25-10-2014

Cari figli! 
Pregate in questo tempo di grazia e chiedete l'intercessione di Tutti i Santi che sono già nella luce. 
Loro vi siano d'esempio e d'esortazione di giorno in giorno, sul cammino della vostra conversione. 
Figlioli, siate coscienti che la vostra vita è breve e passeggera. 
Perciò anelate all'eternità e preparate i vostri cuori nella preghiera. 
Io sono con voi ed intercedo presso il mio Figlio per ciascuno di voi, soprattutto per coloro che si sono consacrati a Me ed a mio Figlio. 
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
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3264 - Commento al Vangelo del 25/10/2014

+ Dal Vangelo secondo Luca (13,1-9)
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, Io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, Io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Nel linguaggio comune si è portati a dire parole quasi di rassegnazione, quando avviene qualche disgrazia o c'è un impedimento o dinanzi a un avvenimento negativo. Sono abitudini sbagliate perché il riferimento principale è Dio, almeno nei credenti, e dicono queste frasi: "Doveva andare così". "Dio ha voluto questo". Sono parole sbagliate, ma c'è di più, la famosa frase che ripetono quelli che pensano di dire una rivelazione: "Niente avviene per caso".
Gesù oggi ci spiega che le disgrazie non sopraggiungono per il carico di peccati o perché c'è l'intervento di Dio, ma è certo che quanto avviene o è per volontà di Dio o perché la persona coinvolta si è allontanata da Lui e si è esposta ad ogni forma di pericolo. Ma Dio che controlla tutto può permettere una disgrazia per colpa della persona che non pregava?
Teologicamente è giusto dire questo, ma c'è una valutazione da fare: una persona che si allontana da Dio o non crede in Lui si esclude dalla protezione Divina e Dio alza le mani, nel senso che la lascia libera di scegliere la vita da condurre e tutto quello che ne consegue, anche le disgrazie mortali.
Devo precisare un altro punto. La persona che prega ed è vicina a Gesù, anche se è protetta da disgrazie e pericoli, può trovarsi in situazioni di rischio per colpa degli altri, familiari, amici o conoscenti, ma anche di estranei, come quando si viaggia e si incontrano guidatori senza prudenza ed equilibrio.
Ci si può trovare coinvolti in un incidente per la follia di altri guidatori e sicuramente i danni sono limitati. Questa è la conseguenza della protezione di Dio ed è una valida ragione per pregarlo ogni mattina prima di uscire di casa. Quando si esce non si può assolutamente immaginare cosa avverrà durante la giornata, soprattutto le reazioni e i comportamenti degli altri.
In molti casi le disgrazie che colpiscono i credenti sopraggiungono quando sono distaccati da Dio per gravi e molti peccati o è Lui a permetterle per un bene superiore. Ripeto che l'uomo non può capire le dinamiche di Dio e deve solamente fidarsi di Lui, senza porsi domande che non potranno avere risposte.
Di sicuro non siamo in grado di sindacare la sua volontà e i disegni che ha su ciascuno di noi.
Gesù nel Vangelo spiega ad alcuni che gli avvenimenti sfavorevoli che colpiscono persone ignare, non sono voluti da Dio, quelle persone si trovano nel posto sbagliato e nel momento meno adatto. Ma come si fa a capire la prossimità di un pericolo? Non c'è un modo, solo per Grazia di Dio si superano i pericoli.
È indispensabile l'Angelo Custode, capace di ispirare altro e allontanare la persona dal luogo dove sta per sopraggiungere un pericolo.
Tre giorni fa a Catania è morta una donna di 49 anni, colpita dalla chioma di una palma, caduta a causa del vento. Era seduta su una panchina con la figlia, l'albero l'ha centrata in pieno mentre la figlia è rimasta illesa.
Non c'è qui una spiegazione razionale per spiegare la loro presenza in quel parco, a quell'ora, sedute su quella panchina e non su un'altra, posizionate in un determinato modo, la causa del vento e la parte superiore della palma che si stacca, cade sopra loro due perché il vento spingeva nella loro direzione.
Coincidenze strane ma possibili, infatti tutte queste sono coincise e hanno causato la morte della donna. Ella poteva restare a casa o compiere mille altre cose, forse abitava anche distante e si stava riposando qualche minuto, così si è trovata nel punto esatto della caduta violenta e funesta della palma.
Il nostro futuro è nelle mani di Gesù, dobbiamo pregare molto anche per avere la sua protezione, non solamente quando si esce di casa, in tutti i momenti delle 24 ore è necessaria. Molti non pregano per ricevere questi aiuti, non ci pensano o non considerano l'ipotesi dei pericoli. Io prego per tutti voi ogni giorno, chiedo a Gesù di proteggervi dai pericoli.
Ripeto più volte nella giornata al Signore di proteggere, liberare da negatività e di guarire da ogni male tutti quelli che mi chiedono preghiere e fanno parte della Parrocchia virtuale, cioè tutti voi. E benedico spesso tutti voi e le vostre famiglie.
È una gioia pregare, si permette al Cuore buono di Gesù di esercitare la sua misericordia e tutto quello che gli chiediamo di buono lo dona subito se non ci sono vari impedimenti. "Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato" (Gv 15,7). "Finora non avete chiesto nulla nel mio Nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena" (Gv 16,24).
Poi Gesù spiega una parabola semplice e veloce, ma con un significato profondo. Un albero che non produce frutti a cosa serve? Un cristiano che non pratica le virtù quali frutti spirituali produce? Un cristiano che non osserva i Comandamenti non è un seguace di Cristo.
L'albero per tre anni non ha dato frutti e il padrone non lo taglia perché attende i frutti. Qui è efficace la preghiera di intercessione.
Dio non taglia i cristiani che non producono frutti ed aspetta il loro cambiamento, ma se passano diversi anni, cosa farà poi Dio? Li lascerà alle loro scelte sbagliate e se ne assumeranno tutte le conseguenze.
  
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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martedì 21 ottobre 2014

3263 - Commento al Vangelo del 21/10/2014

+ Dal Vangelo secondo Luca (12,35-38)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità Io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
L'essenza della Parola che oggi Gesù ci elargisce è di sentirci pellegrini in questo mondo. Qualcuno certamente si considera tale, ha pensato magari più di una volta alla fugacità della vita, altri hanno avuto paura e la paura è il segnale dell'assenza del Signore.
I cristiani meno spirituali si preoccupano fortemente quando si discute della morte, mentre i pagani fanno riti scaramantici, pensando di allontanare la morte o la sfortuna. La scaramanzia è una brutta ospite e devasta ogni forma di ragionevolezza.
Miliardi di persone compiono molti gesti scaramantici o indossano gli stessi indumenti quando devono fare qualcosa, ma i risultati sono solo apparentemente positivi, perché se il diavolo ti dà 1 poi ti toglie 5.
Il modo migliore per il diavolo demolire la persona superstiziosa è di rubargli l'anima alla fine della vita, mentre durante la vita la fa vivere illusoriamente nel successo in mezzo a malattie strane, sofferenze periodiche, tradimenti, separazioni, rovina dei figli, fallimenti personali e lavorativi, un avvilimento interiore che infonde sempre insoddisfazione e frustrazione.
Possono dirsi felici attori, cantanti, calciatori, imprenditori e tanti altri che utilizzano la superstizione lasciandoci tutte le penne?
Questa gente attraverso la magia occulta fa il patto col diavolo, chiede qualcosa a colui che non può dare nulla di buono se non ciò che è corruzione e quanto conduce alla morte prima spirituale e poi fisica, eterna.
Gente che chiede un piatto di lenticchie per perdere la gloria eterna, e vivere già in questa vita una condizione insopportabile.
Gente che vuole allontanare la morte quanto più possibile e si affida, o meglio, si getta tra le braccia di chi è il padre della morte.
Non riesce a vivere nella vera pace chi è superstizioso, e si vedono personaggi che sfoggiano braccialetti ai polsi di stoffa o di altro materiale, la cui provenienza è esclusivamente satanica, anche se loro si rivolgono a maghi ed affini che promettono tutto. Qualsiasi cosa richiesta essi sono sicuri di poterla ottenere. Ma solo per qualche giorno e non ciò che è buono, questo può donarlo Gesù.
Donde arriva ad essi questa sicurezza? Molti sono imbroglioni, altri sono in comunione con chi effettivamente concede favori per poi prendere le loro anime. Ma se i clienti non credono nell'esistenza dell'anima, cosa volete gliene importi? La contraddizione sta nel non credere nell'anima ma di venderla a satana per avere il suo aiuto.
È folle questa eventualità, solamente le persone senza amore per sé possono arrivare a tanto: sono fallite fino a vendersi al nemico.
La loro aspettativa della vita è irreale, vivono morendo e avvertono che tutto scivola via. Non hanno pace e vogliono compiere qualsiasi trasgressione mentre sono in grado di farlo, e in questo stato solo un miracolo, il miracolo della preghiera recitata da altri, potrà strapparli dalla disperazione eterna.
L'uomo deve prendere consapevolezza che è un pellegrino in questo mondo e non può programmare la sua esistenza come se dovesse perdurare millenni. La vita terrena è come una notte, perché non ha la vera luce della gioia, ed è una prova. Essa può riguardarsi quasi divisa in tre vigilie, come gli antichi dividevano la notte: la gioventù, la virilità, la vecchiaia.
Il Signore può venire in ciascuna di queste vigilie, e bisogna che noi siamo vigilanti per accoglierlo, se vogliamo che egli ci partecipi l'eterna gloria, quasi come un padrone che si cinge i fianchi, fa sedere a mensa i suoi servi fedeli, e somministra loro il cibo.
Il Signore nella gloria ci comunica la sua stessa felicità, e può dirsi veramente che egli si cinge e ci alimenta, perché nella sua grandezza si proporziona a ciascun'anima e, secondo la capacità di essa, l'alimenta di eterni beni.
  
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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3262 - Vigilanti

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!». (Lc 12,35-38)

Pronti, cioè in attesa. Ogni giorno, vigilanti. Con il timore dei servi che desiderano essere guardati con compiacenza dal padrone, ma anche con il desiderio del figlio che attende il ritorno del padre, della sposa che attende lo sposo. In realtà, la nostra attesa non è rivolta a un futuro misterioso e improvviso. Il Signore cammina appena dall’altro lato della strada, anzi, è nascosto nel velo sottile delle cose e delle persone, nella sorpresa di ciò che accade. Quando il cuore desidera e lo sguardo è attento, possiamo riconoscere nelle pieghe della realtà la presenza buona del Signore che rende beata la vita.
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venerdì 17 ottobre 2014

3261 - Commento al Vangelo del 17/10/2014

+ Dal Vangelo secondo Luca (12,1-7)
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Gesù mette in guardia anzitutto i suoi discepoli dall'ipocrisia e li tranquillizza, anzi li invita a non avere paura di nessuno sulla terra, indicando nei diavoli i veri pericoli, perché essi sono in grado di trascinare nel fuoco eterno, simboleggiato dalla Geenna, una valletta scavata dal fiume Hinnom sul lato sud del monte Sion, oggi diventata una zona povera di Gerusalemme.
Nella dottrina cattolica, per similitudine, la Geenna rappresenta l'inferno, un luogo abissale, dove regnano corpi impuri, luogo di punizione eterna, dove un vero fuoco spirituale brucia i peccatori. In tutto il Nuovo Testamento è questo il significato che viene attribuito a questa parola, Geenna viene tradotta con inferno.
Gesù richiama la Geenna per rappresentare la completa distruzione della persona nel Giudizio avverso di Dio, un Giudizio che non ammette alcuna possibilità di riparazione. Agli scribi e ai farisei Gesù anticipa la loro sorte, lo fa pubblicamente per svergognare personaggi ambigui che non servono Dio ma strumentalizzano la religiosità per compiere tutto quello che vogliono.
Nel Vangelo si parla molto degli scribi e dei farisei, sono famose le dispute fatte da Gesù con questi nemici, un po’ tutti gli ebrei li considerano malvagi e perciò "soggetti alla Geenna". Il Signore ne dà conferma con queste parole: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il Regno dei Cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci".
Gesù condanna l'ipocrisia come un male pericoloso da estirpare se non si vuole arrivare alla morte spirituale.
Se al tempo di Gesù l'ipocrisia era sinonimo di farisei, riconosciuti come fanatici, oggi si può senza alcun dubbio affermare che l'ipocrita è una persona senza la Legge di Dio nel suo cuore. Anche se prega e frequenta i Sacramenti, conserva nel cuore una ribellione a tutto ciò che non è conforme alla sua mentalità, è un credente bugiardo e maschera una fittizia religiosità fatta di esclusiva esteriorità.
L'ipocrita ha necessità di ricevere consensi per giustificare la sua esaltazione, è sconnesso dalla realtà e non vede con gli occhi di Dio perché ha una elevatissima considerazione di sé. Gesù vomita l'ipocrita che vuole imporre il suo parere e vuole farsi strada nei cuori altrui, versando parole senza senso e una verbosità che non è quella del Vangelo.
"Il vostro parlare sia sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno" (Mt 5,37).
Stranamente, ma questo si spiega come una patologia, gli ipocriti in molti casi sono i più inflessibili osservanti della ritualità, pronti sempre e solo a condannare gli altri a mai a considerare tutti i loro limiti. E come potrebbero farlo se sono sconnessi dalla realtà?
"Guardatevi bene dal lievito dei farisei". Gesù indica l'ipocrisia come una vera minaccia per i buoni, ingannati dai falsi credenti.
In tutto il Vangelo vediamo che Gesù si scaglia principalmente contro gli ipocriti, li considera pericolosi per la loro falsità e la capacità camaleontica di mascherarsi e di ingannare con parole senza senso. Gesù elargisce misericordia anche ai grandi peccatori pentiti, ma davanti agli scribi e ai farisei si irrigidisce per la loro abilità nell'ingannare.
Non trascrivo tutte le accuse contro di loro, mi sembra utile ricordare quella che è la più efficace nel dipingere questi impostori: "Sepolcri imbiancati"È tremenda la condizione di chi mostra una maschera che vuole esprimere spiritualità, cerca di imporsi come perfetto in un gruppo di preghiera o in parrocchia, e le sue opere sono invece di provenienza satanica.
La mancanza di docilità, di bontà, di pace, assente quando si esterna, sono il segno di una mancata comunione con Dio.
"Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume" (Mt 23,27).
Non ci sono forse molti eretici che esprimono nelle conferenze belle parole evangeliche e di alta teologia, ma nel cuore hanno la guerra e una profonda cattiveria? Abbiamo avuto tanti esempi di molti laici, anche di Consacrati, che lottavano fieramente a favore della Chiesa e nel segreto le loro opere erano sommerse dalla sporcizia morale, da un marciume etico che si esprimeva nel giudicare senza limiti e si ergevano più in alto della Santissima Trinità.
Gesù è misericordioso verso quei cristiani ancora incapaci di agire con retta intenzione, conosce i loro cuori e vi trova il dolore dell'incapacità a resistere a comportamenti sregolati. Chi è in cammino non deve cedere alla confusione né abbattersi se non riesce a controllare l'istinto, deve lottare con una forte vigilanza, chiedendo a Gesù una maggiore capacità di resistenza.
"Guardatevi bene dal lievito dei farisei". Sono quelli che abbelliscono le parole spirituali per ricevere elogi, ostentano una spiritualità inesistente perché altrimenti non sarebbero falsi e cattivi, vogliono imporre ogni loro opinione, anche contro l'evidenza o la contrarietà di una comunità. Sono troppo sicuri di sé.
Esteriormente vogliono sembrare perfetti, interiormente sono cadaveri e Gesù li vomita.
Per noi non sia così, non cadiamo mai nell'ipocrisia, mostriamo invece la verità, mostriamo il volto autentico di ciò che siamo dentro!

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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3260 - La luce dell'anima

In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!». (Lc 12,1-7)

Le persone che quasi si calpestano l’una con l’altra per vedere e ascoltare Gesù, che cosa vedono e che cosa ascoltano? Gesù offre quasi una lezione di metodo. Egli dice: scegliete i vostri compagni di strada e i maestri ai quali affidarvi. 
Non seguite chi mente al proprio cuore, chi ha paura della verità e la nasconde o la tradisce; chi uccide la vostra anima distogliendola dal bene. 
Vivete alla luce del sole, senza inganno e senza sotterfugi. Gesù apre il nostro cuore alla fiducia: abbiamo un Padre che ci guarda, ci ama, ci protegge. 
Siamo figli suoi. Camminiamo nella giornata tenendo vigile questo cuore e questo sguardo.
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giovedì 16 ottobre 2014

3259 - Commento al Vangelo del 16/10/2014

+ Dal Vangelo secondo Luca (11,47-54)
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, Io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
L'accusa forte di Gesù verso i dottori della Legge scuote tutti i presenti, la sua affermazione fa svaporare in un attimo la stima che molti israeliti nutrivano per questi falsi sapienti. Da essi deve diffondersi la vera conoscenza delle profezie e loro più di tutti gli altri possono comprendere la presenza del Messia, dai segni rilasciati da Gesù.
Non sorprendiamoci di questi dottori, anche se agiscono con superficialità ci sarà qualcuno in buonafede e in cuor suo si sforza di capire la verità. Gesù afferma che è Lui la Verità, con grande dolore oggi purtroppo assistiamo ad una moltiplicazione di verità all'interno della Chiesa e questo confonde notevolmente tutti i credenti.
I dottori della Legge sono molto venerati dagli israeliti, essi sono i custodi della Rivelazione di Dio almeno riguardo l'Antico Testamento, ma la vita che conducono è la loro condanna. L'orgoglio è una corona sulla loro testa, sono radicalmente accecati e non si accorgono del loro atteggiamento arrogante, presuntuoso e millantatore. Anche millantatore per il linguaggio da gradassi, hanno un fare vanaglorioso. Tutto fumo che non contiene nulla, solo parole vuote.
Parlano molto ingannandosi che le molte parole diano ad essi la patente di infallibili e di veri esecutori della volontà di Dio.
Nella Chiesa se ne vedono molti tra Consacrati e laici, così gradassi e fanfaroni, abbagliati dalle tenebre e pieni di stupida boria.
La grande differenza tra i credenti che vivono nella Luce di Dio e quelli orgogliosi del loro stesso vuoto, lo spiega bene San Paolo: «Sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio.
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge. Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito» (Gal 5,18-25).
Chi è un agitatore e vive di inimicizia, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, non viene da Dio, è solamente un frustrato.
Mentre chi vive in Dio tra i molti frutti conserva fortemente il dominio di sé, il quale non solo non fa proferire accuse e volgarità, ma infonde molta prudenza e pazienza, virtù che gli altri neanche immaginano.
Chi vive in Dio e si nutre del suo Amore non imita i dottori della Legge, fanatici e prepotenti, ricolmi di delirio per un potere che Dio non concedeva ad essi a causa del loro smisurato orgoglio. Questi falsi sapienti dobbiamo considerarli fanatici, essi accusano ed istigano irrazionalmente gli altri ad accusare Gesù, senza avere una sola prova contro Lui.
Al contrario, se si tratta di uno o più cristiani che rasentano le eresie, con un po’ di intelligenza si attende il tempo della manifestazione delle eresie per non incappare in condanne preventive da parte di chi quelle eresie ancora non le comprende.
La prudenza è una virtù che non hanno gli esaltati, pronti a modificare la dottrina o a voler cambiare anche il piano di Dio.
"Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito". Una responsabilità gravissima e sarà conosciuta nella sua tremenda gravità nel Giudizio davanti a Dio, perché questi maestri non sono obbligati a schierarsi contro Gesù, essi anticipano una valutazione e questo dimostra l'assenza di equilibrio.
La persona saggia invece dà una valutazione pubblica quando c'è almeno una prova di eresia da parte di chiunque, non prima dell'errore. In Gesù non hanno trovato una sola affermazione eretica, Lui è venuto a dare compimento alla Legge e non a modificarla. È stato inutile attendere un suo errore contro la Scrittura.
In tutte le circostanze le persone sagge prima di pronunciarsi pubblicamente su qualcosa o contro qualcuno, vogliono avere almeno una prova delle eresie di un Sacerdote o di un laico, mentre è da fanatici accusare senza prove.
Questa premura manifesta l'assenza dello Spirito Santo, in quanto colpiti dal delirio di onnipotenza ci si crede autorizzati a stabilire chi è buono e chi cattivo. Un cristiano equilibrato non agisce così e come prima regola rispetta le scelte degli altri pur non condividendoli e condannandole, ed è tenuto ad evidenziare le eresie.
Devono esserci però le eresie, se non ci sono espressamente, è da fanatici innalzarsi a giustizieri e a considerarsi superiori a Dio.
Il Vangelo ci insegna che Luce e tenebre sono incompatibili, perché chi vive nella Luce è padrone di sé e possiede molto equilibrio, tanto da saper aspettare il tempo delle eresie per condannarle pubblicamente e schierarsi con Gesù e con quanti continuano a seguire la sana dottrina della Chiesa.
Chi vive nelle tenebre è simile ai dottori della Legge, si nutre di esaltazione e si illude meschinamente di avere compreso tutto, fantastica di conoscere anche il pensiero di Dio e ingannevolmente pretende di voler stabilire i tempi spirituali degli altri cristiani, mostrando così di essere privo di virtù, a cominciare dalla prudenza. E questo spiega l'arroganza e la frustrazione.
Sono questi cristiani ad allontanare gli indecisi dalla Chiesa, perché pretendono che un convertito diventi in una settimana come Padre Pio, mentre essi si compiacciono orgogliosamente degli ammonimenti che sparano senza prudenza né rispetto verso i poveri peccatori, al contrario bisognosi di conforto, di sostegno, di amore.
Oggi all'interno della Chiesa abbiamo Sacerdoti e laici che si sostituiscono con facilità a Dio e nel loro delirio manipolano tutto.
Questo sta avvenendo, per esempio, nel Sinodo in corso, con due schieramenti che manifestano due posizioni di cui una è chiaramente opposta alla Parola di Dio. Dobbiamo aspettare il documento finale per parlare chiaramente del Sinodo, di sicuro ci sono posizioni che non concordano con la sana dottrina e questo andrà precisato.
Non anticipiamo il documento finale, preghiamo con umiltà e rispetto anche per i Prelati che chiedono cambiamenti sostanziali.
Il Sinodo che si avvia alla conclusione non sta andando bene, oltre alle divisioni per alcune decisioni assai delicate che si vogliono prendere, si è verificato anche un episodio che non ha favorito l'armonia. Su Il Foglio ho letto un articolo interessante e ne leggiamo la parte iniziale: «“Ho paura che ciò che è uscito lunedì non corrisponda alla realtà”. È passata da poco l’una del pomeriggio, e la Sala stampa d’un tratto ammutolisce quando il cardinale Wilfrid Fox Napier, Arcivescovo di Durban (Sudafrica), pronuncia quelle parole.
Per lui, la relatio post disceptationem presentata il giorno prima dal cardinale Péter Erdö, relatore generale, è quasi carta straccia.
“Per come è scritto, il documento lascia intendere che c’è accordo su cose sulle quali invece l’accordo non c’è”, aggiunge, rivelando implicitamente che al chiuso dell’Aula la discussione è stata ben più calda di quanto trapelato all’esterno. Il testo letto da Erdö è finito sul banco degli imputati, con quarantuno Prelati che l’hanno criticato e -in qualche caso- fatto a pezzi».
Queste parole del cardinale Napier contengono una grande delusione che forse porterà a dolorose iniziative. Preghiamo.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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Medaglia di San Benedetto