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mercoledì 4 giugno 2014

3096 - Commento al Vangelo del 4/06/2014

+ Dal Vangelo secondo Giovanni  (17,11-19)
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al Cielo, pregò dicendo: «Padre Santo, custodisci nel tuo Nome coloro che mi ha dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand'ero con loro, Io li custodivo nel tuo Nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora Io vengo a Te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua Parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come Io non sono del mondo. Non prego che Tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come Io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua Parola è verità. Come Tu hai mandato me nel mondo, anche Io ho mandato loro nel mondo; per loro Io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità». 
 
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Le ultime parole di Gesù agli Apostoli durante l'Ultima Cena sono di una affettuosità struggente. Tutta la sua storia umana esprime affetto indicibile verso i suoi discepoli, in questa circostanza è come una mamma che parla ai figli che sono sangue del suo sangue. I discepoli diverranno persone nuove, vivranno una nuova rinascita spirituale dal Sangue che verserà Gesù.
Dopo avere svelato il rapporto tra Lui e il Padre, in queste parole del Vangelo di oggi Gesù inserisce anche i suoi discepoli nell'Amore divino che tutto avvolge. Ripetutamente Gesù ha glorificato il Padre con affermazioni chiare e spesso incomprensibili per i presenti, qui completa la spiegazione assegnando ai suoi discepoli un posto privilegiato.
Non si dimentica degli Apostoli con Lui nel Cenacolo, l'Amore che esprime è indirizzato ai discepoli di tutti i tempi. Anche a noi.
"Padre Santo, custodisci nel tuo Nome coloro che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi".
Una preghiera ripetuta da Gesù infinite volte in tre anni, in favore dei discepoli vicini a Lui e dei discepoli di tutti i tempi. Gesù ha pregato per ognuno di noi, ci ha affidato al Padre nel Cenacolo alcune ore prima della sua morte. Non si preoccupa di salvare se stesso dopo che Giuda era uscito per andare dai nemici e "mercanteggiare" la vita di Dio.
Nelle ultime spaventose ore che preparano la terribile sofferenza prima morale e poi fisica, Gesù continua a istruire i discepoli su come salvare i peccatori e quale Via intraprendere per raggiungere la salvezza eterna.
In questa fase dell'Ultima Cena Gesù considera figli tutti i suoi seguaci, mostra di amarli con un Amore incommensurabile.
Anche Giuda viene ricordato da Gesù, lo fa con parole che non lasciano dubbi sulla sua destinazione: "Nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura".
Non era comunque la Scrittura ad avere stabilito il tradimento di Giuda, la Scrittura profetizzava quello che avrebbe commesso lui.
Ai suoi seguaci invece indica la felicità in Cielo, ma prima saranno beati in questa vita. "… abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia". Non ci augura solo la gioia che rimane per molti sempre un traguardo irraggiungibile, anche tra i cristiani, Lui desidera per tutti noi la pienezza della gioia, non la gioia umana ma quella sua. "… la pienezza della mia gioia".
Ripete al Padre quanto ha già detto sulla persecuzione: "Il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come Io non sono del mondo". Sui suoi veri seguaci Gesù invoca un intervento particolare del Padre, il Figlio lo chiede umilmente per dare rilievo alla vicinanza del Padre verso tutti noi. "Consacrali nella verità. La tua Parola è verità". Consacrali nel senso di: confermali, rendili autentici nel cammino di Fede.
Il cammino cristiano è impegnativo, senza la sua Grazia e gli aiuti costanti nessuno può elevarsi verso l'alto. Quindi, il cammino bisogna conoscerlo bene e non si può improvvisare o fantasticare nelle cose di Dio. I doni dello Spirito Santo vanno coltivati con una vita coerente, la sua azione però rimane inattiva quando si prega senza praticare il rinnegamento. Non sono sufficienti le invocazioni, prima ancora devono praticarsi le buone opere.
Ieri ho trattato il dono della Sapienza e dell'Intelletto. Il primo e più alto dei doni è la Sapienza, è una luce che si riceve dall'Alto, è una speciale partecipazione a quella conoscenza misteriosa e somma, che è propria di Dio. La Sapienza intesa come dono è la radice di una conoscenza nuova, una conoscenza traboccante di carità, e per essa l'anima acquisisce grande dimestichezza con le cose divine e ne prova gusto.
Il dono della Sapienza dà una speciale capacità di giudicare delle cose umane secondo il metro di Dio, nella luce di Dio. Questo dono elargisce una illuminazione grandiosa, il cristiano riesce a vedere dentro le realtà del mondo, li guarda con gli occhi stessi di Dio.
Abbiamo visto che il dono dell'Intelletto permette di vedere dentro, di comprendere a fondo e deriva dal latino "intus legere". Dio con questo dono comunica al credente la capacità perscrutativa, illumina e fa conoscere l'interiorità di una persona. Pensiamo alla capacità di San Pio e di molti Santi.
L’Intelletto è prezioso perché rende il credente intelligente secondo Dio, non è l'intelligenza del mondo, fatta di furberie, egoismo, avidità, inganni. Gli intellettuali non credenti posseggono un'intelligenza umana e mancano dell'intelligenza secondo Dio, perché questa è un dono, dato a quanti si dispongono interiormente.
Non è intelligente diventare intellettuali solo umanamente, è grande cosa essere intelligenti secondo Dio.
Oggi vediamo un dono, il terzo ed è conosciuto come quello del Consiglio.
Anche se è meno determinante come i primi due è sempre importante, il Sacerdote che ne è privo rilascia sempre consigli opposti alla volontà di Dio. Questo dono aiuta a compiere le scelte giuste in ogni circostanza, inevitabile quando si ricerca la volontà di Dio, per conoscere il suo progetto.
Ognuno si trova in determinati momenti a pensare al domani, non solo cosa fare nella vita, ma altre scelte importanti come la famiglia per trovare il coniuge giusto, dove vivere, cosa fare, le amicizie, tante scelte importanti e obbligatorie. Chi compie una scelta seguendo i propri pensieri corre il rischio di fallire e di rovinare quanto di buono aveva fatto in precedenza. Non sempre i pensieri indicano la soluzione migliore, orientano quasi sempre verso i gusti personali.
La scelta migliore è quella che indica Gesù, è perfetta e non produrrà danni collaterali. Per arrivare a conoscere cosa vuole Gesù per il nostro bene è richiesto un atto di umiltà e una preghiera fiduciosa. Oltre la Messa è determinante la recita del Rosario e l'adorazione dell'Eucaristia. Recitare il Rosario davanti al Tabernacolo è un atto di amore e di fiducia, allo stesso tempo l'impegno è rivolto all'eliminazione dei vizi. Non sarà immediata la vittoria sui vizi, non è facile ed è una lotta, rimane importante lavorare giornalmente sul rinnegamento.
Una caratteristica del dono del Consiglio è quello di percepire gli errori commessi e di indirizzare verso le soluzioni migliori.
La particolarità del dono del Consiglio è di orientare e consigliare le anime verso la salvezza con le indicazioni migliori, c'è di più ed è quello che provoca grande gioia ai Padri spirituali, si tratta di consigliare non secondo la convenienza personale ma esclusivamente per il bene della persona.
Se trovate il Padre spirituale che in ogni circostanza vi consiglia unicamente per il vostro bene, avete trovato un piccolo tesoro.
Qui si prova l'autenticità di chi dà consigli, se indirizza verso ciò che è bene per l'anima e non secondo i propri vantaggi.
I consigli sapienti possono scaturire solamente da una coscienza pura, che non è inquinata dall'egoismo e da altre forme di corruzione. L'occhio sano del Vangelo è la coscienza, essa viene visitata come un soffio nuovo dal Consiglio e vede davanti agli occhi la scelta preferibile e più conveniente per sé e la famiglia o per i credenti che chiedono.
La coscienza acquisisce una capacità meravigliosa di trovare la soluzione anche dinanzi a situazioni intricate e difficili.
 
 
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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