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lunedì 12 maggio 2014

3055 - Commento al Vangelo del 12/05/2014

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (10,11-18)
In quel tempo, disse Gesù: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio». 
 
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Molte persone giuste rimangono sorprese quando vengono colpite da sofferenze o non riescono a realizzare qualcosa che sta loro a cuore, spesso cadono nell'abbattimento e non riescono a superare il dubbio che le tormenta. Un po’ dappertutto si trova il cristiano avvilito e depresso: "Se vado a Messa e prego perché mi succedono fatti strani mentre quelli che non pregano stanno bene?".
In ultima analisi la domanda che viene posta è questa: Perché il giusto soffre?
La risposta si trova nella scelta della porta sbagliata o di diverse porte sbagliate. Anche nella guida sbagliata, intendo come guida le modi ricorrenti, come idolatrare cantanti, attori, calciatori, comunque personaggi pubblici che emergono e che sono privi di valori morali. Non è una valutazione generale ma riguarda quasi tutti.
Questo è uno dei danni spirituali apparentemente innocui e che devastano la propria Fede. In questo caso si pone un idolo al posto di Dio, una persona umana piena di vizi e forse depravata al posto del Creatore, dell'Essere perfetto. Questa scelta compromette tutto nella persona, rivolge tutto l'amore verso l'idolo e a Dio si donano gli scarti inutili.
Sbagliare porta e pastore/guida, causano conseguenze dannose che solo Gesù può riportare nella direzione migliore. Non è Gesù la causa dei disagi o di quanto viene definito fallimento della vita, al contrario Lui ci invita con insistenza a chiedergli aiuti indispensabili per intervenire e fare uscire tutti i bisognosi dalle scelte sbagliate.
Considerate che tutti gli idoli di questo mondo non hanno alcun potere di aiutare i loro seguaci, al contrario, sono strumenti di corruzione e dannazione. Non si è mai visto un solo sostenitore di un personaggio idolatrato, capace di condurre contemporaneamente un solido cammino di Fede. È impossibile fare nello stesso tempo due cose opposte, che si respingono.
Tutti gli idoli di questo mondo abbandonano le pecore che le seguono, queste sono stordite e affamate non sanno più di cosa, ma che comunque non trovano appagamento esistenziale in questi idoli. Hanno sempre maggiore fame ma non riescono a distaccarsi da loro, diventati come una droga necessaria.
Sono una droga perché quanti li seguono diventano schiavi degli idoli, non hanno incontrato la Persona che dà senso a tutto, anche per vincere l'adorazione assurda che danno agli uomini, togliendola a Colui che li ha creati dal nulla. La sofferenza di molti scaturisce dalle scelte sbagliate, le porte spalancate e piacevoli che conducono lontano da Gesù.
Il tema di oggi in realtà non è il giusto che soffre, è il confuso che ha sbagliato porte e scivola verso il basso.
Oggi leggiamo il Salmo 72 per comprendere lo stato spirituale del giusto e quello del vizioso. Ognuno riceve qui quanto merita.
«Quanto è buono Dio con i giusti,
con gli uomini dal cuore puro!
Per poco non inciampavano i miei piedi,
per un nulla vacillavano i miei passi,
perché ho invidiato i prepotenti,
vedendo la prosperità dei malvagi.
Non c'è sofferenza per essi,
sano e pasciuto è il loro corpo.
Non conoscono l'affanno dei mortali
e non sono colpiti come gli altri uomini.
Dell'orgoglio si fanno una collana
e la violenza è il loro vestito.
Esce l'iniquità dal loro grasso,
dal loro cuore traboccano pensieri malvagi.
Scherniscono e parlano con malizia,
minacciano dall'alto con prepotenza.
Levano la loro bocca fino al cielo
e la loro lingua percorre la terra.
Perciò seggono in alto,
non li raggiunge la piena delle acque.
Dicono: «Come può saperlo Dio?
C'è forse conoscenza nell'Altissimo?».
Ecco, questi sono gli empi:
sempre tranquilli, ammassano ricchezze.
Invano dunque ho conservato puro il mio cuore
e ho lavato nell'innocenza le mie mani,
poiché sono colpito tutto il giorno,
e la mia pena si rinnova ogni mattina.
Se avessi detto: «Parlerò come loro»,
avrei tradito la generazione dei tuoi figli.
Riflettevo per comprendere:
ma fu arduo agli occhi miei,
finché non entrai nel santuario di Dio
e compresi qual è la loro fine.
Ecco, li poni in luoghi scivolosi,
li fai precipitare in rovina.
Come sono distrutti in un istante,
sono finiti, periscono di spavento!
Come un sogno al risveglio, Signore,
quando sorgi, fai svanire la loro immagine.
Quando si agitava il mio cuore
e nell'intimo mi tormentavo,
io ero stolto e non capivo,
davanti a te stavo come una bestia.
Ma io sono con te sempre:
tu mi hai preso per la mano destra.
Mi guiderai con il tuo consiglio
e poi mi accoglierai nella tua gloria.
Chi altri avrò per me in cielo?
Fuori di te nulla bramo sulla terra.
Vengono meno la mia carne e il mio cuore;
ma la roccia del mio cuore è Dio,
è Dio la mia sorte per sempre.
Ecco, perirà chi da te si allontana,
tu distruggi chiunque ti è infedele.
Il mio bene è stare vicino a Dio:
nel Signore Dio ho posto il mio rifugio,
per narrare tutte le tue opere
presso le porte della città di Sion».
 
 
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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