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lunedì 4 novembre 2013

2686 - San Felice di Valois

Felice, illustre rampollo della stirpe reale dei Valois, nacque in Francia nell'anno 1127. Di indole dolce e compassionevole, fin da bambino diede prove insigni di quella pietà e carità che poi lo resero l'apostolo degli schiavi.
Ricco di beni, dava ai poveri quanto gli era permesso, e spesso si privava anche della frutta e del pane per soccorrerli. Lo zio duca un giorno condannò a, morte un omicida: il giovane Felice gli chiese per amor di Dio di non punire quel delinquente, ma di darlo a lui: ne avrebbe fatto un ottimo cristiano. Fu esaudito, e il disgraziato liberato dalla morte, condusse d'allora vita esemplarissima.
Felice compì regolarmente gli studi, e ricevuti gli ordini sacri rinunziò a ogni diritto e ricchezza terrena. La gente lo lodava per le sue rare doti di animo e di corpo ed egli, per sottrarsene, un giorno si ritirò in un bosco a vivere da anacoreta. La fama della sua santità però non poteva rimanere ignota.
L'amico, S. Giovanni di Matha, che aveva deliberato di consacrare il suo ministero alla liberazione degli schiavi cristiani dalle mani dei Turchi, si portò presso il nostro eremita pregandolo di volerlo ricevere per prepararsi al grande apostolato. Lo studio, la preghiera e la penitenza furono i tre grandi mezzi che maturarono i loro animi per l'eroica impresa. E quando Giovanni conobbe essere giunto il tempo di iniziare l'ordine da lui vagheggiato, Felice rispose: “Io sarò il primo a seguirti”. Si portarono quindi a Roma presso la Santa Sede per averne l'approvazione. Papa Innocenzo III li accolse con deferenza e approvò il nuovo ordine, sotto il nome di Trinilari o Frati della SS. Trinità colla divisa di abito bianco ed una croce rosso-azzurra sul petto.
Ritornati in Francia, vennero favoriti dall’autorità. Re Filippo offrì loro le terre per edificare il primo convento; S. Giovanni s'impose viaggi lunghi e faticosi nell'Africa e a Roma, mentre S. Felice in Francia consacrò libertà, averi e vita per la formazione e propagazione dell'ordine.
Il primo gagliardo manipolo di Trinitari coronarono le loro fatiche con un felice successo. Circa 200 cristiani furono liberati nell'anno 1201 e nel seguente altri 100. Non si può dire però quanto fosse difficile strapparli di mano a quei barbari tiranni. Il mezzo più opportuno era il denaro; ma quando non si poteva raggiungere le somme da loro richieste, bisognava offrire la propria vita.
E S. Felice seppe così bene preparare i suoi figli a questa missione che molti, seguendo l'esempio del loro fondatore S. Giovanni, fecero l'eroico sacrificio.
Già più che ottantacinquenne il nostro Santo meritò di contemplare la Vergine e di sapere il momento della sua morte. Convocò allora i numerosissimi figli, li esortò a perseverare generosamente nella vocazione, indi spirò nella casa madre di Cerfroi nell'anno 1212.
La Chiesa lo venera come santo dal 1694.

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