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domenica 20 ottobre 2013

2656 - Commento al Vangelo del 20/10/2013,dom. 29^ t.ord.

+ Dal Vangelo secondo Luca (18,1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». 
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il tema centrale del Vangelo di oggi è la preghiera, non tanto come atto di religione compiuto dal cristiano, Gesù indica la necessità di pregare bene e con insistenza. Risalta immediatamente la caratteristica dell'insistenza, deve però essere accompagnata dalla bontà della richiesta, quindi il motivo valido per richiedere Grazie speciali a Dio per intercessione della Madonna. La preghiera di qualità è il vero tema di questa domenica, non è sufficiente parlare solo di preghiera, dobbiamo valutare il suo contenuto ed è quello che svolgerò adesso.
I due protagonisti sono una vedova e un giudice, da una parte la richiesta onesta di giustizia, dall'altra la sordità perchè pratica l'ingiustizia. Il discorso si fa più allargato e travalica anche lo stesso tema della preghiera di qualità. Andiamo con ordine.
Nella letteratura biblica è facile trovare classiche figure tipiche dell'oppresso e dell'oppressore, non tanto nelle cose di Dio ma nel contesto sociale. Per questo Dio aveva voluto la presenza dei giudici per aggiustare e risolvere le controversie che giornalmente riempivano le giornate degli ebrei.
La parabola narrata da Gesù vede protagonista una vedova che chiedeva nelle sedi competenti giustizia ad un giudice. La presenza della vedova nella parabola non è un caso, infatti la legislazione ebraica prevedeva che per la vedova, l'orfano, lo straniero, bisognava rispettare i loro diritti. Se qualcuno non avesse rispettato questa legge, Dio stesso sarebbe intervenuto.
I giudici sapevano di questa norma ma il giudice strano, corrotto ed intemperante che risponde alla vedova agisce come un ateo.
Da una parte la vedova che invoca a buon diritto giustizia, dall'altra un giudice corrotto che le rifiuta quanto le spetta.
Il giudice è un uomo sprezzante, non ha un cuore e scende a compromessi con i truffatori, non avverte intimamente la spinta per operare con onestà perchè vive nella corruzione. Quando il cuore è preso da affari illeciti o vizi peccaminosi, la sensibilità spirituale svanisce e la coscienza si dissolve.
Un giudice che non osserva l'imparzialità del giudizio calpesta la giustizia, non ha un briciolo di  rettitudine. Non è consolante finire davanti a questo giudice, la parabola lo presenta come un uomo venduto al malaffare.
L'arroganza del giudice e la sua condotta disonesta lo illudono di onnipotenza, ignora che dovrà darne conto a Dio. Prima o poi.
Spesso si incontrano persone molto corrotte, sono così accecate da pensare di poter stabilire tutto, vogliono esercitare un potere assoluto, arbitrario e senza rispettare le regole o il Vangelo, e non c'è nessuno che abbia la capacità o la forza di impedire i loro crimini, di condurle a riflettere sul male che principalmente compiono su loro stesse. Calpestare la Legge di Dio e i diritti degli altri manifestano una persona che ha perduto la saggezza e la ragionevolezza.
Dall'altra parte c'è una vedova che cercava giustizia da molto tempo senza ricevere alcuna risposta. I più deboli e quelli che fronteggiano personaggi corrotti, patiscono molte pene per ottenere quanto spetta di diritto. I cattivi trovano accordi sottobanco, sono esperti nell'intrallazzo e non provano un minimo dolore nel causare ingiustizie, danni morali ed economici ai più deboli. La stragrande maggioranza dei cittadini non ha agganci solidi e cerca di risolvere i problemi nel modo migliore: secondo giustizia. Ma non pregano.
La vedova rappresenta tutte quelle persone che nella loro vita hanno patito e subito gravi prepotenze e sopraffazioni e hanno chiesto giustizia ai tutori della legge. In Italia milioni di processi sono bloccati e sono sempre i più deboli a rimetterci tutto. Anche la speranza.
Nella parabola Gesù non presenta una vedova indifesa, è una donna coraggiosa ed è spinta dalla delusione. Insiste nel chiedere giustizia e bussa con insistenza, fa rumore, grida a squarciagola, si fa sentire da chi non voleva ascoltarla per cattiveria.
Da un lato Gesù indica che alla fine ebbe giustizia perchè il giudice provò timore delle reiterate insistenze della vedova, ma non lo fece con amore, come atto di giustizia. Non volle pensare neanche alla verità espressa dalla donna e la cattiveria che conservava nel suo cuore.
Dall'altro lato Gesù indica nell'insistenza della vedova la vera preghiera, ovviamente accompagnata dalla Fede e dell'amore.
Il giudice non fa giustizia alla vedova per compassione, pietà o amore, questo non importa a lui, non pensa neanche al senso di giustizia che dovrebbe portare con sè, a lui interessa far smettere la donna dal rumore. Invece Gesù vuole sentire il rumore delle nostre parole che con insistenza ripetono una richiesta di Grazia e Lo amano, adorano, cercano. Gesù ci fa sempre giustizia proprio perchè continuiamo ad insistere nella richiesta. Lui è il sommo Giudice.
Il giudice della parabola si annoia e incattivisce nel sentire gridare la donna, Gesù è felice quando Lo cerchiamo con amore.
Noi preghiamo un Padre buono e misericordioso, che è giusto in modo infinito. La pietà di Dio verso ognuno di noi non ha limiti, ci ama così come siamo e ci invita ad avvicinarci alla sua Verità. Gesù non si stanca mai di aspettarci, di ascoltarci quando ci rivolgiamo a Lui, soprattutto quando andiamo davanti al Tabernacolo ogni giorno anche per dieci minuti e dopo averlo adorato e ringraziato, gli apriamo il cuore e riveliamo gioie e pene.
Dobbiamo rivolgerci a Gesù con insistenza e con molta fiducia, non si deve avere timore di chiedere le Grazie necessarie perchè lui è l'Amore che vuole donare a tutti la gioia della vita. La vedova chiedeva giustizia ad un uomo corrotto, noi chiediamo aiuti e benedizioni a Dio, il Creatore di tutto. La vedova ottenne quello che voleva per l'insistenza, noi otteniamo Grazie perchè siamo suoi figli, e le Grazie arrivano secondo i tempi di Dio.
Non dobbiamo mai arrenderci nella preghiera, è vero che se si tratta di cambiare il cuore di una persona occorre tantissima preghiera e penitenze. Altra cosa è invece una Grazia  personale, riguardo la propria vita. Molti peccatori non si convertono nonostante fiumi di preghiere recitate da familiari e conoscenti per il libero arbitrio di cui godono.
Dio non fa violenza, devono essere le preghiere degli altri ad arrivare a causare il suo Divino intervento, e a quel punto non c'è forzatura, sono state le numerose preghiere a superare l'ingiustizia di quel determinato peccatore.
Se penso a qualche peccatore che ha ricevuto tanto da Gesù e che ha commesso ingiustizie, crudeltà, empietà, senza limiti e ovunque, rimane ovvio che neanche le preghiere di tutti i Santi della storia riuscirebbero a fargli ottenere una sola Grazia perchè quelle preghiere non arrivano mai a superare le sue cattiverie.
E la profonda cattiveria diventa bestemmia contro lo Spirito Santo.
Dio agisce con una perfetta giustizia, per convertire un grande peccatore occorrono più preghiere e sacrifici della gravità dei peccati commessi.
La parabola di oggi ci spinge ad avere pazienza nelle avversità, sono tante le situazioni dolorose che incontriamo nella vita, spesso vediamo la gratuità con cui i cattivi ci danneggiano, la loro freddezza nel calcolare le inique iniziative, il cinismo che li copre, la spietatezza utilizzata per raggiungere obiettivi opposti al Vangelo e simili a quelli compiuti dai criminali.
Le avversità ci accompagnano sempre, la nostra Fede e la preghiera ci fanno superare subito molte di esse, e Gesù è sempre vicino.
Ogni genere di avversità dobbiamo vincerla con la preghiera, non c'è nulla più importante della preghiera, il maggior tempo possibile deve dedicarsi alla preghiera. Nelle discussioni familiari, nelle incomprensioni tra amici e al lavoro, nelle prove dolorose, nelle ingiustizie di chi ci odia, nel mancato lavoro, nel sopruso dei cattivi, nell'invidia che scatena le diffamazioni, nelle malattie, per ogni sofferenza c'è solo la preghiera per vincere il Male.
Chi prega bene e vive secondo il Vangelo, ha una grande speranza e sa che Gesù prima o poi darà ad ognuno quanto merita!
Il Vangelo ci dice che la preghiera deve essere fatta senza interruzione, anche quando si compiono lavori intellettuali e materiali tutto può diventare preghiera se si compiono insieme a Gesù, volendo compiere la sua volontà in ogni circostanza. Chiedere questo a Gesù, Lo rallegra molto, non solo Lui vive in noi anche durante tanti lavori mentali o materiali, ma diamo gloria a Lui perchè li compiamo per amore suo, offerti al suo mite Cuore.
La preghiera deve diventare vita se vogliamo fare sempre la volontà di Dio, si può cadere nel peccato per debolezza o negligenza, e con forza e pentimento ci si rialza presto. La vita diventa preghiera se amiamo tutti e desideriamo il bene di tutti, se mettiamo la retta intenzione in ciò che facciamo, diciamo e desideriamo fare. È possibile pregare sempre con le preghiere vocali e con la propria vita se si conosce bene Gesù e si vuole fare tutto quello che chiede Lui.
I buoni sono felici, i dissipati non gioiscono perchè ondeggiano tra Bene e Male. Chi prega bene e con insistenza ottiene le Grazie.
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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