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mercoledì 11 settembre 2013

2585 - Commento al Vangelo del 11/9/2013

Dal Vangelo secondo Luca (6,20-26)
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il Regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel Cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
 
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Anche San Luca riporta i "guai" di Gesù, però prima inneggia ai beati, sembrano due brani complementari, forse l'Evangelista vuole dirci che le beatitudini stanno all'adesione al Vangelo di Gesù, mentre le maledizioni stanno al peccato di coloro che soprattutto amano il peccato. Ogni essere umano stabilisce con le scelte e la sua stessa vita, quale sorte finale aspettarsi.
Non è vero che chi non prega non patisce sofferenze, le valuta in un altro modo e le dimentica ricorrendo a tutto ciò che è peccato, ma i cristiani sanno bene che la sofferenza momentanea è un mezzo di redenzione e di salvezza eterna. Da qui scaturiscono per gli uni i "guai" e per gli altri le Beatitudini.
Sia per i "guai" che per le Beatitudini San Luca nella sua redazione ne riporta 4 ciascuno, invece San Matteo riporta 7 "guai" e 8 Beatitudini. L'essenza degli insegnamenti è identica, ma la finalità del Vangelo redatto da San Luca riporta la sintesi, considerando che il Vangelo di San Matteo era stato scritto prima e già conosciuto in Israele.
San Luca utilizza il metodo della comparazione e mette di seguito sia i "guai" che le Beatitudini, ma il messaggio che vuole dare è quello della misericordia, invita il lettore a riflettere sulle conseguenze dei peccati ed incoraggia i beati a proseguire nella via della Verità. Afferma che bisogna amare sempre, non si deve prima far scattare la simpatia o l'interesse e poi fingere di amare. Chi ama comprende tutto in una dimensione più spirituale.
È beato chi osserva la Legge di Dio e la rende visibile con le sue opere e con la stessa vita, lui diventa un segno che rimanda a Dio. Lasciando perdere gli invidiosi e i diffamatori che daranno amaramente conto a Dio, se voi mostrate le virtù cristiane in ogni circostanza le persone oneste e buone resteranno edificate, osservando voi loderanno Dio. In queste circostanze siete beati perchè con la vostra vita integerrima testimoniate Gesù Cristo.
La preghiera di un credente che vive nelle Beatitudini è accolta, ma la preghiera di chi vive nei "guai" non è mai accettata da Dio.
Le Beatitudini le vivono i credenti che si trovano in difficoltà e nessuno è esente dalla sofferenza. Bisogna vedere l'approccio e l'impegno profuso per attuare questi insegnamenti. Come credenti non possiamo rimanere indifferenti dinanzi ai disagi degli altri, di quelli meno fortunati o ammalati e senza denaro per pagare le medicine. Se non riusciamo ad amare i fratelli che vediamo come potremo amare Dio che non vediamo?
A me fanno tenerezza tutti i poveri, anche i barboni, essi fanno scelte incomprensibili o sono costretti dagli eventi, così ci sono quelli che dormono in qualche ritrovo mentre altri scelgono il marciapiede. All'inizio degli anni '90 passando da Milano aiutai per qualche giorno l'Opera famosa di Fratel Ettore e poi saltuariamente quando potevo un'altra comunità a Palermo che aiuta i barboni. In queste circostanze si visibilizza ancora meglio il Vangelo e comprendi bene il significato della Beatitudine: "Beati voi, poveri, perché vostro è il Regno di Dio".
Per San Luca i poveri sono quelli effettivi e non solo quelli che non hanno qualcosa e non la desiderano. Qui l'appello è rivolto ai poveri effettivi, quelli che non hanno nulla, gli oppressi, i diseredati, gli emarginati, i disprezzati. "In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a Me" (Mt 25,40).
Sappiamo che quando una persona gode di perfetta salute o è benestante non si cura della vita spirituale, non ne ha neanche tempo perchè tutto il tempo è impiegato in cose mondane. Perchè recitare il Rosario se nell'illusione di una vita frivola si inganna di vivere qui il suo "paradiso"? Perchè pensare al Vangelo che richiede rinunce, penitenze e amore, quando è più dilettevole pensare ai piaceri del mondo e ad organizzare altro gradito ai sensi?
Di contro, ci sono molti che vivono nella sofferenza e non si rendono conto che quella sofferenza un giorno li porterà in Paradiso!
Nella sofferenza di qualsiasi natura si scopre la pochezza personale e si vede la grandezza di Dio Padre, così si inizia a pregare e a lasciare i peccati. Nel mondo c'è un esercito immenso di poveri, sfruttati, miseri, umiliati, angariati, diseredati, disprezzati. Tutta questa gente non vale niente per il mondo, solo Gesù si rende presente ad essi con la sua Provvidenza utilizzando persone buone. Egli ai poveri dona la pace, la speranza e la dignità nonostante il loro stato miserevole.
I poveri e gli umiliati subiscono privazioni avvertendo nel loro intimo che in Cielo riceveranno una ricompensa grandissima! Chiediamoci tutti noi quale ricompensa ci aspettiamo in Cielo, cosa ha preparato Gesù per noi, anche se Lui desidera esclusivamente la nostra santificazione.
Dio ricchissimo si fece povero per salvarci, chiede a tutti noi di diventare interiormente poveri di vizi per ottenere la sua ricchezza!
"Che cosa ha trovato Gesù nella povertà per amarla tanto e preferirla alle ricchezze? O sbaglia Gesù Cristo o si sbaglia il mondo" (San Bernardo da Chiaravalle).
 
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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