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mercoledì 4 settembre 2013

2569 - Commento al Vangelo del 4/9/2013

+ Dal Vangelo secondo Luca  (4,38-44)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a Lui. Ed Egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma Egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, Lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che Io annunci la buona notizia del Regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Abbiamo visto la risposta data da Gesù ai compaesani che pretendevano di assoggettarlo al loro dominio e che sentendo che proprio per la loro incoerenza Dio preferiva concedere miracoli addirittura agli stranieri, tentarono di buttarlo dal ciglio del monte.
Così fanno oggi i credenti che tentano di impadronirsi di Gesù con motivazioni banali, con invenzioni false, con metodi non spirituali. Perché? Per dominare gli altri, per esercitare un certo protagonismo. Se qualcuno non è d’accordo, cercano di buttarlo giù dal monte… con diffamazioni e cattiverie.
Questo avviene all’interno della Chiesa in moltissimi gruppi di preghiera, sono davvero molte le contraddizioni che emergono in contesti che si sforzano di apparire santi e con l’apparenza di una forte preghiera.
La vera spiritualità racchiude soprattutto l’umiltà e la verità, non ci può essere ipocrisia e non si cerca il protagonismo, al contrario desidera il silenzio e la contemplazione. Troviamo queste caratteristiche nel messaggio del 2 settembre 2013 dato a Medjugorje:
Un messaggio ricco di spunti, di insegnamenti che devono meditare soprattutto quelli che pregano e seguono Gesù senza una guida sicura. L’appello accorato della Madonna nel messaggio si centralizza in queste parole:  
Non devono essere solamente apostoli, ma umili, soprattutto umili, questa è la vera caratteristica di chi ama veramente la Madonna. Non bisogna illudersi di essere un apostolo mariano se non si lotta contro la superbia per vivere di umiltà.
Solamente rivestiti dall’umiltà che è anche verità, è possibile accettare la Parola di Dio ed aiutare gli altri con vivo interesse.
La Parola di Dio non và interpretata secondo le convenienze ma accolta così com’è, si ascolta nel silenzio la volontà di Dio, verso dove ci vuole condurre ed è sempre qualcosa di spirituale e di umile. 
“Con la Parola di Dio,comprendano il senso della loro vita”. Nel Vangelo si scopre ogni risposta ai dilemmi della vita, non per ultimo si comprende il senso della vita, aspetto non conosciuto dai pagani e da quanti sono lontani da Dio.
La Madonna questa volta indica la via della sottomissione alla Parola per arrivare ad amare la preghiera e comprendere la forza del digiuno. 
È un programma di vita semplice che invita al rinnegamento, ma in questo cammino non si è mai soli, chi si consacra al Cuore Immacolato e si impegna ad imitare la Madonna, è sempre protetto ed aiutato. 
La Madonna prega per noi, per chi si consacra a Lei, però non ci vuole inattivi, ancora ci spinge ad aiutare gli altri animati però dallo Spirito Santo. Non è sufficiente invocare lo Spirito, la sua venuta è resa possibile dallo spazio che gli lasciano nei nostri cuori. Se un cuore è pieno di idoli e di vizi, lo Spirito Santo non vi trova spazio, non vi entrerà mai.
La presenza reale dello Spirito Divino ci guarisce dai mali spirituali e spesso anche fisici.
Alla fine del messaggio la Madonna indica nella benedizione dei Sacerdoti un mezzo potente per ricevere aiuti e liberazioni dalle negatività. 
Anelate alla benedizione di quelle mani che solo Lui ha consacrato”. Queste parole chiariscono senza ombra di dubbio che le mani sulla testa deve imporle esclusivamente il Sacerdote e mai un laico. In passato ho già scritto questo e adesso c’è la conferma della Madonna, nessuno potrà presentare ragionamenti capziosi.
Solo dalle mani benedette dei Sacerdoti si ricevono sante benedizioni. “… quelle mani che solo Lui ha consacrato”.
La Madonna afferma esplicitamente che le mani sulla testa devono imporle solo i Sacerdoti.
Se molti laici continuano ad imporre le mani sui credenti, il male continuerà a regnare in quelle comunità e parrocchie, “chi può capire, capisca” (Mt 19,12). Questo modo sbagliato di interpretare la spiritualità del Vangelo causa dissidi e contrasti con i parroci, ma la Madonna avverte: 
Ecco perché all’inizio del messaggio la Madonna ha parlato di umiltà e dell’unica condizione per seguire veramente Gesù: 

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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