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sabato 24 agosto 2013

2544 - Commento al Vangelo del 24/8/2013

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (1,45-51)
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato Colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il Figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, Io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, Tu sei il Figlio di Dio, Tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità Io vi dico: vedrete il Cielo aperto e gli Angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’Uomo».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Già altre volte ho commentato questo brano del Vangelo molto bello e istruttivo, ci sono frasi che colpiscono più ancora di altre, esse contengono spunti per prolungate meditazioni e conferenze, per chi tiene la Lectio Divina ai fedeli.
La Lectio Divina è lettura riflessiva e ascolto orante -da soli o in gruppo- di un passo della Bibbia, accolta come Parola di Dio. L’invocazione allo Spirito Santo è indispensabile all’inizio, non può compiersi questo studio amoroso senza il suo aiuto, perché è un’esperienza di meditazione e silenzio, di contemplazione e condivisione.
Nella Lectio Divina la Parola di Dio si deve incarnare in noi, attraverso la meditazione e il silenzio diventa sorgente di Grazia, un dialogo intimo e pieno di fiducia con Dio, scopriamo che ci chiama alla conversione, ci invita a vivere e a diventare annunciatori della Parola.
Nella liturgia cristiana, la Lectio Divina (Lettura Divina) è un modo tradizionale di pregare la Bibbia. Innanzitutto è un’operazione dell’Ascolto di Dio, Egli ci vuole parlare attraverso le Scritture. Il tempo dedicato nella giornata all’Ascolto di Dio è sicuramente il più importante. Non c’è mai intimità con lo Spirito di Dio se non si approfondiscono con amore le Scritture, quindi è l’Arte spirituale principale.
La Lectio Divina giornaliera fa diventare capaci di ascoltare ed accogliere la “Parola del giorno”, insegna a metterla in pratica.
L’ascolto della Parola durante la Lectio Divina permette di conoscere con profondità i Comandamenti e il Vangelo storico, si comprende chiaramente che non c’è vita cristiana senza il vero amore verso Gesù e il rispetto del prossimo. Non si nasce buoni, si diventa con lo sforzo quotidiano avendo bene in mente cosa bisogna compiere e quali opere bisogna evitare.
La Lectio Divina facilita la pratica delle virtù, è la perfetta preparazione alla lotta contro le tentazioni, permette di determinare le modalità per vivere da buoni cristiani. Consideriamo che molto spesso si richiede uno sforzo non umano per superare sofferenze o incomprensioni o persecuzioni, è la forza che solo Gesù può donarci e nella Lectio Divina si chiede di ottenerla, perché nella riflessione si scopre di non averla e che solo Lui può aiutarci.
Ascoltare la Parola di Dio e metterla in pratica non è un impegno facile, chi afferma il contrario non conosce la Parola o la disprezza…
Ogni giorno possiamo metterci in preghiera mentre meditiamo il Vangelo e chiediamo a Gesù di aiutarci a comprendere bene il significato, farci capire quale parte della Parola dobbiamo vivere meglio in quel giorno, donarci la forza spirituale per praticarla come vuole Lui. Nella Lectio Divina oltre a conoscere meglio Gesù, conosciamo profondamente anche la nostra vita interiore.
La Lectio Divina si divide generalmente in quattro gradini, conosciamoli tutti:
1) Il primo gradino di questa forma di preghiera è la lectio (lettura), si comincia con la lettura di un brano breve della Bibbia lentamente e con attenzione (scrutatio). Nella scrutatio si sceglie uno o più passi biblici collegati ad uno specifico argomento e si passa alla lettura di questi passi.
Però non tutti quelli che studiano in modo sapienziale la Bibbia sono preparati, può esserci un problema di interpretazione della lettura del brano biblico, si può addirittura dare una spiegazione diversa o troppo personale.
2) Il secondo gradino è la meditatio (meditazione). In questa fase si riflette sul testo scelto.
3) Il terzo gradino è la oratio (preghiera), qui si prega per mettere in atto la Parola meditata o cercare di comprendere la volontà di Dio.
4) Il quarto gradino della Lectio è la contemplatio (la contemplazione), si rimane in silenzio per fare parlare la Parola.
Il Santo che festeggiamo oggi era un attento studioso della Parola biblica. Nel Vangelo viene posta una domanda sul saggio apostolo Bartolomeo e la sua permanenza sotto l’albero di fichi. Non è un dilemma esistenziale, però è questa conoscenza di Gesù a stordire Bartolomeo, quindi nessuno poteva sapere il motivo della sua sosta sotto l’albero di fichi se non Dio. 
Ma prima di arrivare a questo, leggiamo cosa gli dice Filippo: “Abbiamo trovato Colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il Figlio di Giuseppe, di Nazareth”. Filippo indica Gesù come Figlio di Giuseppe e non Dio, infatti ancora non poteva capirlo, ma Bartolomeo non nega né accetta, fa un’osservazione acuta e popolare: “Da Nazareth può venire qualcosa di buono?”.
Non rifiuta la rivelazione di Filippo, però vuole capire questa novità, come poteva nascere a Nazareth il Messia.
Essendo intelligente, Bartolomeo và a trovare Gesù, ma è Filippo che lo accompagna e questo ci indica che dobbiamo accompagnare i peccatori davanti al Tabernacolo, questo apostolato si compie se si cerca la salvezza eterna dei familiari e dei conoscenti. Bartolomeo và perché l’invito di Filippo obbliga ad andare: “Vieni e vedi”. Se non vieni vuol dire che non vuoi vedere e allora sei responsabile della tua pigrizia spirituale.
La più grande sorpresa della vita di Bartolomeo avviene quando Gesù rivela quanto un uomo normale non può sapere: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Però qui devo introdurre un ulteriore commento: qualcuno poteva avere parlato bene di Bartolomeo a Gesù e Lui già conosceva molto su di Lui. Questo giochetto avviene con i falsi veggenti o con i maghi o con i santoni: essi prima ascoltano di nascosto cosa dicono gli amici di determinate persone e poi fanno finta di rivelare fatti molto personali. Riscuotendo un grande successo…
Gesù non ha bisogno di suggerimenti né di amici imbroglioni, Egli conosce perfettamente tutto e il futuro di ognuno.
Infatti Gesù appare così innocente che subito Bartolomeo dice: “Come mi conosci?”. “Prima che Filippo ti chiamasse, Io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”. Qui c’è la rivelazione di Gesù che lascia Bartolomeo esterrefatto, mai avrebbe immaginato il potere della conoscenza interiore in un Uomo, intuisce che se nessun uomo normale è capace di leggere il pensiero, solo Dio può fare questo! Gesù è il Figlio di Dio!
In pochi istanti Bartolomeo rivede la scena quando si trovava sotto l’albero e la conoscenza perfetta di Gesù, ed essendo una persona onesta e saggia riconosce che Gesù è Dio. “Rabbì, Tu sei il Figlio di Dio, Tu sei il re d’Israele!”. Solo questa rivelazione di Gesù poteva suscitare in Bartolomeo il sublime stupore, ma lui merita grande ammirazione per la capacità di ricredersi immediatamente e di accogliere un’altra verità.
Grande umiltà e verità troviamo in Bartolomeo.
Molti invece sono falsamente convinti di possedere ogni verità e non cambiano parere per non dover ammettere i loro errori.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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