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venerdì 16 agosto 2013

2528 - Commento al Vangelo del 16/8/2013

+ Dal Vangelo secondo Matteo (19,3-12)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all'inizio però non fu così. Ma Io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il Regno dei Cieli. Chi può capire, capisca». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Sono molte le cause che determinano i divorzi e le separazioni, non si riesce a stilare una dettagliata classificazione in un breve spazio come questa newsletter. Non è tanto l’emancipazione femminile a fare scattare vertiginosamente i casi di divorzi e separazioni in Italia, per non parlare del mondo pagano, non è qui l’inizio della colpa, bisogna cercarla soprattutto nella mentalità moderna che mette al centro il piacere.
I mass-media hanno amplificato notevolmente e aperto autostrade all’immoralità selvaggia, hanno parlato di libertà sbagliando il pieno riferimento del significato, hanno invitato marito e moglie ad una convinta indipendenza morale.
È vero che oggi la donna è più provocatrice rispetto ad alcuni decenni fa, anche l’uomo è diventato più dissoluto di prima.
Uomo e donna fanno parte della stessa società, i messaggi li assimilano entrambi, la mentalità si è trasformata in entrambi e allo stesso tempo è scaduta la preghiera, in moltissimi casi è scomparsa, rimanendo senza alcuna protezione spirituale. Dimenticando e spesso calpestando i valori morali.
Da un lato il bombardamento ininterrotto dei messaggi moderni della vita libertina, dall’altro il dissolvimento di ogni riferimento sacro, la piena dimenticanza di Dio. Ne scaturisce dai due aspetti una visione relativistica della realtà, dove tutto è permesso o lecito, non esiste più il peccato, la vita è una sola e deve appagare pienamente i sensi. Ma non lucidamente! Non è un problema di intelligenza perché questa concezione pagana della vita non è una mancanza di capacità intellettiva ma di lucidità.
Sono sbagliati i riferimenti morali, in realtà questi non esistono in essi e sono altre le convinzioni che dettano le ragioni della loro vita, tantissimi hanno assunto o formato idee opposte al Vangelo di Gesù. Non condanno queste persone, è la mentalità sbagliata che necessita di una trasformazione. Gesù vuole salvare tutti i peccatori, li invita alla vera conversione: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori” (Mc 2,17).
Và evidenziata la debolezza spirituale presente nelle persone che vogliono soddisfare tutti i pensieri che arrivano alla mente, persone in balìa delle tentazioni, incapaci di resistere anche al più piccolo stimolo verso il peccato di sessuale. Questo è il vero motivo di molti adulteri, del sesso tra gli adolescenti, della perversione di persone mature con i bambini, dell’omosessualità, del rifiuto del coniuge per una nuova simpatia fisica.
Oggi l’attrazione fisica, la voglia di provare ogni forma di piacere, soprattutto se è trasgressivo, è lo stile di vita, si cerca il piacere sotto ogni forma, il piacere ha il dominio sulla volontà, anzi questa è annullata perché è l’istinto a dominare la persona. Si comprende di conseguenza che la sfera spirituale è completamente assente.
Nessun divorzio è giustificabile, esistono però circostanze in cui si rende opportuno staccarsi dal coniuge per motivi di sicurezza personale e altre ragioni che bisogna esporre al Padre Spirituale. Non si parla di divorzio, è una separazione momentanea o definitiva se i motivi sono gravissimi, è misura preventiva per evitare episodi di pericolosa violenza. Ma non si ricorre mai al divorzio.
Le sbandate nel matrimonio possono avvenire ad entrambi i coniugi, secondo i dati c’è la prevalenza degli uomini nella rottura della coppia, nel disfacimento della famiglia. Anche la donna ha le sue debolezze, non sto qui ad analizzare l’impossibile statistica e le debolezze. Sia uomo che donna lontani da Gesù e dalla preghiera sono particolarmente vulnerabili e non riescono a resistere a pressanti tentazioni.
Il coniuge che ha Fede deve pregare molto ogni giorno per la salvezza del proprio matrimonio, per la famiglia.
Possono in certi casi esserci serie motivazioni per chiedere l’annullamento per situazioni risalenti al periodo prima del matrimonio, ci sono i capi di nullità che appunto lo rendono nullo, quindi gli impedimenti, i vizi del consenso e i difetti della libertà del consenso. Vediamo adesso i motivi più comuni, pubblicherò sul nostro sito l’elenco completo dei capi di nullità di un matrimonio.
«I vizi del consenso - Vista l’importanza del consenso matrimoniale, come elemento fondamentale e insostituibile per la costituzione del matrimonio, si è sempre data grande attenzione a questa realtà e a quello che, a vari livelli, può impedire un valido consenso. Nella maggior parte dei casi, poi, i capi di nullità del matrimonio riguardano possibili difetti e vizi del consenso (cann. 1095-1099, 1101-1103). Essi possono sorgere da una incapacità psichica, da un difetto volontario del consenso o da un vizio della libertà del consenso medesimo. Prima di presentare brevemente i capi di nullità, si ricorda che -per potersi avere nullità del matrimonio- devono essere presenti al momento dello scambio del consenso.
L’incapacità psichica (can. 1095) è presente quando un nubendo, per cause di natura psichica:
a) Manca del sufficiente uso di ragione (n. 1), e quindi non è capace di quell’atto di volontà che è il consenso matrimoniale, a seguito di malattie mentali o psicosi di tipo permanente, oppure anche per alterazioni delle facoltà mentali di carattere contingente e transitorio presenti nel soggetto al momento della prestazione del consenso matrimoniale;
b) Presenta un grave difetto di discrezione di giudizio (n. 2). Si intende con tale termine sia la capacità di sufficiente valutazione critica dei diritti e doveri essenziali del matrimonio, sia la libera autodeterminazione nel decidere e farsi carico della scelta del matrimonio;
c) Non può adempiere, sempre per cause di natura psichica, uno o più obblighi essenziali del matrimonio (n. 3), come ad esempio il bonum coniugum, la generazione ed educazione della prole, la fedeltà, l’indissolubilità.
L’incapacità deve essere presente al momento del consenso matrimoniale. Essa poi non deve essere confusa con una difficoltà, per quanto consistente, a valutare criticamente e liberamente e ad assumersi la scelta matrimoniale o ad adempiere le obbligazioni essenziali della medesima. È solo l’incapacità, infatti, che causa la nullità del matrimonio. Per la valutazione della causa psichica e della sua gravità, nel corso dell’istruttoria (talvolta anche nella fase preliminare, si ricorre all’ausilio di un perito.
Il difetto volontario del consenso fa riferimento alla simulazione (can. 1101 § 2), ossia alla discrepanza tra consenso interno dell’animo e parole o segni adoperati nel celebrare il matrimonio (can. 1101 § 2). Siamo alla presenza di un atto positivo di volontà, ossia di un attivarsi determinato della volontà effettiva del contraente, una vera decisione con cui si esclude il matrimonio stesso (simulazione totale) oppure una sua proprietà od elemento essenziale (simulazione parziale). Tale atto di volontà può essere posto in modo esplicito (diretto immediatamente verso l’oggetto dell’esclusione) oppure implicito (diretto solo mediamente ad esso), attuale oppure virtuale (ossia posto e non revocato in seguito, per cui continua a produrre il suo effetto).
Vediamo brevemente i diversi capi di nullità:
a) Simulazione totale: si nega la coniugalità del proprio consenso, da cui non si vuole far derivare alcun obbligo, bensì solo eventualmente qualche vantaggio estrinseco, per esempio di natura sociale o patrimoniale;
b) Simulazione parziale, in cui il soggetto vuole il matrimonio, ma lo priva positivamente di un suo elemento o proprietà essenziale. Così, si esclude:
a. La prole, ossia la strutturale ordinazione di principio del matrimonio alla procreazione, oppure, in altri termini, l’apertura alla fecondità del proprio matrimonio;
b. L’indissolubilità, con la volontà positiva di non impegnarsi per sempre, per un motivo ideologico oppure pratico, indipendentemente da come si intenda poi liberarsi dal vincolo (per esempio tramite il divorzio);
c. L’unità/fedeltà, con un’intenzione poligamica o comunque contraria all’esclusività della donazione di sé per il tramite della disponibilità esclusiva e perpetua della propria sessualità genitale;
d. L’ordinazione al bonum coniugum; pur in assenza di un orientamento dottrinale e giurisprudenziale univoco, se ne può ipotizzare l’esclusione alla presenza di una positiva e programmatica negazione alla minimale disponibilità all’aiuto reciproco e al rispetto del coniuge, oppure di una volontà positiva e programmatica dell’imposizione di una vita sessuale gravemente pericolosa e/o immorale.
e. La sacramentalità, sebbene parte consistente della dottrina la riconduca alla simulazione totale, vista l’identità e inseparabilità tra patto sacramentale e Sacramento.
Esistono infine i vizi e difetti che intaccano la libertà del consenso:
a) La violenza fisica o il timore grave (can. 1103). Quest’ultimo deve essere grave (oggettivamente o in riferimento al soggetto concreto), non intrinseco (quindi indotto dall’esterno da uno o più soggetti specifici), anche non intenzionale al matrimonio da parte dell’inducente, per liberarsi dal quale la persona è costretta a scegliere il matrimonio. Il timore può essere anche reverenziale, dove l’oggetto del timore è la perdita del rapporto di predilezione con colui che lo induce;
b) L’errore sulla persona (can. 1097 § 1), ossia sulla sua identità fisica, non sulla sua personalità;
c) L’errore di fatto circa una qualità personale dell’altro contraente (can. 1097 § 2), qualora questa qualità sia voluta in modo diretto, quindi esplicitamente, e principale, ossia prevalente rispetto all’oggetto istituzionale del consenso. In altre parole, la qualità -non frivola o banale- viene posta dal contraente come oggetto sostanziale del consenso medesimo, con la conseguente “strumentalizzazione” a essa della persona dell’altro;
d) L’errore doloso (can. 1098), ossia un errore, dolosamente indotto (dall’altro nubente o da terzi), per ottenere il consenso matrimoniale, riguardante una qualità fisica o morale dell’altra parte che, per sua natura, può perturbare gravemente la vita coniugale;
e) L’apposizione di condizioni al consenso (can. 1102): si fa dipendere l’efficacia giuridica del consenso da un fatto ad esso esterno; la condizione può essere propria, ossia de futuro, oppure impropria, ossia de preterito o de praesenti. Nel primo caso, se posta, la condizione comporta la nullità del matrimonio. Nel secondo caso, il suo effetto dipende dall'adempimento o meno della condizione posta, anche se per la liceità serve la licenza scritta dell’Ordinario del luogo».
Oggi il matrimonio è in profonda crisi, chi è arrivato al divorzio si è assunto la responsabilità e la condanna degli altri non serve a nulla, essi in determinati casi portano già le loro pene, noi dobbiamo pregare per loro e chiedere a Gesù tutto ciò che possa giovare per la salvezza eterna. Se hanno sbagliato in un momento di profonda sofferenza, se hanno scelto una nuova famiglia, se hanno dimenticato Dio e il sacro vincolo, non meritano condanne ma la vicinanza spirituale per aiutarli a pregare e a fare parte della parrocchia, anche senza accedere ai Sacramenti.
Nella società molti si chiedono se rimane preferibile il matrimonio apparente, quindi vivere sotto lo stesso tetto ma di fatto separati o quasi, oppure bisogna arrivare al divorzio e ognuno sceglie la sua strada. Chi pensa questo o attua uno dei due modi non prega mai!
Sono interrogativi che può fare uno che non conosce Gesù e non riconosce a Lui il potere di cambiare le persone e salvare i matrimoni. Occorre però molta preghiera, questa è la difficoltà in molti casi. Chi non è abituato a pregare o non comprende la potenza della preghiera, sceglie la via più veloce e si illude di avere risolto il problema. Invece è rimasto e si è aggravato.
Hanno tutta la mia comprensione gli sposi che sopportano l’indifferenza e le molestie del coniuge, uomo o donna, e continuano a credere nella sacralità del matrimonio e non si arrendono. In moltissimi casi la pazienza umana non è più sufficiente, solo la Grazia di Dio dà la forza per non reagire e non fuggire da qualcuno che non si comporta bene. È il vincolo del matrimonio a stoppare le fughe, l’amore alla propria famiglia, ai figli, alla dignità personale.
Richiedono ammirazione quei matrimoni salvati per la capacità di uno dei coniugi di sopportare i capricci dell’altro coniuge.
È vero che alle volte c’è un freno inibitorio per evitare il divorzio ed è il dispiacere personale e quello dei propri familiari, si prova quasi una vergogna vedere fallire il matrimonio sognato nella giovinezza e visto come un sogno da non fare svanire mai. Il divorzio farebbe svanire il sogno, mentre pensare alla gioia soprannaturale di una propria famiglia, nonostante i problemi, è un buon motivo dissuasivo per salvare la stessa famiglia.
Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto. (…) Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. (…) Vi sono eunuchi (casti) che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il Regno dei Cieli. Chi può capire, capisca.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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