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giovedì 11 luglio 2013

2457 - Commento al Vangelo del 11/7/2013

+ Dal Vangelo secondo Matteo (19,27-29)
In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Ho già scritto che nel mondo ci sono molti ricchi che adorano i loro beni, ne hanno fatto degli idoli e si trastullano pensando in grande, hanno una visione della vita più slanciata ma non lungimirante. Perché le ricchezze non fanno aumentare l’acume intellettivo, è invece presente una maggiore libertà nelle spese e non c’è la preoccupazione del domani.
Questa situazione però comporta in realtà la nascita di una forte preoccupazione dei loro beni, quindi l’assenza di preoccupazione del domani si trasforma in agitata preoccupazione del presente, hanno sempre il terrore di perdere qualcosa, pensano più ai beni che all’anima. Gesù a tal proposito disse: “Là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,21).
Nessun ricco che vive lontano da Gesù trova nella sua vita la vera felicità, potrà trovare svaghi e divertimenti ma non la felicità.
Ho appena distinto il ricco che vive lontano da Gesù dal ricco che invece ha incontrato il Signore. C’è l’uno e l’altro, la distinzione non è nelle briciole, effettivamente un ricco che incontra Gesù scopre la vera vita perché si distacca dai suoi beni. Distaccarsi non significa lasciarli, comporta il distacco affettivo verso essi per riversare solo in Dio l’adorazione e il ringraziamento dei beni ottenuti onestamente.
Il punto sta proprio qui, il ricco deve ringraziare Dio per tutte le ricchezze accumulate, anche se prima si trovava lontano dalla Grazia, è stata permissione di Dio l’accumulo delle ricchezze dovute al lavoro o ad una eredità. Tutto è permesso da Dio, Lui permette le ricchezze a condizione che almeno la metà siano distribuite ai poveri, a quanti non hanno nulla. Questa è la dottrina della Chiesa, vi invito a leggere il grande teologo San Tommaso d’Aquino per capire di cosa stiamo parlando.
Ma questa generosità non si trova nei ricchi, forse uno su un milione compie opere di carità, per questo Gesù affermò: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel Regno di Dio” (Mt 10,25). In pratica, il ricco senza la Luce di Dio non riesce a ragionare con amore e con altruismo, egli si considera indispensabile e non necessita di alcun aiuto. Le ricchezze alterano la visione della vita, ci si convince di essere migliori degli altri.
Se fosse saggio e previdente, il ricco ragionerebbe con una grande estensione del cuore, valuterebbe i suoi beni con una visione di amore, comprenderebbe che su 20 milioni di euro tra denaro in banca e proprietà, 5 milioni ma anche 10 milioni di euro potrebbe anche distribuirli tra opere di carità, aiuti ai poveri e alla missione della Chiesa. Non dovrebbe distribuirli in un giorno, negli anni incontrerebbe sicuramente circostanze in Italia e all’estero per fare del bene.
Cosa si porta con sé nella bara e poi al cimitero un ricco che in vita non ha aiutato le opere della Chiesa e i poveri?
È questione di cuore sia l’educazione sia la capacità di fare del bene al prossimo. Il cuore deve adorare Gesù, deve conoscerlo per distaccarsi prima dai beni e poi aiutare chi non ha nulla o non ha avuto mai fortuna. Solo così il ricco potrà seguire Gesù e scoprire quella felicità nascosta al mondo e che nessun ricco -ammaliato dal mondo- ha mai incontrato.
Anche un ricco potrà dire di avere lasciato tutto come gli Apostoli, in realtà egli rimane proprietario dei suoi beni ma attua il distacco del cuore dai beni per fare del bene a quanti vivono nell’indigenza.
Questo lo comprese molto bene San Benedetto da Norcia, il suo distacco dai beni e dal mondo per vivere nella contemplazione e adorare ininterrottamente Dio, lo elevarono ad una santità eccelsa.
Il distacco è il tema di oggi, Gesù non dice a tutti i cristiani di lasciare i loro beni, l’invito viene rivolto ai suoi Consacrati, mentre i laici necessitano dei beni per condurre una vita dignitosa. È sbagliato adorare i beni che si possiedono, anche se si tratta di piccole cose, è sempre sbagliato farsi idoli.
L’invito rivolto a tutti è di non riporre nei beni che si possiedono la speranza e la sicurezza, abbiamo visto cosa è successo in pochi secondi con il terremoto alla benestante Emilia Romagna con i suoi abitanti laboriosi. Hanno perduto molto di quanto avevano costruito con fatica, tuttavia la generosità della collettività ha risanato in ampia parte tale disastro.
Per concludere, oggi il ricco senza Dio si chiude maggiormente in sé e non ti regala neanche un litro di olio, mentre il ricco che ha visto il Volto del Signore nelle piaghe dei sofferenti, aiuta e dona anche agli altri la possibilità di avere un tetto o del cibo.
Da anni nella preghiera contemplo qui dove vivo la costruzione di una grande struttura per accogliere poveri, ammalati da visitare gratuitamente con medici e specialisti volontari. Donare medicine ai bisognosi se non hanno possibilità di comprarle. Accogliere ed aiutare come Gesù aiuta generosamente ognuno di noi, facendo conoscere Lui come Signore della vita.
Forse rimarrà un sogno, non si costruirebbe con aiuti statali ma solo con donazioni private. C’è molto bene da fare, muoviamoci.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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Medaglia di San Benedetto