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mercoledì 5 giugno 2013

2377 - Commento al Vangelo del 5/6/2013

+ Dal Vangelo secondo Marco (12,18-27)
In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei -i quali dicono che non c’è risurrezione- e Lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come Angeli nei Cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il grave errore che Gesù indica ai sadducei oggi è diventato norma di vita, di Dio si ha una conoscenza esteriore, la stragrande maggioranza dei cristiani si limita alla forma e non all'essenza. A quanti Gesù dovrebbe dire: “Voi siete in grave errore”?
“La bocca parla dalla pienezza del cuore” (Mt 12,34), lo diceva Gesù a scribi e farisei quando li apostrofava così: “Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi?” (Mt 12,34). Infatti, chi è cattivo non può dire cose buone, quelle buone che pronuncia scaturiscono dall'ipocrisia e saranno svelate prima o poi.
È il cuore il criterio di giudizio della bontà o della cattiveria di una persona, dal suo cuore nascono contegni cristiani o pagani.
La bocca esprime quello che il cuore custodisce, comunica amore oppure odio, taglia come una spada la dignità altrui o la onora con rispetto, semina veleno oppure una bontà che trasmette gioia negli interlocutori.
La società moderna è segnata dalla ricerca di una identità smarrita e la cerca con i mezzi sbagliati. Nessuno può dare la vera pace interiore se non Gesù, nessuno può trasmettere ciò che non possiede, ma di tutti quelli che inseguono la felicità, solo pochi si accorgono di questo imbroglio. Il mondo non può dare la felicità perché non la possiede, per supplire a questa deficienza inventa molti modelli di vita trasgressivi e che stanno trasformando molte persone in belve.
Sono incalcolabili quelli che vedono scivolare davanti agli occhi la loro vita e non la colgono, presi come sono da mille cose. Forse solo pochi impegni sono importanti, il resto non servirà per la vita eterna. Questo è il fine ultimo della nostra esistenza: la vita eterna. Prima di entrare nell’argomento del Vangelo, rifletto sulla disgrazia capitata al bambino di tre anni, rimasto per otto ore chiuso in macchina sotto il sole cocente.
Sono certo che se il genitore fosse stato vicino alla preghiera, l’Angelo Custode lo avrebbe illuminato sul bambino in macchina prima di scendere oppure dopo una decina di minuti. Oppure, sempre l’Angelo, lo avrebbe fatto chiamare dalla moglie per un motivo qualsiasi e sarebbe venuto fuori il ricordo del bambino, per fare ricordare al padre che lo aveva dimenticato in macchina.
Qui sta la differenza tra chi prega e chi si lascia prendere dalla routine della vita e si preoccupa esclusivamente di essa.
Ho riflettuto sullo stato d’animo che deve avere questo padre… deve sentirsi schiacciato dalla colpa. Se i genitori pregano con fervore in questo tremendo momento, un giorno potranno incontrare il loro bambino in Paradiso, perché tutti risusciteremo con i nostri corpi. È una Verità di Fede esplicitamente insegnata da Gesù. Il Magistero della Chiesa ha in più occasioni ripetuto che si tratta di una risurrezione di quello stesso corpo che abbiamo avuto durante la nostra vita in terra, di quella medesima carne in cui viviamo, sussistiamo e ci muoviamo.
Per questo, le due formule “risurrezione dei morti” e “risurrezione della carne” sono espressioni diverse e complementari della stessa Tradizione primitiva della Chiesa, e si deve continuare ad usarle tutte e due.
La vita non termina qui sulla Terra, ma è un itinerario all’incontro con Dio nella vita eterna.
La risposta che Gesù dà ai sadducei è chiara, ogni anima dopo la morte, attende la risurrezione del proprio corpo, unita al quale starà in Cielo, vicino a Dio, o nell’inferno, lontano da Lui, per tutta l’eternità. I nostri corpi in Cielo avranno requisiti diversi, ma continueranno a essere corpi e occuperanno un luogo, come ora il Corpo glorioso di Gesù e quello della Madonna.
La risurrezione dei morti o risurrezione della carne è un dogma di Fede. Afferma che tutti gli uomini, partecipi della Risurrezione di Cristo, risorgeranno alla fine dei tempi. La risurrezione di tutti gli uomini costituisce, con il Giudizio Universale, la manifestazione del compimento del Regno di Dio e della salvezza, già presenti ed operanti attualmente nella storia.
La Fede e la speranza che il nostro corpo sarà glorificato ci porteranno ad avere per esso il dovuto rispetto.
Oggi al corpo viene tributato un culto lontano da questo tipo di rispetto, anche se rimane indispensabile ricorrere ai mezzi opportuni per evitare la malattia, la sofferenza, la fame, molti non ne hanno un rispetto spirituale. I corpi dei buoni saranno un giorno glorificati, i buoni devono curare e non adorare il corpo, non ci si salva per il corpo ma per suo mezzo ci si può dannare eternamente.
I buoni saranno in Paradiso giubilanti nella gloria, le anime e i corpi si riuniranno davanti a Dio.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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