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lunedì 29 aprile 2013

2294 - Sant' Ugo di Cluny, Abate

Le notizie su questo santo abate dell’abbazia benedettina di Cluny in Francia, fondata nel 910 da Guglielmo il Pio, duca di Aquitania, ci pervengono da ben quattro ‘Vite’ tutte scritte dal 1120 al 1125, praticamente quasi contemporanee, essendo s. Ugo morto nel 1109. 
Egli nacque nel 1024 a Brionnais nella diocesi di Autun, primo degli otto figli del conte Dalmazio di Semur e imparentato con i duchi di Aquitania e con i conti di Poitou. 
Contrariamente ai desideri paterni di farlo diventare un cavaliere, Ugo appoggiato dalla madre, si indirizzò verso gli studi, insistendo riuscì ad entrare nel convento di S. Marcello di Chalon nel 1037, per ricevere un’adeguata educazione. 
Questo convento era stato donato a Cluny da un suo parente, il vescovo di Auxerre, Ugo conte di Chalon. Nel 1039, vincendo ancora l’opposizione del padre, entrò a 15 anni, come novizio nell’abbazia di Cluny e qui nel 1044 a venti anni fece la sua professione e ordinato sacerdote; tre o quattro anni dopo a soli 24 anni, divenne priore maggiore nella celebre abbazia. 
Nel 1048 venne inviato in Germania in missione presso l’imperatore Enrico IV, era ancora in viaggio, quando il 1° gennaio 1049 morì l’abate di Cluny, s. Odilone, Ugo fu eletto come successore il 20 febbraio, insediandosi due giorni dopo. 
Il suo abbaziato durò moltissimo, circa 61 anni e fu diviso tra i periodi trascorsi a Cluny ed i numerosi viaggi nelle varie Case dell’Ordine benedettino, dipendenti dall’abbazia cluniacense e in vari Paesi stranieri; come è noto i viaggi di allora erano fatti a piedi o a dorso di mulo o cavallo, quindi i tempi erano lunghi ed i percorsi pieni di pericoli e difficoltà. 
I suoi viaggi e le date sono state accuratamente tracciate in tutti i particolari, da studiosi della materia; nel 1049 fu a Reims per il Concilio là svoltasi; poi accompagnò fino a Roma il papa Leone IX dove prese parte al Sinodo del 1050; nella Pasqua del 1051 si trovava a Colonia per il battesimo del figlio dell’imperatore Enrico III. 
Ancora lo si trova in Ungheria per fare opera di riconciliazione fra l’imperatore suddetto ed il re Andrea I, durante il viaggio di ritorno, fu catturato dai banditi e liberato poi dopo il pagamento di un riscatto. Nel 1055 e 1056 partecipò a dei Concili in Italia e in Francia; negli anni successivi fu di nuovo a Roma ad un Sinodo e a Firenze per la morte di papa Stefano IX; partecipò al Concilio Lateranense del 1059, presiedette in Francia alcuni Concili Provinciali, tornò a Roma per il Sinodo del 1063, poi è di nuovo in Francia con s. Pier Damiani, che partecipa al Concilio di Chalon, per dirimere una controversia instauratasi tra Cluny e il vescovo di Mâcon. 
Continuando in questa incredibile missione itinerante, tanto faticosa per quell’epoca, Ugo prosegue nella sua opera di legato pontificio nel Mezzogiorno della Francia; nel 1072 è alla Dieta di Worms in Germania, e nel 1073 è in Spagna. Negli anni successivi farà da mediatore tra il papa e l’imperatore a Canossa, incontrerà nei loro luoghi di residenza Guglielmo il Conquistatore, papa Gregorio VII, l’imperatore Enrico IV, il re di Spagna Alfonso VI; nel 1093-94 è al monastero di S. Biagio nella Foresta Nera. 
Quando risiede a Cluny, accoglie papa Urbano II nel 1095, s. Anselmo d’Aosta nel 1097, papa Pasquale II nel 1106. Concluse la sua laboriosissima vita ad 85 anni, il 29 aprile 1109 a Cluny. 
Durante il periodo della sua carica di abate, Cluny raggiunse il suo massimo splendore, nonostante che la stessa abbazia risentì per altri versi, delle sue continue e prolungate assenze; Ugo non era incline ad allargare ulteriormente le fondazioni monastiche, che si ricollegavano all’abbazia madre di Cluny, specie se lontane come in Inghilterra; ad ogni modo se splendore vi fu, dopo la sua morte cominciò un periodo di decadenza di Cluny, che gli studiosi fanno risalire già ad alcune iniziative di Ugo. 
Infatti l’Abbazia fu ridimensionata nel numero di monaci, perché molti furono mandati a popolare le nuove fondazioni; una conseguenza fu che si abbreviò il tempo del noviziato e il tempo della formazione e già nel 1075-1086 la Comunità del monastero dava segni di stanchezza; il progredire della prosperità materiale, provocò fra i monaci una diminuzione dello spirito di povertà e di austerità e un interesse maggiore verso le costruzioni; si mendicava, più che lavorare. 
La provvisoria decadenza dell’Istituzione, com’è nella logica delle cose terrene e che accadde dopo un periodo di splendore, fu certamente ritardata dalla forte personalità del santo abate, durante i sessanta lunghi anni del suo governo. 
Per quanto riguarda il culto, per s. Ugo c’è una particolarità; quando all’inizio del 1120, papa Callisto II visitò Cluny, gli venne chiesto, in base ad alcuni documenti, di riconoscere la santità del grande abate, santità che fino a pochissimo tempo prima, veniva perlopiù dichiarata a grande richiesta popolare. 
Il papa non ritenne sufficienti i documenti presentati e chiese allora un interrogatorio di testimoni; questo è uno dei più antichi casi di una ricerca storica preliminare ad una canonizzazione. Soddisfatto ciò il papa il 6 gennaio dello stesso anno 1120, dichiarò santo Ugo di Cluny, fissandone la festa al 29 aprile. 
Successivamente in parecchi monasteri benedettini, la festa fu unificata nello stesso giorno, per i quattro santi abati di Cluny, Oddone, Maiolo, Odilone e Ugo. La grande reputazione del santo abate, fu associata a quella di altri due grandi personaggi della Chiesa, suoi contemporanei, papa s. Gregorio VII (1020-1085) e s. Anselmo d’Aosta (1033-1109). 
Le sue reliquie furono nel 1220 deposte in una cassa per la venerazione dei fedeli, su autorizzazione di papa Onorio III. Nel 1562 gli Ugonotti (in Francia, i protestanti seguaci di Calvino) saccheggiarono l’abbazia di Cluny e il corpo del santo, dopo un tentativo di salvataggio portandolo nel castello di Lourdon, fu bruciato e disperso al vento con altre reliquie; si salvò solo un frammento del femore.

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