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mercoledì 24 aprile 2013

2284 - Commento al Vangelo del 24/4/2013


+ Dal Vangelo secondo Giovanni (12,44-50)
In quel tempo, Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in Colui che mi ha mandato; chi vede me, vede Colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come Luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, Io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell'ultimo giorno. Perché Io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato Lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E Io so che il suo Comandamento è vita eterna. Le cose dunque che Io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La catechesi di Gesù a tutti coloro che Lo ascoltano rilascia intuizioni precise, non è mai vago, poi ognuno liberamente accetta di credere oppure rifiuta tutto, ma la sua Parola è sempre perfetta. Sapete cosa dà autorevolezza alla Parola di Gesù? I suoi miracoli, la sua vita, i suoi esempi. Oggi Gesù afferma concetti difficili da accogliere per gli ebrei formati ad un’altra fede, ma essi devono fare ricorso a quanto hanno visto compiere a Lui per dargli credito.
Dalle opere si riconoscono sempre i frutti. Ogni albero dà i suoi propri frutti non altri. Ogni persona mostra sempre ciò che è dentro.
Le persone che noi conosciamo non pretendono di vedere miracoli da noi ma la nostra vita coerente quella sì, cercano di ricevere almeno da noi credenti buoni esempi per non soccombere completamente alla società pagana, oramai priva di saggezza. Noi siamo cristiani perché seguaci di Gesù Cristo e lo siamo solamente se Lui vive in noi, se fa parte della nostra vita, se è al centro dei pensieri e delle scelte.
Non possiamo assolutamente separare la Fede in Gesù dalla nostra vita, devono essere collegate altrimenti sorge l’incoerenza fino ad arrivare all’apostasia, cioè alla perdita della Fede, l’abbandono di quanto prima professato e totale diserzione dai principi morali. La perdita della Fede è facile ed avviene molto spesso in coloro che non pregano più bene e non vivono in modo virtuoso.
Dobbiamo constatare che molti cristiani vivono nell’apostasia e non ne tengono conto perché in essi è venuta a mancare anche la capacità di capire chi sono davanti a Dio, se quanto commettono è peccato oppure no. Non hanno più la cognizione del vuoto che si è impadronito della loro vita e non dà più possibilità di elevarsi e vedere.
Molti che vivono nell’apostasia non considerano il peccato qualcosa di grave ma addirittura un bene… Ed insegnano queste eresie!
Come ho scritto ieri è indispensabile entrare per la Porta giusta, confrontarsi con il Vangelo ed impegnarsi nella pratica, molti cristiani invece entrano per tante altre porte sbagliate. Devono essere migliaia le porte che conducono alla perdizione, sono in effetti porte abbaglianti che attraggono con tanti inviti allettanti, tante proposte però opposte al Vangelo. Molti credenti leggono gli inviti ambigui… entrano attraverso quelle porte e il clima amorale li fa cadere nella confusione totale, non sanno più discernere bene e male.
Chi non trova la Porta che è Gesù, cade in un dramma esistenziale. Se non si entra per questa Porta non si comprende il Vangelo.
Oggi Gesù spiega con insistenza che non insegna queste Verità nel suo Nome ma come inviato dal Padre, chiama in causa il Padre ed inizia a guidare gli ascoltatori ad accettare la presenza di Colui che è in Cielo e che non deve più intendersi solamente come Dio. È sempre Dio ma è un Padre perché misericordioso, perché ha un Figlio Divino e Lo ha inviato per salvare ciò che era perduto.
Il passaggio per gli ebrei dall’adorare Dio al Padre non è certamente facile, solo quanti ripongono molta fiducia in Gesù accettano prontamente. Così avviene per tutto il Vangelo: solo chi adora Gesù come Dio non cambia una sola parola, mentre altri che non seguono Gesù e pronunciano il suo Nome per necessità hanno una spedita abilità nel cambiare quello che a loro non piace.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la Parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno”.
Gesù insiste nel presentare il Padre come Colui che invia il Figlio, Lui obbedisce al Padre e così gradualmente aiuta gli ascoltatori a distaccarsi dall'antica credenza. Qui Gesù ripete più volte che Lui è Figlio perché mandato dal Padre che è nei Cieli. Ma quanti Lo conoscono come Figlio di Giuseppe e di Maria, ovviamente sono chiamati ad uno sforzo maggiore per accettare la sua Parola.
È l’azione dello Spirito Santo a cambiare i cuori di quanti accolgono la Parola di Gesù, sottilmente opera e trasfigura, per spingere dolcemente ad accettare ogni espressione del Signore. Quanti rimangono chiusi al Vangelo storico e preferiscono seguire il proprio fittizio vangelo, non solo non entrano per la Porta della salvezza eterna, ma non permettono assolutamente allo Spirito Santo di compiere la sua opera e di cambiare i loro cuori.
Le cose che Io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me”. Il cristiano onesto fa lo stesso: ripete solo le cose dette da Gesù!

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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