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giovedì 21 febbraio 2013

2153 - Commento al Vangelo del 21/2/2013


+ Dal Vangelo secondo Matteo (7,7-12)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».  

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
L’affermazione impetuosa di ieri fatta da Gesù alle folle che si accalcavano era un forte rimprovero, essi volevano solamente vedere i segni. Gesù conosceva i loro cuori e leggeva la mancata volontà di cambiare mentalità. Chiedevano invano, come vanamente seguivano Gesù perché non cercavano Lui ma se stessi. Era un appagamento istintivo, non sarebbe avvenuto alcun cambiamento del cuore.
Gesù si lamentò delle folle, anche se Lo seguivano non chiedevano le cose di Dio, volevano vedere cose umane per rallegrarsi.
Quanto è inutile allora seguire Gesù senza compiere la sua volontà e senza avere alcun desiderio di cambiare il cuore?
Al desiderio delle folle di vedere segni in quel momento, Gesù presentò un segno ad essi incomprensibile: “… non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’Uomo lo sarà per questa generazione”.
Un paragone che sinceramente nessuno poteva cogliere ma Gesù lo stesso anticipò cosa sarebbe avvenuto dopo la sua morte: per tre giorni sarebbe rimasto nel ventre della morte per poi vincerla ed uscire vittorioso contro satana, il mondo, il peccato.
Bisogna brevemente conoscere questo profeta e Santo cattolico, Giona. Leggiamo dall’Antico Testamento: “Il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. Dal ventre del pesce Giona pregò il Signore suo Dio. E il Signore comandò al pesce ed esso rigettò Giona sull'asciutto” (Gio 2,1-2.11).
Gesù rispose con un paragone solenne e difficile da interpretare, però soggiunse che la loro curiosità sarebbe stata condannata nel giorno del Giudizio anche dai pagani, precisamente dalla regina del Sud e dagli abitanti di Nìnive.
Gesù citò questa regina per mostrare ai farisei e agli scribi che essa pur essendo una pagana credette in Dio dopo avere incontrato il sapiente Salomone, figura elevata per gli ebrei. Gesù affermava di essere più grande di Salomone, ma quanti Lo ascoltavano non riconoscevano la sua sapienza Divina.
Gesù indicò anche gli abitanti di Ninive come accusatori degli ebrei dal cuore induriti. L’accusa era molto forte, scribi e farisei si sentivano superiori ai pagani, soprattutto degli Assiri, potenti dominatori e Ninive era la capitale dell’impero assiro. Gli ebrei disprezzavano Ninive e gli assiri. Quindi, se Gesù indica questi pagani come gli accusatori nel giorno del giudizio degli ebrei ipocriti e falsamente devoti, la considerazione che aveva di questi era davvero minima.
Per questo Gesù cita i pagani agli ebrei che Lo ascoltavano ma non assimilavano nulla. La Parola restava fuori dal cuore e dalla mente.
Riguardo il profeta Giona, c’è da dire che era un tipetto, un uomo ancora fragile quando Dio lo chiamò e gli disse di andare a predicare a Ninive la conversione. Giona però ragionò… metto i puntini per evidenziare questa sua scelta di riflettere sul comando di Dio e di non osservarlo con decisa volontà.
Riflettere sulla Parola di Dio è molto importante, lo sappiamo bene, Giona però ragionò per non seguire la Parola di Dio. È diverso. Egli pensò tra sé… che gli Assiri non dovevano ricevere la sua predicazione così non avrebbero conosciuto Dio e non si sarebbero convertiti.  
Fu grave il ragionamento di Giona ma Dio conosceva la sua miseria e non era cattiveria, solo debolezza. Dio lo aveva invitato ad andare a proclamare la conversione per risparmiare a Ninive il castigo che meritava, dopo varie peripezie egli andò a predicare la Parola di Dio.
Nel capitolo 3 del Libro viene descritta la sua missione e il successo, perché contro ogni aspettativa gli abitanti di Ninive gli credettero, proclamarono un digiuno, si vestirono di sacco e Dio decise di risparmiare la città. Ma riemerse l'istinto ribelle di Giona: lui non era contento del perdono divino, voleva la punizione della città di Ninive.
Mi sono dilungato perché la Parola di ieri meritava questo approccio, gli insegnamenti che scaturiscono da quanto ho scritto sono molti, ognuno di voi può disporre di spunti importanti per una revisione giornaliera.
Per esempio: un cristiano deve rallegrarsi della conversione di un peccatore? “Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione” (Lc 15,7). Gesù ci invita a cercare le anime smarrite, già chiediamo con insistenza ogni giorno la conversione dei peccatori. Giona visse circa 700 prima di Gesù, non conobbe il Vangelo e seguiva la legge degli ebrei. “Occhio per occhio, dente per dente” (Es 21,24).
Noi siamo fortunati e benedetti, conosciamo Gesù e viviamo nel suo Amore, seguiamo la sua Legge e non possiamo smarrirci nel vuoto.
Oggi la Parola ci insegna a pregare bene. Bisogna chiedere, avverte Gesù, però non dice che si ottiene subito. Ma qui sta l’inquietudine di molti cristiani, essi vogliono risolvere presto una sofferenza o un disagio, non hanno la forza di aspettare perché la mancata preghiera non ha prodotto la pazienza e l’abbandono in Dio. Vedete quante ricchezze spirituali ci dona la preghiera? Chi non prega è vinto dal suo orgoglio e dalle continue tentazioni dei diavoli.
Oltre a spiegare come pregare, Gesù spiega come è premuroso il Padre nel voler concedere Grazie ai suoi figli che pregano bene. Porta l’esempio di un padre di famiglia, egli procura per i suoi figli e dona ad essi ciò che c’è di buono. Il Padre Eterno ha dato a tutti i suoi figli adottivi quanto aveva di meglio: suo Figlio. Lo ha dato come Vittima sulla Croce e come Cibo in ogni Santa Messa. Quanto è grande l’Amore del Padre per ognuno di noi?
Noi come rispondiamo? Già, riflettiamoci.
Fermiamoci un po’ e conosciamo meglio le nostre azioni e reazioni. Ogni giorno, non per alcuni minuti. Solo così potremo discernere il bene dal male e chiamare ogni cosa per nome. Senza faziosità e istintività.
Gesù poi dice nel Vangelo una frase che i buoni cristiani trascrivono su un foglio e lo mettono in evidenza, dove lo rileggono molte volte: incollato al computer o accanto al televisore, sul tavolo di studio o di lavoro, in mezzo al libro di preghiere che però si utilizza, comunque dove l’occhio ricade spesso. Questa frase se viene osservata, darà la vera svolta alla vita.
“Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti”.

P.S.= Ieri ho saputo di una trasmissione televisiva, “Mistero” su Italia 1, poi ho seguito due servizi sulla Chiesa e riportavano notizie autentiche e non diffamatorie. Con molta correttezza e partecipazione spirituale hanno evidenziato date e fatti avvenuti in questi giorni, sono avvenimenti indiscutibili. Se avrò i video li invierò per conoscere insieme alcuni fatti autentici che stanno causando una grande crisi nella Chiesa.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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