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martedì 4 dicembre 2012

1989 - Commento al Vangelo del 4/12/2012


+ Dal Vangelo secondo Luca (10,21-24)
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Oggi Gesù ripete ai cristiani, soprattutto ai Cardinali e ai Sacerdoti, la stessa affermazione di duemila anni fa: “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono”. A differenza di quanti allora ascoltarono queste parole, noi oggi possiamo celebrare la Santa Messa e trovare Gesù sempre presente nell'Eucaristia del Tabernacolo. Abbiamo Gesù sempre vicino a noi nelle Chiese e non ci interessiamo di Lui, non Lo andiamo a trovare appositamente come si cerca un amico.
A quanti non hanno amore alla Messa domenicale, ripeto che se invece dovessero ritirare anche solo 100 euro in una Chiesa proprio la domenica, lascerebbero tutto il resto per andarci. Oppure 1000 euro per quelli che hanno più praticità con il denaro. L’uomo è pronto a lasciare tutto quando deve ottenere qualcosa di rilevante in dono, non si accorge però che il più grande tesoro del mondo che fa arricchire la persona di virtù, pace e gioia, è la Santa Messa, vero Sacrificio incruento di Gesù.
Affermare che la Santa Messa è il vero Sacrificio del Calvario che viene rinnovato misticamente non è asserzione ovvia, molti celebrano senza credere quanto insegna la Chiesa. E non lo affermo per le deduzioni evidenti che si scorgono dalle loro opere, essi dichiarano senza alcuna difficoltà che la Santa Messa è solamente una preghiera, non il Sacrificio di Gesù.
La Santa Messa non è soltanto il ricordo di avvenimenti passati, ma rende presente e attuale quell'unico e perfetto Sacrificio di Cristo sulla Croce. Affermare il contrario è una eresia.
È un elenco lunghissimo di celebranti che non vivono la Santa Messa perché convinti oramai di nulla, spesso c’è premura per altri impegni e la celebrazione corre veloce, oppure si dà l’impressione ai fedeli di non avere alcun interesse verso ciò che stanno compiendo. Queste convinzioni le hanno prese nei seminari e dai teologi che insegnano teorie protestanti, le hanno ascoltate da conferenzieri cattolici che hanno meno fede dei protestanti, le hanno lette sui libri di famosi scrittori cattolici.
Discorso diverso avviene nelle Chiese dove viene celebrata la Santa Messa con amore e fervore, oltre alle Grazie che scendono dal Cielo proprio per quella intensa partecipazione del celebrante, i fedeli avvertono qualcosa di grande durante il Sacrificio Eucaristico, si sentono avvolti dallo Spirito di Dio e al termine si sentono cambiati in meglio, percepiscono che davvero qualcosa di infinito è avvenuto durante la Messa.
I celebranti che vivono intensamente la Santa Messa sono grandi mediatori di Grazie e durante il Sacrificio le Grazie sono molte.
La sana Tradizione della Chiesa insegna che la Santa Messa è il più grande mezzo di santificazione, è la preghiera infinita di Gesù, Sacerdote e Vittima durante la celebrazione del Sacrificio. Per comprendere questo bisogna essere piccoli, vivere la piccolezza del Vangelo per poter adorare convenientemente il Signore Gesù. “Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli” (Mt 18,4).
Gesù oggi ci parla della grandezza dei piccoli davanti a Dio, sembra un’antinomia o un’incompatibilità ma davvero spiritualmente grandi diventano quelli che in questa vita sono buoni, miti, umili, temperanti, misericordiosi, semplici, onesti.
“Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”. Vivere la piccolezza del Vangelo è compatibile con l’essere anche dotti, infatti i piccoli non sono quelli che ignorano ma al contrario conoscono più di tutti Gesù perché imitano la sua piccolezza. Gesù è stato l’Uomo più grande mai vissuto sulla terra perché Dio, ed è stato l’umile infinito, il mite, buono, misericordioso.
Nessuno più di Lui è stato piccolo spiritualmente, nessuno più di Lui è Dio.
La piccolezza insegnata da Gesù nel Vangelo non si può conquistare in un mese o in un anno, è un cammino che si estende per tutta la vita, ma è piacevole e gratificante. Sono piccoli atti che si compiono ogni giorno e molte volte, gesti invisibili alle volte ma che esprimono l’amore del Vangelo.
Nella giornata sono centinaia le occasioni per praticare la piccolezza del Vangelo, con le parole buone e sincere, con le opere sante, con il silenzio che comprende e perdona, con il sorriso donato a tutti.
Queste pratiche giornaliere unite ai Sacramenti e alla preghiera, trasformano la persona e la svuotano dell’amor proprio, la rendono altruista, buona, onesta, caritatevole. Ogni giorno che passa è uno svuotarsi dell’amor proprio e la trasformazione in creature spirituali, magari ignorate dal mondo ma grandi davanti a Gesù.
Considerate la vita di San Francesco d’Assisi dopo la sua conversione, amò così tanto Gesù da annullare l’amor proprio, divenne umile e semplice come un bambino. Ma era pieno di Spirito Santo e chi lo guardava, riceveva sensazioni buone, veniva investito della Grazia di Dio, perché il Poverello ne era mediatore. Quanta Grazia assorbiva da Dio, tanta ne trasmetteva agli altri.  
Oggi è pressoché impossibile da parte dei cristiani raggiungere la piccolezza del Vangelo, non solo perché non rientrano in se stessi e non si conoscono bene, è la nuova mentalità materialista a guidare le scelte di vita e come deve svolgersi la giornata di quasi tutti i viventi. È scomparso l’altruismo e l’egoismo ha superato il massimo livello, un egoismo che esclude l’altro, anche un familiare, per raggiungere un obiettivo anche non necessario o importante.
Chi non medita ogni giorno il Vangelo, non si rinnega e non prega con amore, non entrerà mai nel cammino della piccolezza evangelica. Resterà sempre egoista, inquieto, carnale.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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