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domenica 25 novembre 2012

1970 - Commento al Vangelo del 25/11/2012, Dom. 34^ t.ord. Cristo Re


Dal Vangelo secondo Giovanni (18,33-37)
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».  Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Nel mondo ci sono re e sudditi. Sono molti quelli che si considerano re per qualche privilegio, per un potere che esercitano spesso iniquamente, per una ricchezza che esaspera altezzosamente la loro vita. Sentirsi re è molto facile, è sufficiente alimentare l’amor proprio e diventare servi della superbia della vita. Ho già spiegato molte volte il significato di questa rovinosa concupiscenza, che significa intemperanza, bramosia, lussuria, avidità.
Chi ama il mondo e non ripone la sua speranza in Gesù, è schiavo della concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e l’ambizione della vita. Nella concupiscenza della carne è il piacere sensibile, nella concupiscenza degli occhi è la curiosità, nell’ambizione della vita è la superbia. Chi vive sotto questa schiavitù non pensa ad altro che ai piaceri immorali, carnali, volgari!
La superbia della vita è una delle tre concupiscenze, “è l’ostentazione di una sicurezza morale falsa e menzognera, la pretesa vertiginosa di decidere da sé ciò che è bene e ciò che è male, misurando tutto l’ambito morale con il metro assoluto della propria coscienza, tanto certa quanto erronea perché svincolata dalla legge eterna naturale inscritta dal Creatore in ogni uomo”.
La superbia della vita è una condizione negativa e sempre opposta alla verità, la persona non si rende neanche conto di sentirsi re, migliore degli altri, fino al punto di disprezzare gli altri con gli sguardi di compatimento e le parole ipocrite. È davvero facile farsi re di se stesso, di un regno illusorio e di un riconoscimento inesistente, a causa dei peccati ripetuti e di un progressivo allontanamento dallo Spirito di Dio.
La ripetizione dei peccati mortali non confessati, porta l’anima ad una condizione davvero disgraziata e arrogante.
Considerando l’aspetto spirituale, i re sono quelli che non riconoscono Gesù come Signore e vivono agitati da progetti di grandezza, anche se non realizzabili. I sudditi invece riconoscono Gesù come loro Signore e trovano la pace dei sensi, anche se non subito ma con il tempo e con un impegno costante.
Non tutti i cristiani arrivano a comprendere la ovvia regalità che Gesù deve esercitare nelle loro anime, una regalità che è autentica quando si cerca di adempiere la sua volontà, quando le scelte di vita sono conformi al suo Vangelo.
Oggi celebriamo la 34ª domenica del Tempo Ordinario, è l’ultima domenica dell'anno liturgico, una Solennità di Cristo Re dell'universo che già ritroviamo nell’Epifania, nella Pasqua e nell’Ascensione, ma oggi la Chiesa vuole mostrare il titolo che merita Gesù, quello che tutti i potenti della terra di tutti i tempi neanche sognano. Come si spiega allora questo potere violento che esercitano i diavoli nel mondo? Gesù lo ha spiegato con la famosissima parabola che inizia così: “Ecco, il seminatore uscì a seminare…”. Il punto che voglio focalizzare è alla fine della parabola, quando in disparte gli Apostoli chiedono la spiegazione.
«Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo”. E i servi gli dissero: “Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”» (Mt 13,25-30).
In questi tempi satana spadroneggia nel mondo, è il suo momento, Dio però interverrà per liberare l’umanità dalla schiavitù.
Vedete come oggi il Vangelo presenta Gesù? Nell’aspetto più ignominioso della sua vita, nell’umiliazione infinita davanti a personaggi degni di ben altra condizione. Ecco quello che il Signore ci dice in questa Solennità: non è il potere umano a farci grandi davanti a Lui, è la nostra adesione alla sua volontà a trasfigurarci e renderci creature divinizzate.
Non possiamo esaltarci di nulla ma solo pentirci dei peccati commessi, quanto abbiamo fatto di buono è tutta Grazia di Dio. Sicuramente dobbiamo partecipare con la nostra vita impegnata ed autentica, e solo se osserviamo la sua Parola i nostri meriti sono grandi davanti a Dio. Qui sta il bivio che bisogna scegliere ogni giorno, sono moltissime le circostanze nella giornata che necessitano di scelte delicate.
Vediamo che la regalità di Gesù è una regalità di servizio, è una infinita donazione di sé all’umanità, il suo Regno è compenetrato nell'amore e non nel potere, nella verità e non nella menzogna, è Spirito di bontà e non di odio, esercita la vera giustizia e non la cattiveria e l'egoismo malvagio che è presente nel mondo corrotto.
Gesù è il Re che vincerà sempre e infallibilmente tutto ciò che si oppone alla Verità e alla Giustizia, è Lui la nostra unica speranza.
Cristo solo è il Re dell'universo, ma il suo è "un regno di giustizia, di amore e di pace". Non seguiamo un Re sconfitto, Egli trionferà.
È un Re assolutamente unico e ontologicamente diverso dai re dispotici, falsi e oppressori che la storia ha mostrato. Gesù ha donato la sua Vita per i suoi sudditi, nessun re ha mai fatto questo, al contrario quelli che esercitano il potere umano conducono i sudditi all’esasperazione. I potenti del mondo, quanti esercitano il potere temporale dovrebbero guardare l’unico Re dell’universo e imitare la sua bontà e la piena donazione ai suoi sudditi.
Invece, sono proprio i potenti e i piccoli re del mondo a schierarsi contro il vero Re che li ha creati dal nulla e nel nulla li rimanderà.
Il dialogo tra Gesù e Pilato ci mostra la realtà del Regno di Gesù: “Il mio regno non è di questo mondo?”.Gesù non è un re terreno che cerca di appropriarsi di territori, è assolutamente l’opposto, Egli cerca solo i cuori in cui dimorare da Re. Le leggi di Gesù sono completamente opposte alle finalità umane, sono regole improntate sull’amore, sul perdono, sulla verità. In nessun modo si fa ricorso alla forza o alle armi, non c’è una lotta per conquistare beni materiali ma la vita eterna. Questa sì che è una lotta ma contro se stessi.
Nei regni umani si trovano il male e la sete di potere, le tragedie e le guerre per impadronirsi per qualche anno di ciò che presto lasceranno.
L’uomo che persegue qualsiasi forma di potere umano, è sottoposto ad una forma di ambiguità e di ipocrisia nociva per l’anima e che sempre più offusca l’intelletto. I veri seguaci di Gesù sono testimoni e non dominatori, soprattutto quelli che vengono chiamati uomini di Chiesa devono esercitare non un potere ma un servizio umile e sempre più amorevole. Nessuno è padrone delle cose della Chiesa, solo Gesù è il Re, tutti gli altri siamo servitori.
Chi si trasforma in padrone sostituendosi a Gesù, non attrae le anime e non le orienta verso la Verità, lo scandalo che dà è grave e allontana tutti dalla vera spiritualità cristiana. Se non si ferma e non trova il coraggio di verificare la sua coscienza, cadrà nella trappola del dispotismo e di Dio non ci sarà più traccia.
Il carrierismo che oggi la fa da padrone in molti cuori, includono compromessi pericolosi e pienamente devianti dal Vangelo. Sarà difficile per quanti tradiscono Gesù e si sostituiscono a Lui, ritornare a considerarsi sudditi, nel senso benevolo del termine.
La formazione delle coscienze è l’aspetto principale che si deve perseguire quando si segue Gesù, altrimenti si griderà il suo Nome ma ci sarà solo auto glorificazione.
Per noi cristiani Gesù è il Re che ci rasserena anche nei momenti più difficili, ci dona una grande speranza anche nel suo silenzio, ci trasmette la sua forza per sostenere con gioia le fatiche della vita, ci ricolma del suo Divino Spirito per superare le difficoltà che incontriamo e che spesso sembrano insormontabili. Insieme a Gesù nulla ci mette paura, Egli è sempre vicino a noi ed interviene quando è il momento opportuno.
Noi dobbiamo invocarlo spesso nella giornata e avere piena fiducia nel suo Amore e nella sua continua vicinanza.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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