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domenica 21 ottobre 2012

1887 - Commento al Vangelo del 21/10/2012, domenica 29^ t. ord.


+ Dal Vangelo secondo Marco (10,35-45)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
I protagonisti che fanno scaturire la precisazione da parte di Gesù, sono i fratelli Giacomo e Giovanni, citati dalla loro madre per ottenere un posto di riguardo accanto al Maestro. I fratelli sapevano già ciò che la madre avrebbe chiesto, ma in loro due non vedo un atteggiamento arrogante, non cercavano il potere per comandare ma per stare accanto al Signore e ricevere quei benefici promessi da Lui. Anche questa intenzione comunque è sbagliata, la sola richiesta già inquina la retta intenzione di chiunque.
Colpisce che proprio Giovanni si sia lasciato prendere da questa avventata richiesta e cerca la raccomandazione della madre. Questo spiega che se uno come lui ha avuto l’attimo di sbandamento, cosa avviene oggi a quanti queste raccomandazioni nella Chiesa le cercano esclusivamente per avere potere e successo? Giovanni ha tutta la comprensione perché era troppo grande la rivelazione fatta da Gesù in quei tre anni di apostolato, occorreva tempo per assorbire il nuovo Vangelo.
Lo stesso non può dirsi di coloro che dopo duemila anni di Cristianesimo non hanno ancora compreso l’essenza del Vangelo, che è il servizio.
La richiesta inopportuna fatta da Giovanni tramite la madre deve farci riflettere che nessuno deve considerarsi perfetto, né pensare di avere capito tutto. Anche quando si è convinti di qualcosa, con umiltà bisogna pregare Gesù e chiedere la sua Luce per discernere con il suo Spirito, per cercare in ogni cosa la sua volontà. La troppa sicurezza dell’agire e della convinzione oltre ad indicare avventatezza e superficialità, manifestano una dimensione spirituale ancora molto bassa.
È stato un errore impulsivo questo commesso da Giacomo e Giovanni, non avevano ancora capito bene che Gesù insegnava l’amore come servizio verso il prossimo. I privilegi e le cariche non appartengono al linguaggio di Gesù, chi le desidera non appartiene a Lui. Altra cosa quando si riceve una qualsiasi carica idonea e si accetta con spirito di servizio. Cosa che non possiamo dire di tutti i politici italiani e di molti altri.
Nella Chiesa oggi troviamo ancora Consacrati che si impegnano nel portare ovunque l’annuncio del Vangelo di Gesù, nonostante gli acciacchi e le difficoltà anche personali. Ci sono ancora persone straordinarie che credono nella Parola di Dio e si sforzano di diffonderla a tutti. Non pensano ai privilegi né cercano posti d’onore, cercano di portare l’Amore di Dio a quanti non Lo conoscono. Oltre i Consacrati ci sono un po’ di catechisti e di animatori ancora innamorati di Gesù e credono nella potenza del suo Nome.
Nella Chiesa la tentazione dell’applauso e del potere vince quanti non pregano più perché gli onori li hanno sommersi di vanagloria. 
Quando si cerca un riconoscimento sociale, si manifesta che non c’è più una comunione con Gesù, non si lavora per ricevere da Lui la ricompensa. Si cerca un altro tipo di ricompensa che soddisfa la parte carnale, l’orgoglio. Le tentazioni dei diavoli spingono a cercare la gloria umana, il potere che distrugge la vita spirituale, l’applauso che fa compiere ogni opera non in riferimento a Gesù. Tutto viene compiuto secondo i piaceri dei presenti e che ascoltano.
L’ambizione fa parte della natura umana, ma si può sicuramente bloccare il carrierismo e la fame di successo con il rinnegamento e la preghiera. Questo può avvenire anche in famiglia e negli ambienti di lavoro. Se vengono a mancare queste due componenti, nessuno può riuscire a resistere ai violenti e martellanti impulsi che lanciano sottilmente i diavoli.
Nessuno deve considerarsi immune dall’orgoglio che cerca i primi posti, mentre Gesù ci invita a vivere nell’umiltà. Anche ricoprendo incarichi importanti. È lo spirito di servizio che contraddistingue il vero cristiano.
Si dice che in molti uffici non c’è rispetto per il cittadino, viene considerato pressoché nulla e non si mostra una sola gentilezza né un sorriso. La persona sgarbata annuncia di se stessa che non conosce l’Amore di Dio, non è capace di controllare l’istinto, non riesce a donare una minima gioia perché non ce l’ha. Invece, quanta felicità si trasmette al cittadino che si reca in un ufficio ed incontra impiegati gentili e comunicativi, attenti e premurosi. Questo è lo spirito di servizio che ci chiede Gesù.
Guardiamo la vita del Signore, dalla nascita fino alla morte fu un unico servizio alla causa del Padre, non fece altro che servire tutti gli uomini. Lo mostrò nelle opere, rivelando nella sua dottrina una forte esortazione a dimenticarsi di sé per donarsi agli altri. Donarsi con spirito di servizio come faceva Gesù, come Egli si metteva a disposizione di quanti invocavano aiuto e non pensava mai a se stesso. Chi serve gli altri con l’Amore del Vangelo, deve dimenticare le proprie comodità e la ricerca di sé.
Gesù mostrò che servire significa lavare i piedi, come fece nel Cenacolo. È facile parlare, la verità si mostra nelle opere.
Lavare i piedi è l’atteggiamento del cristiano che pratica le virtù e rispetta gli altri, si preoccupa seriamente delle vicende dei familiari e dei conoscenti, è sempre disponibile secondo le possibilità a soccorrere chi soffre, mostra molta pazienza con tutti, è docile alle corrette richieste degli altri. È la disposizione interiore buona ed altruista, perché gioisce del bene degli altri e si addolora dei loro mali.
Gesù rimane nell’Eucaristia in attesa di incontrare i suoi adoratori, questo è il vero servizio che ci propone. Notte e giorno rimase sempre lì a servire quanti Lo cercano. Il nostro cuore deve sempre accogliere tutti e donare qualcosa ad ognuno: un sorriso sincero, un aiuto materiale, una buona parola, un gesto di amore e di pazienza, l’ascolto opportuno.
Chi ama veramente Gesù non cerca la gloria inutile del mondo, cerca di piacere a Lui in ogni luogo, con spirito di servizio.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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