Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

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domenica 9 settembre 2012

1790 - Commento al Vangelo del 9/9/2012, dom.23^ t.ord.


+ Dal Vangelo secondo Marco (7,31-37)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
In virtù del nostro Battesimo siamo chiamati a parlare di Dio, siamo diventati missionari della sua Parola, dobbiamo quindi parlare con le sue parole in un mondo che non è capace di ascoltare Lui e di concentrarsi sulle cose essenziali, al contrario ricerca le cose materiali.
Per testimoniare la sua Parola ci necessitano due cose: l’ascolto e di conseguenza l’annuncio di Dio. Si tratta di comunicare a quanti incontriamo o andiamo a cercare nel nostro apostolato, l’unica Verità Divina esistente e che risulta indistruttibile anche dinanzi le disparati tesi dei più accaniti oppositori di Dio.
Non possiamo comprendere l’entità del miracolo narrato oggi nel Vangelo perché non siamo sordi né muti, almeno nei sensi esterni, è difficile intuire la portata di questo strepitoso miracolo, reso ancora più ineffabile dal fatto che il sordomuto cominciò ad esprimere parole sensate e corrette dopo il miracolo e non aveva mai parlato in vita sua.
Non aveva mai sentito parole perché sordo, non aveva mai parlato perché muto. Eppure dopo l’intervento di Gesù sulle orecchie e la lingua, cominciò a parlare come se lo avesse fatto dalla nascita. Il miracolo di Gesù è stato duplice, oltre a guarirlo dalla sordità e dal mutismo, gli infuse il dono di saper pronunciare le parole e di esprimersi nel linguaggio locale.
Considerate questo sordomuto che non aveva mai sentito né parlato dalla sua nascita, non conosceva le parole, non aveva mai sentito il dialetto locale, non conosceva il suono delle parole, e dopo il miracolo parlava correttamente e nel dialetto locale. Avrebbe dovuto cominciare ad imparare a parlare come avviene per i bambini, invece parlava come un adulto che aveva parlato e sentito correttamente tutta la vita.
È un miracolo nel miracolo: cosa non può fare di meraviglioso il Signore Gesù?
Prima di discutere sull’importanza per noi cattolici dell’ascolto della Parola di Dio, riflettiamo sul fatto che l’uomo in generale è incline ad esprimere continuamente molte parole senza però appoggiarsi alla Parola Divina. Tante parole si pronunciano ogni giorno, tante parole spesso espresse senza rifletterci e senza pesare la loro portata e intuire gli effetti devastanti che causano.
Basta una sola parola avventata o inopportuna per offendere e distruggere amicizie, esprimere giudizi, far soffrire le persone.
Possiamo far tacere le nostre parole spesso vuote di amore e ascoltare la Parola pronunciata da Gesù su ognuno di noi, oltre che al sordomuto: “Apriti!...”. Le nostre parole sono importanti, con una sola parola si incoraggia e si salvano migliaia di anime, si reca conforto e si dona vigore a chi era senza speranza. Usare le parole con vera onestà significa dare molta gioia a Gesù. Le bugie invece lo amareggiano infinitamente.
Certe volte sarebbe preferibile diventare muti piuttosto che esprimere parole offensive o addirittura diffamazioni gravissime, come usano fare le persone inquiete. Il silenzio non è mutismo o segretezza, non si tratta di perdere contatto con la realtà o perdere la comunicazione con gli altri, il silenzio è una virtù molto importante, è serenità, pace, calma.
L’assenza di rumori esterni non è sufficiente per vivere in una condizione spirituale eccellente, il cammino di conversione e di perfezione richiede un considerevole silenzio interiore.
È vero silenzio spirituale quando interiormente si tace, si spengono quelle voci passionali che spingono insistentemente verso i peccati, i vizi, i piaceri immorali. 
Questo silenzio è quiete spirituale, permette di ascoltare la Parola di Dio e di comprenderla come vuole Lui. Senza il silenzio inteso come quiete interiore e che Santa Teresa d’Avila spiega molto bene nel suo capolavoro “Castello interiore”, non si potranno mai ricevere locuzioni da Dio. Quanti falsi veggenti affermano di ricevere messaggi e vivono in una condizione agitata, assolutamente opposta alla disposizione che è necessaria per ricevere rivelazioni da Dio?
In questo libro Santa Teresa d’Avila spiega che Dio parla solo alle anime umili e che hanno raggiunto la quiete interiore: “Il secondo segno è che l'anima rimane in una grande quiete, in un devoto e pacifico raccoglimento e in una disposizione che la porta a lodare Dio”. Più che parlare come ha fatto con gioia e con diritto il sordomuto miracolato da Gesù, dobbiamo saper ascoltare Dio che ci parla attraverso la sua Parola e gli insegnamenti della Chiesa.
È determinante iniziare una verifica personale e capire la differenza tra le parole inutili e quelle che sorgono da un cuore pieno di Dio. Troppe parole si disperdono ogni giorno, questa agitazione logorroica svuota l’anima del buono che ha e impedisce il fervore spirituale, spegne la vita spirituale e non c’è più alcun desiderio di pregare e di compiere opere buone.
Le troppe parole spesso sono piene di vuoto, senza sapienza ed ingannano l’anima.
Invece i genitori devono ogni giorno utilizzare parole sante e ricche di contenuti morali, verso i figli e ogni persona che incontrano. Bisogna abituarsi a pensare bene prima di parlare, riflettere sulle cose da dire e dirle con amore, con mitezza e verità. Parlare insensatamente e mormorare, oltre i molti peccati che si possono commettere per i giudizi e le diffamazioni che vengono fuori, è una gran perdita di tempo. Parlare senza dire nulla… è la manifestazione dell’assenza di spiritualità. Il vuoto interiore viene tutto fuori…
Il sordomuto prima della guarigione non aveva mai commesso peccati di giudizio, dopo la guarigione si trovò nella condizione di dosare le parole o recuperare il tempo perduto… Il sordomuto viveva in una specie di deserto spirituale, non sentiva e non parlava con nessuno, ma con la mente poteva commettere molti peccati.
Il punto non è però questo, voglio richiamare alla vostra attenzione l’importanza del deserto inteso come luogo di silenzio che facilita il silenzio interiore. Pochi cattolici dedicano almeno un giorno al mese a questo deserto, andando in un luogo sacro o in altro luogo silenzioso per ringraziare Gesù, pregare molto per le intenzioni più importanti e meditare sulla vita spirituale.
Ed è importantissimo abituare i propri figli a queste giornate di preghiera, in cui è prevista per loro anche la parte del divertimento. Guardate la maggior parte dei giovani di oggi, perché non pregano, non hanno valori, non cercano Gesù? I colpevoli sono sempre gli educatori, in questo caso i genitori, forse troppo impegnati nelle cose materiali ed esteriori per pensare alle cose di Dio ed interiori. Quando succedono certe disgrazie, le mamme ripetono che i loro figli erano buoni ma non andavano a Messa.
Perché voi genitori non dedicate tempo con i vostri figli, spiegando con amore l’importanza di Gesù? Dovete dare buoni esempi!
Parlare a vanvera impedisce di comunicare bene, anche tra gli sposi e gli amici può venire a mancare la comunicazione per la mancanza di argomenti validi da trattare e si finisce per giudicare, diffamare, mormorare… Per esempio, è difficile vedere una persona mentre dialoga e riceve una telefonata al cellulare, dire al chiamante di richiamare dopo dieci minuti o di risentirsi dopo, perché si considera imperdibile la telefonata ignorando la persona che si ha davanti con cui si deve comunicare. Fateci caso. Non è un difetto di comunicazione con chi si ha davanti, è mancanza di rispetto e di amore.
Chi vive abitualmente nel peccato è un vero sordomuto davanti a Gesù, non sente e non parla il linguaggio del Vangelo.
Gesù guarì il sordomuto perché cominciasse a parlare di Lui, lo investì del compito di testimoniare la sua Divinità, e l’ex sordomuto non poteva perdere tempo in dialoghi inutili, ciarlieri e ripetitivi, aveva avuto il dono di parlare correttamente per dare gloria a Gesù. Chiediamoci se noi siamo in grado di evitare le parole prolisse per non perdere tempo inutilmente e ci sforziamo invece di dare gloria a Dio in ogni circostanza.
Analizziamo il miracolo di oggi. Da come si è svolto questo miracolo sembra che Gesù sia andato proprio a cercare il sordomuto. Era di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea, in pieno territorio della Decapoli, in un territorio non giudeo della Palestina, a sud del mare della Galilea all’oriente del fiume Giordano, insieme agli Apostoli e lontani dai luoghi che frequentava abitualmente. Però in quei luoghi avevano tanto sentito parlare di Gesù e Lo credevano sinceramente il Messia. Gesù trovò già in loro la Fede necessaria per operare miracoli e non si tirò indietro.
Anche a noi Gesù viene a cercarci se viviamo nella sincerità, nell’onestà intellettuale e Lo seguiamo fedelmente.
Cominciamo a saper parlare bene e di cose buone, sforiamoci di ascoltare la voce di Dio che diventa forte in noi quando si meditano il Vangelo e le Scritture, quando si vive in piena comunione con Gesù. Diventa poi naturale usare il linguaggio di Gesù perché si possiede il suo Spirito, si impara ad ascoltare con amore ogni interlocutore e a comprendere la Parola Divina perché chi l’ha ispirata la fa intendere correttamente.
Chi non vuol parlare con le parole di Gesù, manifesta di aver trovato altre soluzioni che si oppongono al Vangelo e le elabora come se fossero di provenienza Divina, commettendo incalcolabili errori. Chi vuol rimanere sordo alla voce di Gesù lo farà con semplicità, basta non ascoltare la voce della coscienza ed ignorare i richiami di Gesù. Come conseguenza si diventa eretico perché sarà impossibile seguire la sana dottrina della Chiesa.
Si impara con facilità a riconoscere i suoni della natura, è pure semplice riconoscere la voce di Dio e seguire la sua volontà. Basta volerlo! Vivere senza la volontà di Gesù è come un sordo che non sente i suoni reali e come un muto che non parla correttamente il linguaggio della verità e della giustizia.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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