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martedì 4 settembre 2012

1778 - Santa Rosalia, eremita palermitana


Rosalia, al secolo Rosalia Scalia, appartenne, secondo la tradizione, alla nobile famiglia dei Sinibaldi. Figlia di Sinibaldo, signore di Quisquina e di Rose, in provincia d'Agrigento (l'allora Girgenti), nacque tra il 1130 e 1134.
Rosalia visse in quel felice periodo di rinnovamento cristiano-cattolico, che i re Normanni ristabilirono in Sicilia, dopo aver scacciato gli Arabi che se n'erano impadroniti dall'827 al 1072; favorendo il diffondersi di monasteri Basiliani e Benedettini.
In quest'atmosfera di fervore e rinnovamento religioso, s'inserì la vocazione eremitica della giovane che lasciò la vita di corte e si ritirò in preghiera in una grotta sul monte Pellegrino dove morì il 4 settembre 1160.
 
Il culto più antico di cui si abbia traccia risale al 1375. In quel periodo in tutta la Sicilia scoppiò una grave pestilenza. Secondo tale culto santa Rosalia apparve ad una vergine di Bivona (in provincia di Agrigento, a 503 mt sul livello del mare, nel cuore dei monti Sicani) dicendole che se avessero costruito una chiesa in suo onore la peste sarebbe cessata (“Andate a dire alli giurati  che mi facciano quivi una chiesa e mi habbiano a devotione, che cesserà la peste ed io sono Santa Rosalia”).    
Non si diede credenza all'evento, così l'anno seguente la santa riapparve, esortandoli un'altra volta. Non appena la chiesa fu fabbricata la peste cessò.
Il culto crebbe negli anni : nella successiva ondata di peste del 1575-76 la santa venne invocata nuovamente e la quasi totalità dei nati venne battezzata col suo nome.
 
Nel 1601 il sacerdote bivonese Ruggero Valenti, all'età di 80 anni, scolpì l'artistico fercolo che ancora oggi il 4 settembre viene portato in processione.
La leggenda del ritrovamento miracoloso delle spoglie di Rosalia è una tipica storia edificante; al passaggio delle reliquie una pestilenza cessa miracolosamente, al che i palermitani per riconoscenza scelgono “a Santuzza” come protettrice della città, dedicandole “u fistinu” (il festino) che si celebra dall'11 al 15 luglio con un carro trionfale, introdotto nel 1686, e un corteo storico in costumi seicenteschi.
 
Il 4 settembre, invece, la tradizionale “acchianata” (la salita) a Monte Pellegrino conduce i devoti al Santuario. Dal 1972 per iniziativa del Comune l'architetto Rodo Santoro ha riprodotto il carro settecentesco e la “Santuzza” continua - tra storia e leggenda - a raccogliere la devozione dei Palermitani e l'ammirazione dei turisti per la spettacolarità della festa. La sera del 14 luglio la processione parte dal Palazzo reale e si snoda lungo l'antico Cassaro, fermandosi dinanzi la Cattedrale e ai Quattro Canti, punto in cui il sindaco della città sale sul carro e depone dei fiori ai piedi della santa, gridando “Viva Palermo e Santa Rosalia”.
Non appena la processione arriva al Foro Italico hanno inizio i fuochi d'artificio che durano fino a tarda notte.
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