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venerdì 3 agosto 2012

1706 - Commento al Vangelo del 3/8/2012


+ Dal Vangelo secondo Matteo (13,54-58)
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Da giovedì 26 luglio 2012 abbiamo iniziato a meditare il capitolo 13 di San Matteo, oggi lo completiamo con la spiegazione di alcuni passaggi importanti e che spesso trovano impreparati i credenti dell’ultima ora o quanti non riescono a trovano il tempo per nutrire le loro anime con la preghiera giornaliera e la lettura spirituale.
Prima di completare il capitolo, voglio ritornare indietro per riprendere il commento che fa Gesù stesso della parabola del seminatore. Abbiamo visto in questi giorni le continue parabole in riferimento al Regno dei Cieli, e nei Vangeli che si sono susseguiti Egli ha detto che si “può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo”; “a un granellino di senapa”; “al lievito”; “a un tesoro nascosto in un campo”; “a un mercante che va in cerca di perle preziose”; “è simile anche a una rete gettata nel mare”.
Oggi dobbiamo comprendere bene la spiegazione della parabola del seminatore, che abbiamo incontrata venerdì 27 luglio:

«Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada.
Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno.
Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto.
Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Ognuno di noi si può ritrovare in una di queste quattro categorie, dubito però che possa farlo chi non si conosce interiormente a causa della poca spiritualità e poca capacità meditativa, ma se invoca umilmente lo Spirito Santo tutto è possibile. Questa spiegazione di Gesù la ritengo determinante sia per i principianti che per i perfetti, ed intendo quella perfezione cristiana possibile da raggiungere in questa vita ma non è quella gloriosa che si avrà solamente in Paradiso.
Vi ho già spiegato che gli stati spirituali del cammino spirituale sono tre: (principianti, proficienti e perfetti) o le tre vie (purgativa, illuminativa e unitiva), devo però precisare che le anime mistiche che si abbandonano completamente in Dio e sono da Lui direttamente guidate anche con l’aiuto di un Padre spirituale, non seguono rigorosamente queste tappe. Si consideri pure che ogni anima che inizia un cammino spirituale serio ed impegnato deve vivere le tre tappe in ogni stato spirituale.
Ritornando alla parabola che può cambiare saggiamente la nostra preghiera e il comportamento in ogni circostanza della vita, ripresento le quattro reazioni del credente quando ascolta la Parola di Dio:

1) ascolta la parola del Regno e non la comprende;
2) l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante;
3) ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza la soffocano;
4) ascolta la Parola e la comprende.

Il capitolo 13 viene completato oggi con la presenza di Gesù a Nazaret, tra i suoi parenti e conoscenti, ma vi andò più per compiacere la Madonna che per parlare a quanti già rifiutavano la sua predicazione esposta in altre città ed avevano sentito che il “Figlio del falegname” compiva addirittura miracoli. Quasi tutti i nazaretani in cuor loro rifiutavano Gesù perché Lo conoscevano come insignificante, di poco conto, silenzioso anche se buono, ma senza cultura perché non aveva studiato come gli altri bambini.
Gesù già conosceva i cuori induriti dei suoi compaesani, e “a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi”.
La storia antica e soprattutto le rivelazioni a Maria Valtorta ci dicono che la Madonna era considerata dai nazaretani come una Donna ingenua, perché non faceva parte del gruppetto delle malelingue, non disturbava nessuna persona con cattiverie o giudizi temerari, era silenziosa e pregava ininterrottamente, era buonissima ed umilissima, inoltre non aveva fatto studiare il suo unico Figlio come invece studiavano tutti gli altri bambini.
Se i nazaretani avevano queste convinzioni sballate e false su Maria Vergine, figuratevi come giudicavano Gesù. E le parole del Signore nella sinagoga di Nazaret non hanno convinto coloro che avevano già determinato un giudizio irreversibile sul Figlio di Maria: non può essere il Messia perché noi Lo conosciamo come uno inoffensivo, mansueto, obbediente, disciplinato silenzioso, pacifico. Altro che Profeta che deve liberare Israele dal potere dei Romani…
I nazaretani non avevano alcuna capacità di rientrare in sé e porsi domande sulla loro condizione spirituale, avevano deciso che Gesù non poteva essere un Profeta né un Santo. La stessa identica sorte è sempre toccata a tutti i Santi canonizzati e posti sugli altari come modelli di vita cristiana eroica, essi sono stati considerati come illusi e nullità, dalle persone accecate dalla superbia e dominate dallo spirito di satana.
Il Santo più fortunato è stato colpito da centinaia di diffamazioni, persecuzioni e violenze morali. Uno di questi è Padre Pio.
Ma questo può avvenire anche a tutti i credenti umili e spirituali, ovviamente in una misura leggera e proporzionata alla loro Fede ed impegno cristiano. Anche ad ognuno di voi i cattivi possono ripetere le parole irridenti che i nazaretani dicevano verso Gesù, e quando sentite che qualcuno vi ha preso di mira per la vostra Fede coerente e profonda, ringraziate Gesù, è la prova che state proseguendo bene e che i diavoli non sopportano la vostra preghiera.
Certo, le offese rivolte a Gesù dai suoi compaesani sono state umilianti e distruttive secondo i loro falsi ragionamenti, essi non avevano la capacità di vedere oltre il sensibile, di percepire Dio in un Uomo, addirittura avevano dinanzi Dio incarnato. Ed è facile anche per voi cadere nelle trappole di satana, facendovi seguire le false apparizioni e rifiutare quelle vere. Facendovi andare ad incontri di preghiera apparentemente buoni per i canti melodici ma non liturgici e non graditi a Gesù, mentre in questi incontri è diffusa la mentalità protestante e opposta alla sana dottrina della Chiesa Cattolica.
Voglio riportare i giudizi temerari e maliziosi fatti dai nazaretani su Gesù per dare un’ultima spiegazione: “Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?”.
Facendo uno studio e una comparazione tra i Vangeli e riportando versetti in cui i nomi citati sopra sono associati a donne considerate loro madri, si evince facilmente che Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda non potevano essere assolutamente fratelli di Gesù, ma semplicemente cugini, anche perché si usava chiamare fratelli e sorelle i parenti più prossimi. La lingua ebraica, poverissima di vocaboli esprimenti i vari gradi di parentela, non ha un termine corrispondete alla parola cugino.
Ma dove sta l’ulteriore malizia dei nazaretani? Con le domande che si ponevano, volevano disprezzare radicalmente Gesù e sua madre, oltre che i parenti: è mai possibile che da tali persone arrivi qualcosa di buono? Non era riconoscimento ma incredulità, ritenevano impossibile che Gesù si innalzasse a tali elevatezze spirituali e che sua Madre fosse la Donna della Genesi, che avrebbe schiacciato la testa a tutti i diavoli e terrorizzato l’inferno per la sua smisurata santità dovuta alla Maternità Divina.
I nazaretani avevano davanti Dio incarnato e la Donna della Genesi, ma rimasero accecati. Anche noi possiamo cadere in questa trappola fatta di superbia e falsità, quindi non giudichiamo mai chi non conosciamo bene, non si conoscono le sue vere intenzioni. È meglio non giudicare mai negativamente.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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