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lunedì 23 luglio 2012

1677 - Commento al Vangelo del 23/7/2012


+ Dal Vangelo secondo Giovanni (15,1-8)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
In diversi commenti al Vangelo ho indicato alcuni segni molto importanti per riconoscere lo Spirito Santo presente in una persona. I segni dello Spirito di Dio manifestano in una persona soprattutto verità perché Lui è la Verità, non è mai possibile trovare Dio in una persona menzognera. La persona che sostiene parole diverse dal Vangelo o mette in dubbio finanche indiscutibili verità filosofiche, è senza dubbio ingannata da satana.
Poi, vi ho scritto che Dio non ispira mai cose inutili, non orienta una persona su questioni frivole né si può invocare Lui per tali casi. Questo indica che Dio muove o orienta un’anima sempre e solo verso cose serie, non cose riguardanti fattori poco importanti per la persona e la sua relazione con Dio.
Questo è un altro segno molto importante per discernere la presenza di Dio in un luogo di apparizioni che qualcuno non riesce a decifrare correttamente. Come vi ho già scritto la scorsa settimana, si stanno moltiplicando le false apparizioni e in molte potete notare la frivolezza e la banalità dei falsi messaggi, che non aggiungono nulla a quelli di Medjugorje.
Un altro segno importante per riconoscere la presenza di Dio in una persona è la docilità ai consigli che vengono dati dal Padre spirituale o dal confessore. Mi riferisco ovviamente ai consigli concernenti la vita spirituale o altri consigli richiesti dai penitenti sulla sfera familiare.
È anche ovvio che tali consigli del Sacerdote devono riconoscersi immediatamente come spirituali e diretti alla santificazione della persona e dei suoi familiari. È impensabile seguire un consiglio che tenda a rovinare la vita interiore di una persona o a farla reagire con odio, per esempio, verso qualcuno invece di indicare la docilità e l’amore.
Più una persona è intelligente e colta più ha la tendenza ad attaccarsi al proprio parere. Proprio queste persone vengono provate dal Padre spirituale se sono docili e interessate ad un cammino spirituale serio e profondo. Per le persone semplici -e indico la semplicità come una grande virtù-, è più facile seguire con docilità i consigli ricevuti dal Sacerdote per il bene delle loro anime.
Questa docilità la ritroviamo nel Vangelo di oggi, Gesù indicava ai suoi discepoli che per rimanere in Lui, per vivere nel suo mite Cuore, è indispensabile proprio la mitezza, la mansuetudine, la bontà, quindi è indispensabile arrivare alla padronanza di sé.
E non è facile riuscire a dominare l’istinto spesso agitato o irrequieto che vuole assolutamente ottenere qualcosa anche se illecita e peccaminosa. Non è facile agire con equilibrio se non viene fatto un buon discernimento nella preghiera silenziosa ed interiore, soprattutto davanti al Tabernacolo dove Gesù Eucaristia ci attende 24 ore al giorno per riempirci di Grazie e guarirci da ogni malattia, per liberarci da negatività fastidiose e donarci la pace interiore.
“Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto”.
La condizione posta da Gesù è semplice, la risposta deve arrivare da ognuno di noi, dalla disponibilità ad accogliere la Parola del Signore e viverla. Questo è il vero cristiano che segue con docilità Gesù. Si dirà ancora una volta che bisogna un po’ sforzarsi per vivere la sua Parola, ma quanti sforzi ognuno compie nella giornata e spesso sono anche fatiche inutili.
“Chi rimane in me, e Io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla”.
Rimanere in Gesù è un impegno di vita certamente notevole, ma siamo noi a stabilire chi vogliamo essere nella vita. Chi sceglie una vita superficiale, corrotta, frivola, non ha alcun desiderio di rimanere in Gesù, non ci pensa affatto, è completamente al di fuori dei suoi schemi.
Al contrario, chi ha compreso il vero senso della vita e ha scoperto che solamente Gesù può riempire l’esistenza di vera pace e profonda gioia anche nelle sofferenze, compie ogni giorno diversi sacrifici per vincere le tentazioni e non agire contro il Vangelo. Ognuno di noi decide la sua vita, dà un indirizzo preciso alla sua storia personale. Quindi, non è Gesù ad allontanare qualcuno da Lui, è l’uomo cattivo a scegliere male e a non rimanere in Gesù.
Lui lo precisa: “Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano”.
Ma Gesù è l’Amore, vuole la salvezza anche dei più grandi peccatori e ci spinge a pregare per la conversione di tutti, ci invita di continuo a seguirlo per la Via stretta ma che è apportatrice di felicità e viva speranza: “… che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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