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martedì 17 luglio 2012

1661 - Beta Teresa di S. Agostino e 15 consorelle, Vergini e martiri


Tutte le rivoluzioni hanno avuto vittime spesso innocenti. Anche la “rivoluzione” cristiana ha avuto in Gesù Cristo la sua prima vittima e, nel corso dei secoli, innumerevoli altre vittime che hanno reso testimonianza con la propria vita: sono i martiri. “Il martirio è la suprema testimonianza resa alla verità della fede; il martire è un testimone che arriva fino alla morte. Egli rende testimonianza a Cristo, morto e risorto, al quale è unito dalla carità. Rende testimonianza alla verità della fede e della dottrina cristiana e affronta la morte con un atto di fortezza” (CCC. 2473). La rivoluzione francese si accanì non solo contro le ingiustizie sociali, ma anche contro la religione e il Carmelo non mancò di fornire così i suoi martiri.
La Comunità delle Carmelitane Scalze si era stabilita a Compiègne nel 1641, provenendo dal monastero di Amiens. A sette anni dalla fondazione sorgeva il convento con la chiesa dedicata all’Annunciazione. Il monastero prosperò sempre nel fervore, splendendo per regolare osservanza e per fedeltà allo spirito, godendo dell’affetto e della stima della corte francese. Allo scoppio della Rivoluzione le monache rifiutarono di deporre l’abito monastico e quando i torbidi accennarono ad aumentare, tra il giugno e il settembre 1792, seguendo un’ispirazione avuta dalla priora, Teresa di S. Agostino, tutte si offrirono al Signore in olocausto. L’atto di consacrazione divenne l’offerta quotidiana fino al giorno del martirio, giunto due anni dopo.
Cacciate, dunque, dal monastero il 14 settembre 1792, le Carmelitane continuarono la loro vita di preghiera e penitenza, divise in quattro gruppi in varie parti di Compiègne e unite dall’affetto e dalla corrispondenza, sotto la vigile direzione di Teresa di S. Agostino.
Presto scoperte e denunciate dal comitato rivoluzionario, il 24 giugno 1794 furono catturate e rinchiuse insieme a Sainte Marie, già monastero della Visitazione, trasformato in carcere. Da Compiègne le sedici carmelitane furono trasferite a Parigi: vi giunsero il 13 luglio e immediatamente furono rinchiuse nel terribile carcere della Conciergerie, pieno già di sacerdoti, religiosi ed altre persone destinate alla morte. Esempio a tutti di tranquillità e di serena confidenza in Dio e, insieme, modello di attaccamento totale a Gesù e alla Chiesa, sapevano effondere intorno a sé anche un raggio di gioia.
Con giudizio sommario, le sedici Carmelitane furono condannate a morte dal tribunale rivoluzionario per la loro fedeltà alla vita religiosa. Giunte ai piedi della ghigliottina, dopo aver cantato il “Veni Creator”, una dopo l’altra rinnovarono davanti alla priora la professione religiosa e furono decapitate. Ultima venne uccisa la Madre Teresa di S. Agostino, che aveva preparato le figlie al martirio e che aveva realizzato in maniera meravigliosa quanto ella era solita dire: “L’amore sarà sempre vittorioso. Quando si ama, si può tutto”.
Il martirio, avvenuto il 17 luglio 1794, dimostrava ancora una volta il potere insuperabile dell'amore di Cristo.
 
Dai documenti esistenti e dalle testimonianze preziose delle tre carmelitane scalze della comunità di Compiegne che sfuggirono al martirio, si ha l'elenco delle sedici martiri con i loro rispettivi nomi di religione, più o meno completi e, tra parentesi, quelli secolari:
Teresa di S. Agostino (Maria Maddalena Claudina Lidoine), priora; 
Suor S. Luigi (Maria Anna Francesca Brideau), sottoprìora; 
Suor Anna Maria di Gesù Crocifisso (Maria Anna Piedcourt); 
Suor Carlotta della Resurrezione (Anna Maria Maddalena Thouret); 
Suor Eufrasia dell'Immacolata Concezione (Maria Claudia Cipriana Brard); 
Suor Enrichetta di Gesù (Maria Francesca de Croissy); 
Suor Teresa del Cuore di Maria (Maria Anna Hanisset); 
Suor Teresa di S. Ignazio (Maria Gabriella Trézel); 
Suor Giulia Luisa di Gesù (Rosa Cristiana de Neuville); 
Suor Maria Eririchetta della Provvidenza (Maria Annetta Pelras); 
Suor Costanza (Maria Genoveffa Meunier), novizia; 
Suor Maria dello Spirito Santo (Angelica Roussel), conversa; 
Suor S. Marta (Maria Dufour), conversa; 
Suor S. Francesco Saverio (Elisabetta Giulietta Vérolot), conversa; 
Suor Caterina Soiron, suora esterna (tourière); 
Suor Teresa Soiron, suora esterna (tourière).
I corpi delle sedici martiri furono gettati in una fossa comune, con altri corpi di condannati, in un posto che divenne poi l'attuale cimitero di Picpus, dove una lapide ricorda il loro martirio. Di esse rimasero alcuni indumenti che le carmelitane scalze stavano lavando alla Conciergerie quando furono portate in giudizio e che, due o tre giorni dopo, vennero dati alle benedettine inglesi di Cambrai, pure incarcerate, ma poi rimesse in libertà; tali indumenti preziosi sono oggi all'abbazia delle benedettine di Staribrook, in Inghilterra. Reliquie preziose sono ancora gli scritti delle martiri : lettere, poesie, biglietti; essi sono riferiti, insieme all'altra documentazione di grande valore, dal p. Bruno di Gesù Maria nella sua opera fondamentale.
 
Le martiri furono beatificate da S. Pio X (Giuseppe Sarto, 1903-1914) il 13 maggio 1906.
La loro festa è celebrata il 17 luglio dall'Ordine dei Carmelitani Scalzi e dall'Arcidiocesi di Parigi.
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