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martedì 5 giugno 2012

1565 - Commento al Vangelo del 5/6/2012


+ Dal Vangelo secondo Marco (12,13-17)
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
I farisei insieme ad altri gruppi erano oramai stanchi di ascoltare la predicazione di Gesù, le sue parole svelavano chiaramente e in ogni aspetto l’ipocrisia della loro fasulla fede nel Dio di Abramo e di Mosè. Gli insegnamenti di Gesù oltre a formare le coscienze mostravano la corruzione dei falsi credenti del Tempio. E per essi era diventata insopportabile quella voce che riecheggiava nelle loro piazze e nei luoghi in cui il Signore predicava. Quella voce pronunciava parole e manifestava la stessa Parola eterna.
La verità è insopportabile per i falsi e quelli che vivono nell’ingiustizia.
Nel mondo di oggi la falsità è uno status sociale, tranne quelli che veramente si sforzano di rimanere autentici e sinceri, per il resto notiamo che trionfa la ricerca dell’apparenza e non dell’essere. Si cerca con insistente caparbia di trovare le modalità per esprimere non i valori umani (figuriamoci quelli cristiani…) ma l’apparenza esteriore, il benessere, la posizione nella società, l’automobile, la casa bella o lussuosa, quello che si fa, come ci si veste, i luoghi che si frequentano.
Esteriorità che si vive e percepisce come indispensabile nella società formata da sensazioni e non da qualità morali profonde che rendono una persona splendente per la sua onestà intellettuale, la verità nel cuore e sulle labbra, la giustizia come pensiero e vita.
Quanti ricercano la lode per qualcosa di esteriore che mostrano, sono fuori anche dalla Grazia di Dio.
Chi esibisce qualcosa ha una mentalità distante e forse opposta al Vangelo che ci invita all’essenzialità, ad usare tutto ciò che è lecito senza però farne una divinità. Non è un problema la macchina costosa, la casa lussuosa o i vestiti firmati, ma l’attaccamento a tutto questo come se fosse l’unico e vero motivo dell’esistenza.
E chi si appoggia a qualcosa per farsi notare già manifesta che dentro è vuoto.
Gesù desidera che ognuno di noi sia felice, non misura le cose che una persona deve possedere e cosa lasciare, neppure se veste firmato o meno, ma percepisce perfettamente il valore che la persona dà a tutto ciò che utilizza e se li considera idoli, si interrompe la comunione con il Signore. Non è Lui ad allontanarsi da chi cerca nell’esteriorità la sua realizzazione.
Se vogliamo seguire con responsabilità Gesù, è necessario rientrare in noi e conoscerci bene, impegnarci nel formare la bellezza dell’anima puntando tutto sull’interiorità. La preghiera e la meditazione giornaliera formano in noi molti buoni propositi ed agevolano la pratica delle virtù. Tutto dipende dalla buona volontà di sostituire gli idoli con la ricerca della verità presente in noi e che scopriamo conoscendo il Vangelo.
Gesù non temeva la reazione dei farisei e smascherava la loro falsa religiosità, anche noi dobbiamo reagire alle false convinzioni che si creano nella mente e che si seguono con assoluta avventatezza e leggerezza.
La domanda posta a Gesù è piena di malizia, i suoi nemici non cercavano la verità, speravano in un errore del Signore. Ci sono sempre persone che godono quando altri sono in difficoltà o vengono colpiti da varie sofferenze. La mancanza di amore in queste persone indica il vuoto interiore e una vita vissuta esteriormente. Vivono e si nutrono di esteriorità illusoria.
Il cristiano autentico invece deve essere onesto in ogni aspetto della sua vita, deve usare la lingua per pronunciare solo verità, deve amare tutti soprattutto quanti non lo amano e cercano con modi crudeli di danneggiarlo.
Il cristiano deve credere che Cesare merita di ricevere il pagamento di quanto gli spetta e Dio invece deve rimanere il centro della sua vita. Ma non si può dare assolutamente a Cesare più di quanto gli è dovuto. Le tasse si devono pagare altrimenti è reato, ma non si possono seguire quelle leggi che mirano a distruggere la stabilità della famiglia e la sua stessa sussistenza. Moralmente non sbaglia chi non accetta una legge statale ritenuta obiettivamente immorale in coscienza e dai cristiani.  
Però non confondiamo qualsiasi legge come esagerata, sicuramente le tasse spropositate e considerate leggi sbagliate non si possono seguire, ed intendo per fare alcuni esempi anche l’aborto e l’eutanasia quando obbligano per controllare le nascite e le spese ospedaliere. Per il resto, le tasse occorre sempre pagarle, ma se il cittadino non ha più la possibilità, cosa deve fare? Lo Stato dovrebbe valutare con sincera paternità i casi delicati e permettere rateizzazioni minime e dilazionate nel tempo.
Dobbiamo rispondere come Gesù, dando a Cesare solamente ciò che è suo, non i nostri pensieri, il cuore, l’anima.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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