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martedì 29 maggio 2012

1551 - Commento al Vangelo del 29/5/2012


+ Dal Vangelo secondo Marco (10,28-31)
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
C’è chi lascia tutto per amore di Gesù e ci sono molti italiani costretti a fuggire dalle case a causa dei terremoti imprevedibili e angoscianti. Tutto il Nord è colpito da sciami sismici violenti e possiamo immaginare la paura e lo stato di agitazione dei nostri connazionali che si trovano nelle zone colpite. Preghiamo per tutti loro, preghiamo perché abbiamo serenità e si rivolgano alla Madonna in questi drammatici momenti.
Forse in questi momenti alcuni rivedono la loro vita e si pongono domande, interrogano la coscienza. Anche i grandi Santi avranno avuto momenti di stanchezza fisica all’inizio delle loro missioni, una stanchezza intesa come sbigottimento dinanzi ad incomprensioni strane e persecuzioni continue. Sarebbe stato naturale ripetere: “Chi me lo fa fare?”. Molti fedeli non vogliono ascoltare né capire l’importanza di Dio nella propria vita, non si sforzano di lasciare i peccati e la vita immorale.
I più grandi predicatori soprattutto all’inizio hanno avuto anche insuccessi, pensiamo a San Domenico nella Francia meridionale e San Paolo in Grecia, ma se proprio all’inizio potevano provare un po’ di perplessità dinanzi a persone incredule, la Fede e la forza di volontà ricaricavano la determinazione. Sapevano che niente era inutile e che anche un piccolo gesto di amore diventava preghiera ed espiazione.
Molti cristiani più deboli però cadono nell’abbattimento e ripetono: “Chi me lo fa fare?”.
Vivere la nostra Fede richiede uno sforzo, un movimento oltre la natura, perché essa è incline al male e facile all’abbattimento. Dobbiamo compiere uno sforzo superiore alla naturale forza umana, e senza la presenza dello Spirito Santo non ci si riesce. Molti possono anche fare opere buone pur non essendo in comunione con Gesù, ma non sono opere buone compiute per Gesù, nel suo Nome, per suo amore.
Altri possono donare denaro ai bisognosi pur essendo anticlericali, senza avere alcuna relazione con Gesù. Davanti a Dio non sono opere meritevoli perché compiute per proprio compiacimento e auto glorificazione, ma certamente Dio gradisce determinate opere buone compiute da un ateo se fatte senza compiacimento personale.
La domanda posta sopra deve ricevere anche la risposta convinta e definitiva: amiamo, perdoniamo, ci sacrifichiamo e ci mortifichiamo per amore di Gesù Cristo. Non per quello che Lui ci dona e ci donerà eternamente, ma perché è il Signore, il Salvatore, il Guaritore. L’amore verso Lui supera ogni interesse umano e deve sempre più purificarsi. San Paolo nonostante tutte le persecuzioni che subiva riusciva a scrivere:
“Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati. Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo, ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi” (1 Cor 4,10-13).
È stato il principe degli Apostoli per la sua indomita e inimitabile forza nel predicare Gesù Cristo.
Ognuno può porsi la domanda: “Chi me lo fa fare?”. I genitori nel sacrificarsi per i figli, i figli nell’amare i genitori, i cristiani nel comportarsi sempre con onestà e dignità. La risposta è Gesù, tutto facciamo per Lui, tutto dobbiamo sopportare con amore per Lui, perché è vivo e vede tutto, ascolta ogni parola e ad ognuno darà quello che merita, nel bene e nel male. Ieri ho indicato nei genitori il ruolo determinante per la formazione religiosa dei figli, leggiamo una testimonianza a proposito.
Salve Padre, sono Francesco, sono pienamente d'accordo con Lei quando dice che sono per prima i genitori a non credere nei valori che Gesù continua a insegnarci tramite Lei e le tante persone come Lei (fortunatamente). Sento dire spesso a dei genitori che lasciano liberi di decidere ai propri figli di 10, 11 anni se frequentare la Chiesa o meno. Pura ipocrisia. Come può un bambino decidere cosa è giusto fare e cosa è sbagliato. Con alcuni ho cercato di fargli capire che i figli vanno seguiti sempre e laddove non c'è capacità da parte loro di capire il bene e il male bisogna che intervenga il genitore anche con parole dure. Oggi potranno non capire, ma un giorno ci ringrazieranno. Spesso mi trovo a combattere contro i mulini a vento. Ho capito che bisognerebbe prima Cristianizzare i genitori. Mi piange il cuore quando vedo famiglie di amici che vivono senza Dio nelle loro case e nelle loro vite.  Spero che anche loro possano assaporare la presenza di Gesù nel loro quotidiano affinché possano trasmettere ai figli che Gesù non è importante, ma indispensabile perché le SUE vie portano a vivere una vita piena di gioia e felicità. Al di fuori di Gesù ci sarà solo disperazione e senso di vuoto prima o poi. La saluto Padre e La ringrazio. La ricordo nelle mie preghiere. Francesco”.
Molti genitori lasciano tutte le decisioni ai figli, privi di esperienza e motivati smodatamente dai bisogni del momento, senza possedere un benché minimo discernimento. Come possono i ragazzi ma anche i giovani decidere su aspetti ben più superiori di essi? Posso capire quelli che si ritrovano genitori ancora più confusi di loro, ma se ci sono genitori spirituali e maturi, perché non confrontarsi e seguire i consigli dati per amore e con grande interesse?
Cosa avranno in cambio quei genitori esigenti e bravi educatori? “Ricevono già ora, in questo tempo, cento volte tanto (…) e la vita eterna nel tempo che verrà”. Sono quei genitori buoni che vivono nell’umiltà e seguono docilmente Gesù. Non dimenticano che “molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi”.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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