Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

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sabato 14 aprile 2012

1446 - Commento al Vangelo del 14/4/2012


+ Dal Vangelo secondo Marco (16,9-15)
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Ogni giorno ricevo molti messaggi con svariate richieste di aiuto, molti nostri parrocchiani chiedono preghiere e cercano in Gesù la risoluzione dei loro guai. Un Sacerdote deve gioire quando i credenti chiedono preghiere, perché lui è il mediatore tra Dio e l’umanità, ed è mediatore potente se è innamorato e devoto della Mediatrice per eccellenza, la Madre di Dio.
Sono richieste di aiuto con racconti che fanno piangere, soprattutto se si pensa alla sofferenza morale patita dalle persone coinvolte in litigi e persecuzioni impensabili. Dinanzi a queste richieste mi fermo e su ognuna chiedo l’intervento di Gesù, affido al Cuore Immacolato la risoluzione del litigio, della sofferenza o la guarigione della malattia.
Tutte le vostre richieste di preghiere e di aiuto sono da me accolte come un dono che devo conservare nel cuore e pregare, questo è il mio compito, questo vuole Gesù da me.
Per questa ragione mi trovo in questo conventino e non tralascio nessuna vostra richiesta di preghiere. Voglio assicurare tutti voi che siete nella sofferenza la mia continua vicinanza ad ogni forma di sofferenza che vivete e prego ogni giorno per tutti voi. Durante la Santa Messa tutti voi parrocchiani siete presenti nei miei pensieri e ricordo a Gesù Crocifisso di aiutarvi e di risolvere tutte le sofferenze. Presento a Gesù le richieste di quanti m iscrivete.
Gesù vuole sentire queste parole dai suoi Sacerdoti, li vuole mediatori e suoi intimi collaboratori.
Gesù non può risolvere invece quei casi in cui viene posto l’impedimento da persone che nella convinzione di fare tutto bene, in realtà rovinano se stesse e gli altri. Gesù lascia la libertà a noi, non la manipola né fa violenza a nessuno, se trova l’apertura del cuore interviene ed aiuta. Questa è la condizione essenziale, perché non si può chiedere una Grazia e comportarsi in maniera opposta all’Amore Divino. La superbia è l’impedimento principale, quindi la mancanza di umiltà, sincerità, verità.
Queste virtù si ricevono con maggiore intensità davanti al Tabernacolo, e restare lì in adorazione è il momento più importante della giornata. Restare un’ora davanti l’Eucaristia è di un valore inestimabile, perché si rimane davanti al Re dell’universo, al Signore del creato, a Colui che dà la vita e la conserva. Non ci sono ricchezze né onori né supremazie paragonabili ad una sola visita a Gesù Eucaristia, a restare anche un solo minuto davanti al Tabernacolo e adorare l’Amore incarnato, ringraziare l’Uomo-Dio.
Prendete la santa abitudine di visitare ogni giorno anche per pochi minuti Gesù Eucaristia, salutarlo come se fosse visibile, adorarlo e ringraziarlo. Parlategli di voi brevemente e poi fate silenzio in atto di amare l’Amore, contemplarlo perché sapete che dentro il Tabernacolo Gesù è vivo e vero. La ripetizione di queste visite vi porterà ad innamorarvi dell’Amore Divino e allora la vostra vita si rinnoverà, tutto cambierà in meglio.
Le grandi Grazie necessitano di molta adorazione a Gesù e di una preghiera umile e devota.
È ancora più forte la partecipazione alla Messa feriale, ma non tralasciate mai la visita a Gesù nel Tabernacolo: fermatevi in silenzio prima o dopo la Messa davanti al Tabernacolo e adorate Dio. Parlategli di quanto vi sta a cuore e chiedete con assoluta fiducia di ricevere l’aiuto. Un pizzico di Fede umile supera un anno di preghiere fatte per amor proprio.
Vorrei continuare a scrivere sull’Eucaristia perché riconosco che è il mezzo principale della guarigione e liberazione da tutti i mali, non mancherà tempo, adesso volgiamo lo sguardo e il cuore alle apparizioni di Gesù. Il Vangelo di oggi ne riassume diverse per incidere maggiormente su questa verità della Risurrezione di Gesù. San Marco si rivolge ai romani e vuole suscitare grande interesse riguardo la gloriosa Risurrezione.
San Marco scrive in modo essenziale per riassumere brevemente le grandi apparizioni di Gesù. Si sofferma sull’apparizione a Maria di Màgdala e quella dei due discepoli di Èmmaus, ma evidenzia l’incredulità degli Apostoli quando videro il Risorto. Nell'apparizione agli Undici, Gesù si ferma a mensa con loro e li rimprovera per la durezza di cuore mostrata.
Come ho già scritto nei giorni scorsi, l’incredulità conduce alla durezza di cuore, e questi due comportamenti diventano gli ostacoli più duri e frequenti all'accoglienza della verità, perché arrivano automaticamente ad offuscare la Fede, fino a produrre una forma di ottusità spirituale.
Negli Apostoli questo non avvenne per le ripetute apparizioni di Gesù, d’altronde era questo il motivo per stimolarli a donarsi completamente al suo Vangelo e diventare i missionari della sua Parola. In essi non avvenne l’ottusità dello spirito solo per l’intervento di Gesù, comprendeva il loro scombussolamento interiore e cercava di tranquillizzarli. Ad essi disse dopo averli preparati e resi pronti: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura”.
Se il Vangelo di San Marco presenta più degli altri Vangeli le difficoltà incontrate dagli Apostoli nel credere a Gesù Risorto, ci presenta però la loro ottusità, era la loro volontà a non volere accettare la Risurrezione, ma non per mancanza di amore verso Gesù, si trattava di una sorta di autoconservazione, si preoccupavano dell’integrità della loro vita fisica. Non sarà più così dopo la Pentecoste, quando nascerà la Chiesa e verranno trasformati ontologicamente, nel loro essere.
Più che seguire l’intelligenza erano sottomessi ad una forma di rifiuto irrazionale, hanno disposto la loro volontà a non accogliere come verità indiscutibile la presenza di Gesù Risorto. Si disposero a non credere, era più conveniente per la natura umana e meno pericoloso per la vita fisica. Volevano conservare nei loro cuori l’immagine di Gesù vivo e guaritore, che operava grandi miracoli e predicava insegnamenti assolutamente ammirevoli e confortanti.
Ma c’è una cosa importante da valutare: quello degli undici Apostoli era un comportamento compiuto in assoluta buonafede, non c’era alcuna forma di malizia né superbia, la confusione li aveva travolti e non sapevano come uscirne. Erano come intontiti dinanzi un avvenimento molto più grande di loro, e di una cosa sola erano veramente e fortemente sicuri: l’amore verso Gesù.
Ed è stato il loro grande amore a Gesù a salvarli dalla loro incredibile incredulità.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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