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giovedì 23 febbraio 2012

1332 - Commento al Vangelo del 23/2/2012 Giovedì dopo le Ceneri

+ Dal Vangelo secondo Luca (9,22-25)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’Uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?» 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Questo linguaggio ha sconvolto gli Apostoli e possiamo comprenderli, ma continua a sconvolgere i cristiani dopo duemila anni di Cristianesimo, di storia e di catechesi. Proprio questo Vangelo l’ho commentato la settimana scorsa e molti hanno scritto che finalmente hanno scoperto il significato di questa frase: “Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà”.
Non ritorno a commentarla perché c’è altro da considerare. Inizio con la dichiarazione del Cardinale Caffarra di Bologna, egli così pieno di zelo e di amore per la Chiesa ha scritto un comunicato per tutta la diocesi in cui dichiara che lo spettacolo contro il Volto di Gesù è blasfemo. Ci voleva un Cardinale per capirlo? No, quasi tutti lo avevamo compreso bene, qualcuno si era confuso e aveva scritto che questo spettacolo in realtà non offende Gesù ma anzi è una preghiera al Padre, un grido di dolore. Ognuno interpreti come vuole, ma la verità oggettiva è che si tratta di una enorme bestemmia contro Gesù.
Siamo entrati in Quaresima e dovremmo trovare maggiore tempo per la preghiera e la conversione personale. È il Tempo liturgico più propizio per la vera trasformazione interiore, sono giorni di meditazione e di decisione per cambiare mentalità e vivere di onestà, amore, verità, giustizia. Nel mondo non c’è più spazio per i valori cristiani, dobbiamo portarli noi con spirito di servizio e coraggio, dobbiamo diffondere ovunque il messaggio di Gesù Cristo.
L’insegnamento centrale, comunque assolutamente indispensabile è quello della croce. Una croce che non ci pone sulle spalle Gesù, Egli è buono e desidera la nostra felicità. Sono i nostri peccati e gli eventi, anche le cattiverie degli altri a rendere la vita pesante e si rimane schiacciati se non c’è la Grazia di Dio, ma da sola alle volte neanche basta. Cosa occorre ancora? Comprendere che non può esistere vero Cristianesimo senza croce.
La croce è comunemente intesa come qualcosa di negativo e di costrizione, è una visione assolutamente sbagliata e falsa. La croce è un peso per quanti non riescono a sopportarla con amore e non reagiscono con le armi della preghiera e del Vangelo. La croce certamente non è un piacere, non trovate nessuno contento della croce che porta, ovunque c’è sofferenza e reazione scomposta al solo parlare di croce. Cerchiamo di comprendere meglio il significato della croce.
Gesù parla di croce da portare ogni giorno, ma non intende una costrizione, vuole dire che non ci può essere cammino cristiano senza croce. Già il rinnegamento da tutto ciò che si oppone al Vangelo è una croce, questo è sufficiente per spiegare il senso della croce.
Il Cristianesimo non va bene per i cristiani che rifiutano il sacrificio, ci vuole fortezza e coraggio per seguire Gesù.
Vediamo che i cristiani fiacchi spiritualmente non avanzare mai nella vita spirituale, ricadono sempre in peccati mortali e non gustano la gioia della preghiera. Per essi pregare è un peso, appunto una croce e non l’accettano. Fare una penitenza o vincere l’indolenza è uno sforzo immenso e… rifiutano la croce.
La condizione che pone Gesù è imprescindibile: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”. Non c’è altro modo per seguire Gesù, se qualcuno vi insegna diversamente occorre immediatamente cercare altri Sacerdoti innamorati di Gesù e fedeli al Vangelo. Chi annacqua il Vangelo, annacqua la vostra vita, la rende inutile e senza gusto, vi toglie la possibilità di vivere con gioia e felicità l’incontro con il Signore.
Chi vuole togliere questi insegnamenti di Gesù, svuota il Cristianesimo e lo rende tale solo di nome. Non c’è nulla.
È facile capire quando un’anima vive nella tiepidezza: rifiuta la mortificazione, cioè non accetta di far morire la sua superbia e il suo orgoglio, non accetta di compiere sacrifici per amore di Gesù. Al contrario si è svelti nel compiere sacrifici spietati per sistemare il proprio fisico, fare diete da morire, cercare il divertimento umano che pur essendo lecito è portato agli eccessi.
Quando il proprio Io domina le scelte di vita, non c’è mai vero cammino spirituale!
Ma ci domandiamo che possibilità ha una persona di trovare la gioia nel Cristianesimo. Chi fugge la croce si allontana inesorabilmente dalla vera gioia e dal cammino di santità. La mortificazione cristiana rimane sempre in strettissima relazione con la gioia che si rende visibile con l’allegria, non l’allegria come l’intende il mondo, è invece allegria sinonimo di buonumore, contentezza, gaudio, festosità, letizia, felicità.
Chi si purifica con una continua mortificazione si fa piccolo, è umile nel parlare con Dio e con il prossimo.
È sbagliato pensare che la mortificazione produce tristezza, un vero cristiano non può vivere nella tristezza, lo è se lascia dominare l’egoismo nella sua vita. Mentre la gioia scaturisce dall’unione con Dio, dal compimento della sua volontà, dalle Grazie che elargisce e che trasformano di continuo l’anima che prega.
Il cristiano può essere afflitto (addolorato e sofferente) ma sempre allegro e felice.
È afflitto per la pesantezza della croce in un periodo di difficoltà, per una malattia che arreca dolore, per problemi economici e familiari, la morte di una persona cara, l’incomprensione con il coniuge e i figli, le cattiverie degli altri. Solo chi si abbandona in Gesù riesce a superare tutte le prove con serenità, senza abbattersi né pensare negativamente alle vicende umane.
Poi ci sono anime che Gesù vuole portare ad elevatezze spirituali e permette ogni genere di sofferenza proprio per purificare tutta la persona. Lo abbiamo letto nelle vite dei Santi: pensate a Padre Pio, Papa Giovanni Paolo II, Santa Faustina, Santa Teresa d’Avila, Santa Teresina, ecc. Tutti i Santi hanno vissuto la famosa Notte oscura dello spirito, la Notte delle prove dolorose e crocifiggenti, proprio per diventare puri come gli Angeli e candidi come la neve.
La mortificazione passiva, quella non cercata ma presente nella vita, deve amarsi perché ci rende come ci vuole Gesù: buoni e giusti. Più Gesù vuole assimilare un’anima a sé più la purifica nel crogiuolo delle prove, umiliazioni e persecuzioni. San Giovanni della Croce chiama benedetta questa prova dolorosissima.
Chi l’accetta diventa grande davanti a Gesù, chi la rifiuta indietreggia sempre più giù.


Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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