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venerdì 23 dicembre 2011

1232 - Commento al Vangelo del 23/12/2011

+ Dal Vangelo secondo Luca (1,57-66)
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Nel discorso di fine d'anno alla Curia Romana il Papa ha detto pure che “non si fanno più sacrifici”, infatti tranne quei cattolici che hanno compreso il valore del rinnegamento e del sacrificio, il resto dei credenti considera inutili queste pratiche insegnate addirittura da Gesù: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24).
Gesù richiede espressamente il rinnegamento, il sacrificio e la fedeltà alla sua Parola.
Sono però pochissimi i cattolici che praticano il rinnegamento, che accettano pazientemente i sacrifici e vivono il Vangelo. C’è una disconnessione tra la volontà di Gesù e l’esecuzione di molti cattolici. E molti cattolici hanno compreso il valore del rinnegamento e del digiuno a Medjugorje, senza queste apparizioni tutti i cattolici non conoscerebbero più il significato di rinnegamento e di sacrificio.
Chi non riesce a rinnegarsi è schiavo dei suoi istinti. Deve crescere… pregare molto.
Chi non ha la capacità di fare anche piccoli sacrifici nella giornata, non ha ancora compreso l’importanza di offrire qualcosa a Gesù e alla Madonna, come ringraziamento per tutto quello che ci donano. Se ami veramente una persona fai dei regali, esprimi con parole affettuose l’amore, fai sacrifici con facilità. Nessun sacrificio può fermare il tuo ardore di innamorato/a.
Conosco storie vecchie di diversi decenni fa di amori tra fidanzati combattuti da qualche genitore. Solitamente il maschio faceva sacrifici immani per vedere anche per un minuto alla finestra la promessa fidanzata. C’era chi percorreva ogni giorno molti chilometri all’andata e altrettanti al ritorno per sentirsi più vicino all’amata, e anche se non poteva incontrare il suo sguardo gli bastava passare sotto il balcone. Non esistevano ancora i cellulari e la mentalità era contagiata da una forte dose di severità.
Questi episodi me li hanno raccontati in questi anni, non avevo idea di queste vicissitudini.
Molti fanno giornalmente sacrifici per il lavoro, lo studio, la responsabilità personale, ma bisogna valutare con quale intenzione si compiono questi sacrifici. Una cosa è farli per necessità e per il dovere, ben altra cosa è farli per scelta volontaria, per amore di Gesù e della Madonna. E quanti piccoli sacrifici si possono compiere con amore nella giornata?
“Manca spesso la forza motivante, capace di indurre il singolo e i grandi gruppi sociali a rinunce e sacrifici”, lo ha detto il Papa ed è certamente precisa l’affermazione: “Manca spesso la forza motivante”. Non si riesce a praticare il rinnegamento e non si compiono sacrifici perché non se ne vede la ragione, mentre non appena arriva una sofferenza si scoprono…
La forza motivante la dobbiamo creare noi con la meditazione giornaliera, in quel tempo in cui serenamente conosciamo il Vangelo e riflettiamo, per poi arrivare a fare propositi da praticare nella giornata. Una motivazione è sempre alla base di qualsiasi iniziativa: perché studi, lavori, controlli l’alimentazione, preghi, pratichi le virtù, lotti i vizi, ecc.?
Rileggendo il Vangelo di oggi mi vengono in mente quali motivazioni malinconiche e depresse hanno quelle persone che mettono nomi strani ai loro bambini. Già tempo fa ho indicato numerosi nomi assurdi dati ai bambini, in questi giorni ho ricordato Giacomo Dai figlio del giovin signore Agnelli, nipote di Gianni, quel dracula che succhiò molto sangue (in lire) allo Stato italiano.
Quasi tutte le coppie moderne danno nomi strani e ridicoli ai loro bambini, nomi che non hanno alcun legame con il Cristianesimo, quindi, quel bambino non festeggerà mai l’onomastico. Forse inventeranno una data per festeggiare, magari la notte del 31 ottobre, festa di Halloween…
È ben diverso l’atteggiamento di Zaccaria padre di Giovanni Battista. Non si lascia guidare dalle sensazioni emotive del momento, ascolta la volontà di Dio e quella esegue. “Si chiamerà Giovanni”. Non si cura delle proposte dei parenti, anche perché ognuno indica un nome diverso, lui irremovibile decide: “Giovanni è il suo nome”.
Abbiamo noi la stessa determinatezza nell’osservare la Parola di Gesù?


Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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