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martedì 13 settembre 2011

1097 - Commento al Vangelo di oggi 13/9/2010

+ Dal Vangelo secondo Luca (7,11-17)
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.  Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Per un genitore vedere morire un figlio, è la sofferenza più tremenda della vita. Anche se si tratta di un ragazzo o una ragazza sregolati, si tratta sempre di un figlio generato, cresciuto con un amore smisurato, aiutato con sacrifici impagabili. I genitori che hanno vissuto questa esperienza, soprattutto per la morte di figli giovani, provano interiormente uno svuotamento impressionante. Come se venisse strappato dal ventre.
La madre del Vangelo di oggi aveva addirittura un solo figlio, dietro la sua bara piangeva con disperazione, niente poteva calmarla o alleviare il suo sconforto. In quei momenti era assolutamente convinta di avere perduto l’unico figlio per sempre. E non aveva alcun motivo per pensare diversamente, in nessun modo il figlio poteva ritornare in vita.
Se Gesù non si fosse diretto quel giorno verso il paese di Nain, se avesse ritardato di una decina di minuti, se avesse preso un’altra strada… non avrebbe incontrato la pietà espressa sul viso della vedova senza più l’unico figlio.
Ed è la compassione di Gesù a cercare la sofferenza da guarire.
È stata sufficiente la disperazione della vedova, però molti oggi si chiedono perché non si muove a compassione verso altri genitori disperati per i loro figli?
Dobbiamo distinguere due fasi, nella prima Gesù agiva visibilmente nella sua terra, Lo vedevano, parlavano con Lui, compiva grandi miracoli. E Gesù non si risparmiava, anche perché era il tempo della sua manifestazione, doveva far conoscere la sua provenienza Divina. Oggi i miracoli si ottengono esclusivamente per Fede, occorre pregare perché Lui ha rivelato tutto e sappiamo che è Dio. E non risparmia le sue Grazie a quanti pregano con umiltà e amore.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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