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venerdì 9 settembre 2011

1092 - Commento al Vangelo di oggi 9/9/2010

+ Dal Vangelo secondo Luca (6,39-42)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello»

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Gesù ci propone due riflessioni molto attuali nella Chiesa, due comportamenti che riguardano soprattutto i Prelati e i Sacerdoti. Essi sono chiamati a diventare guide e pastori del popolo di Dio, quindi, maestri della Parola di Dio e di santità. Non è facile trovare queste due caratteristiche, bisogna veramente mettersi alla ricerca.
È chiaro che un cieco non può guidare un altro cieco e non si può accusare senza prima un mea culpa! Due comportamenti abituali in quanti non conoscono la vita spirituale, non fanno l’esperienza del Vangelo, addirittura non sono mai entrati nel cammino di conversione. E questo può riguardare anche Prelati e Sacerdoti.
Non è sufficiente l’ordinazione sacerdotale per entrare nel cammino di conversione. È chiaro e dovrebbe essere logico che la scelta vocazionale di un uomo comprenda anche la volontà di convertirsi sinceramente. Ma chi lo può assicurare? Solo Dio conosce i cuori di tutti. Quindi, non è sufficiente essere Prelati e Sacerdoti per diventare maestri di vita spirituale. Dovrebbe essere così, non sempre questo avviene. in mancanza di requisiti spirituali concreti, però andrà proprio così: un cieco guida un altro cieco.
Il fedele è quello che patisce i cattivi consigli, la responsabilità è di chi li elargisce. Ma il fedele ha il dovere di conoscere il nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica.
Riguardo la pagliuzza che si cerca di togliere con premura dall’occhio degli altri, è un classico… Solo l’umile conoscenza di sé permette il controllo della superbia, una considerazione reale sulla propria condizione. Basterebbe chiedersi chi siamo noi per agire così, se prima non vogliamo guardare quello che portiamo di più gravoso. Non succede a tutti, alla maggior parte. Il giudizio e la pretesa superiorità sono un male spirituale, vinciamoli con l’umile considerazione di noi, riflettendo sui peccati commessi e tutti i tradimenti a Gesù. L’amore verso tutti ci eleva dalla condizione materiale e ci aiuta a non giudicare.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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