Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

CIAO A TE !!

Nulla è più urgente nel mondo d'oggi di proclamare Cristo alle genti. Chiunque tu sia, puoi, se vuoi, lasciare un tuo contributo, piccolo o grande che sia, per dire, comunicare, annunciare la persona di Gesù Cristo, unico nostro salvatore. Uno speciale benvenuto a LADYBUG che si è aggiunta di recente ai sostenitori ! *************************************************** Questo blog è sotto la protezione di N.S. Gesù Cristo e della SS Vergine Maria, Sua Madre ed ha come unica ragione di esistere di fornire un contributo, sia pure piccolo ed umile, alla crescita della loro Gloria. ***************************************************



Con Cristo non ci sono problemi, senza Cristo non ci sono soluzioni.

mi trovate anche su questo blog
---------------------------------------------------------------



venerdì 30 settembre 2011

1118 - Commento al Vangelo di oggi 30/9/2011

+ Dal Vangelo secondo Luca (10,13-16)
In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
L’inutilità della sua predicazione in due città, mette in Gesù una profonda amarezza ed esprime una condanna senza appello. A Corazìn e a Betsàida Gesù aveva predicato e compiuto miracoli, mentre a Tiro e Sidone non era stata predicata la Buona Novella. Queste città non avevano conosciuto la Parola di Dio, non erano state invitate alla conversione, nessuno aveva fatto conoscere il Figlio di Dio.
Se avessero conosciuto il Signore Gesù, probabilmente si sarebbero convertite.
La conversione non avviene nelle altre due città, Corazìn e Betsàida, rimangono sorde e cieche alla presenza del Messia che è Dio incarnato. È grande la responsabilità di queste due città, la conoscenza non giustifica il rifiuto alla conversione.
Corazìn e Betsàida avevano sentito predicare Gesù, conoscevano gli inviti a lasciare il peccato e a rivestirsi di carità, a saper perdonare e ringraziare Dio nella preghiera costante. Nonostante la conoscenza del Vangelo portato da Gesù, hanno rifiutato la conversione interiore, mostrando in alcuni casi un’apparente partecipazione fisica.
Se Tiro e Sidone erano città pagane e difficilmente potevano rinnegare la loro non credenza in un Dio, a Corazìn e Betsaida Gesù ha svolto la sua attività apostolica con maggiore presenza e intensità. Da qui scaturisce la condanna verso queste città corrotte.
Gesù afferma che le città pagane Tiro e Sidone, al loro posto si sarebbero convertite.
Non sorprendiamoci nel leggere che molti rimanevano indifferenti quando avvenivano miracoli impossibili, o quando Gesù risuscitava morti. La sua indignazione per quanti non hanno accettato la sua presenza e predicazione, scaturisce da quanto Egli ha donato a tutti loro. La mancata riconoscenza è troppo grande.
Anche oggi avviene questo, molto spesso proprio quelli che hanno ricevuto Grazie e aiuti particolari, dimenticano facilmente Gesù e la Messa, non dedicano più tempo alla preghiera e si inoltrano nella confusione spirituale. Vogliono vivere da soli mentre se arrivano delle difficoltà accusano Dio.
Il Vangelo oggi ci propone questa differenza tra quanti hanno conosciuto Gesù e non pregano più, e i pagani che desiderano anche inconsciamente incontrare il vero Dio della storia. Spesso non Lo cercano dove è la sua Casa, la Chiesa, oppure si affidano a letture sbagliate, come diversi libri su Gesù del teologo Mancuso e dell’ateo accanito Augias.
La buona coscienza dei due personaggi, dovrebbe quantomeno suscitare una semplice riflessione: Mancuso dovrebbe avere l’onestà di affermare che le sue teorie sono esclusivamente sue, pienamente opposte al Vangelo e alla sana Tradizione della Chiesa e dell’insegnamento dei Papi. Ma non lo ammette…
L’altro ateo, Corrado Augias, dovrebbe quantomeno affermare che è un ateo infuriato e spietato, che non crede in Gesù Cristo. Ma se non crede, perché si interessa e scrive libri su Gesù, cercando artatamente di condizionare tutti gli sfortunati che seguono qualche sua trasmissione?
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
-------------

giovedì 29 settembre 2011

1117 - Commento al Vangelo di oggi 29/9/2011

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (1,47-51)
In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli Angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’Uomo».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Una delle Verità trascurate della nostra Fede è l’esistenza degli Angeli. Per parlarne è necessaria la Fede, questa è la condizione per elevare la mente in alto e riflettere sugli Spiriti Angelici. La Fede non si manifesta con la frequenta alla Messa, si concretizza nel nostro agire e nel linguaggio, nelle scelte di vita.
Quando la Fede è presente, la partecipazione alla Messa diventa il momento più importante.
E gli Angeli sono sempre presenti attorno all’altare, ad adorare Gesù e a riparare tutti i sacrilegi che si commettono. Sono lì per supplire al silenzio di quanti non parlano più con Gesù, non si avvicinano a Lui con grande amore, riconoscendolo Signore misericordioso.
Gli interventi degli Angeli nella vita di ognuno di noi sono incalcolabili, fa fatica ad accorgersene chi non ama la preghiera contemplativa e non dedica del tempo al bene della sua anima. Basterebbe pensare che gli Angeli sono sempre con noi e ci amano, vogliono condurci verso la vera conversione e poi alla santità. E rimane doveroso ringraziarli sempre, molte volte nella giornata dobbiamo ricordare la Loro presenza e salutarli, proprio come si saluta una persona umana.
I tre Arcangeli vengono festeggiati in modo particolare per i Loro ruoli biblici. Sono tre potenze angeliche agli ordini della Regina delle schiere del Cielo.
San Michele è il grande Principe delle schiere angeliche, vero terrore di tutti i demoni.
Uno degli obiettivi del modernismo è di annullare la devozione agli Angeli, tacendone l’esistenza per non parlarne più nelle Chiese. Proprio oggi è molto importante affidarsi ai tre potentissimi Arcangeli, al proprio Angelo Custode e a tutti gli Angeli, per superare le prove della vita ed evitare pericoli giornalieri.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
--------------

mercoledì 28 settembre 2011

1116 - L’ornamento delle chiese, segno del creato redento

Propongo un altro articolo di Luigi Codemo:


San Giulio
 Rami ricchi di foglie che partono dalla bocca di volti stilizzati intrecciandosi in un rigoglioso fregio vegetale: è questo, giusto quanto si può ammirare sull’ambone romanico della chiesa di San Giulio sul Lago d’Orta. Un modo eloquente per esprimere che dall’annuncio cristiano scaturiscono parole di vita, parole che fanno crescere e portano frutto.
Follina
A Follina, in provincia di Treviso, c’è un’abbazia cistercense. Il chiostro quadrato è sapientemente costruito sul modello del paradiso terrestre. Di figure e immagini artistiche, secondo il dettato del fondatore Bernardo da Chiaravalle, quasi non c’è traccia. Una delle rare decorazioni è uno stelo con foglie di vite che percorre tutto il perimetro interno del chiostro: è questo un esempio del motivo più semplice di ornamento. Come ha mostrato con le sue ricerche Jurgis Baltrusaitis, la ricchezza infinita di ornamenti vegetali, in gran parte, non è che variazione generata dalla fioritura e articolazione di questo motivo ornamentale elementare composto da un tralcio e una foglia di vite. Collocato lì, nel chiostro configurato come il paradiso terrestre, appare come la matrice del variegato mondo vegetale creato da Dio.
Anche il linguaggio decorativo pagano ha sempre usato dei motivi vegetali per esprimere un mondo salvato dalla caducità e dalla morte.

Ara Pacis
 Ad esempio, l’Ara Pacis, a Roma, è un intrico di volute d’acanto, spighe di grano, capsule di papavero, rami di quercia, edera e vite [vedi foto]. Un modo per celebrare gli effetti della pace di Augusto e l’auspicio al ritorno di una età aurea, una sorta di paradiso terreno, dopo un secolo di lotte e disordini. Il poeta Ovidio, nel 9 a.C., per l’inaugurazione di questo monumento, compose questi versi che cantano l’intimo legame tra la pace, il lavoro e la fertilità della terra: «Per molto tempo vi fu guerra tra gli uomini: la spada al posto dell’aratro, il cavallo e non più toro al giogo. A riposo le zappe, le vanghe trasformate in lance, dal metallo dei pesanti rastrelli si fabbricavano elmi. Ma ora grazie agli dei e alla tua casata da molto tempo la Guerra giace in catene ai nostri piedi» (Ovidio, Fasti I, 697).
Questi versi richiamano le immagini molto simili che il profeta Isaia, vissuto nell’VIII secolo a.C., utilizzava per esprimere l’attesa dell’età messianica: «Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra» (Isaia 2,4).
Se si ha la pazienza di leggere i cartigli che si trovano nelle chiese più antiche, quando ancora si dipingevano i profeti dell’Antico Testamento, capita a volte di leggere questa citazione di Isaia: «si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia» (Is 45,8). Parole che, prefigurando l’incarnazione di Gesù, sono state tradotte in immagini visive.
In una località di nome Susello, vicino a Verbania, c’è una piccola chiesa interamente affrescata. Colpisce il visitatore perché il pittore, Giovanni De Rumo vissuto nel XVI secolo, nel raffigurare le scene tratte dal Vangelo le ha intervallate dipingendo lunghe e festose decorazioni interamente composte da mele, pere, uva bianca e nera, pannocchie, meloni e ogni tipo di foglie e verdura. Un volume sull’arte locale edito da una fondazione bancaria li definisce «di valore principalmente decorativo e di immediata presa sul pubblico (si noti l’ingenuo naturalismo del fregio di fiori e frutti che orna le cornici delle scene affrescate)». Sarà anche ingenuo naturalismo. Ma è una gioia tra quelle volte dipinte portare alle labbra passi di salmi che vedono nella potenza generatrice del creato il desiderio di giungere alla pienezza della rivelazione: «La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo» (Sal 84,12). E davanti alla scena della natività ritratta in questa chiesa non si può non esclamare: «La terra ha dato il suo frutto» (Sal 66,7).
Il più piccolo ornamento che troviamo nelle chiese, fosse anche una sola foglia d’acanto, ci ricorda che, con l’uomo, tutto il creato attende il compimento della redenzione. Lo scrive San Paolo: «La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo» (Rm 8,19-23).
La natura, la materia stessa nella sua apparente grettezza, non è inerte e indifferente, ma partecipa della redenzione e, come l’uomo, vive della nuova vita portata al mondo dalla morte e della risurrezione di Gesù. Come l’uomo vive nella speranza del compimento definitivo.
Per l’annuncio cristiano il mondo redento non è il ripristino dell’età aurea come auspicavano i poeti pagani. E non è neppure il regno messianico come immaginato nell’Antico Testamento. Lo si vede nell’abside di San Clemente a Roma: volute di foglie rigogliose nascono dalla croce di Cristo. La croce è il lignum vitae, l’albero della vita. Tralci e foglie nella loro infinita varietà vivono rigogliose e portano frutto perché attaccate all’arbor vitae da cui nascono. Cristo ha detto di sé: «Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5). Solo così l’uomo partecipa della redenzione.
È attraverso la croce che vediamo l’albero della vita, e quindi il paradiso.
------------------

1115 - Udienza di Benedetto XVI del 28/9/2011 (viaggio apostolico in Germania)

Cari fratelli e sorelle!
Come sapete, da giovedì a domenica scorsi ho compiuto una Visita Pastorale in Germania; sono lieto, perciò, come di consueto, di cogliere l’occasione dell’odierna Udienza per ripercorrere insieme con voi le intense e stupende giornate trascorse nel mio Paese d’origine. Ho attraversato la Germania dal nord al sud, dall’est all’ovest: dalla capitale Berlino ad Erfurt e all’Eichsfeld e infine a Freiburg, città vicina al confine con la Francia e la Svizzera. Ringrazio anzitutto il Signore per la possibilità che mi ha offerto di incontrare la gente e parlare di Dio, di pregare insieme e confermare i fratelli e le sorelle nella fede, secondo il particolare mandato che il Signore ha affidato a Pietro e ai suoi successori. Questa visita, svoltasi sotto il motto “Dov’è Dio, là c’è futuro”, è stata davvero una grande festa della fede: nei vari incontri e colloqui, nelle celebrazioni, specialmente nelle solenni Messe con il popolo di Dio. Questi momenti sono stati un prezioso dono che ci ha fatto percepire di nuovo come sia Dio a dare alla nostra vita il senso più profondo, la vera pienezza, anzi, che solo Lui dona a noi, dona a tutti un futuro.
Con profonda gratitudine ricordo l’accoglienza calorosa ed entusiasta come anche l’attenzione e l’affetto dimostratimi nei vari luoghi che ho visitato. Ringrazio di cuore i Vescovi tedeschi, specialmente quelli delle Diocesi che mi hanno ospitato, per l’invito e per quanto hanno fatto, insieme con tanti collaboratori, per preparare questo viaggio. Un sentito grazie va ugualmente al Presidente Federale e a tutte le autorità politiche e civili a livello federale e regionale. Sono profondamente grato a quanti hanno contribuito in vario modo al buon esito della Visita, soprattutto ai numerosi volontari. Così essa è stata un grande dono per me e per tutti noi e ha suscitato gioia, speranza e un nuovo slancio di fede e di impegno per il futuro.
Nella capitale federale Berlino, il Presidente Federale mi ha accolto nella sua residenza e mi ha dato il benvenuto a nome suo e dei miei connazionali, esprimendo la stima e l’affetto nei confronti di un Papa nativo della terra tedesca. Da parte mia, ho potuto tracciare un breve pensiero sul rapporto reciproco tra religione e libertà, ricordando una frase del grande Vescovo e riformatore sociale Wilhelm von Ketteler: “Come la religione ha bisogno della libertà, così anche la libertà ha bisogno della religione.”
Ben volentieri ho accolto l’invito a recarmi al Bundestag, quello che è stato certamente uno dei momenti di grande portata del mio viaggio. Per la prima volta un Papa ha tenuto un discorso davanti ai membri del Parlamento tedesco. In tale occasione ho voluto esporre il fondamento del diritto e del libero Stato di diritto, cioè la misura di ogni diritto, inscritto dal Creatore nell’essere stesso della sua creazione. E’ necessario perciò allargare il nostro concetto di natura, comprendendola non solo come un insieme di funzioni ma oltre questo come linguaggio del Creatore per aiutarci a discernere il bene dal male. Successivamente ha avuto luogo anche un incontro con alcuni rappresentanti della comunità ebraica in Germania. Ricordando le nostre comuni radici nella fede nel Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, abbiamo evidenziato i frutti ottenuti finora nel dialogo tra la Chiesa cattolica e l’Ebraismo in Germania. Ho avuto modo ugualmente di incontrare alcuni membri della comunità musulmana, convenendo con essi circa l’importanza della libertà religiosa per uno sviluppo pacifico dell’umanità.
La Santa Messa nello stadio olimpico a Berlino, a conclusione del primo giorno della Visita, è stata una delle grandi celebrazioni liturgiche che mi hanno dato la possibilità di pregare insieme con i fedeli e di incoraggiarli nella fede. Mi sono molto rallegrato della numerosa partecipazione della gente! In quel momento festoso e impressionante abbiamo meditato sull’immagine evangelica della vite e dei tralci, cioè sull’importanza di essere uniti a Cristo per la nostra vita personale di credenti e per il nostro essere Chiesa, suo corpo mistico.
La seconda tappa della mia Visita è stata in Turingia. La Germania, e la Turingia in modo particolare, è la terra della riforma protestante. Quindi, fin dall’inizio ho voluto ardentemente dare particolare rilievo all’ecumenismo nel quadro di questo viaggio, ed è stato mio forte desiderio vivere un momento ecumenico ad Erfurt, perché proprio in tale città Martin Lutero è entrato nella comunità degli Agostiniani e lì è stato ordinato sacerdote. Perciò mi sono molto rallegrato dell’incontro con i membri del Consiglio della Chiesa Evangelica in Germania e dell’atto ecumenico nell’ex-Convento degli Agostiniani: un incontro cordiale che, nel dialogo e nella preghiera, ci ha portato in modo più profondo a Cristo. Abbiamo visto di nuovo quanto sia importante la nostra comune testimonianza della fede in Gesù Cristo nel mondo di oggi, che spesso ignora Dio o non si interessa di Lui. Occorre il nostro comune sforzo nel cammino verso la piena unità, ma siamo sempre ben consapevoli che non possiamo “fare” né la fede né l’unità tanto auspicata. Una fede creata da noi stessi non ha alcun valore, e la vera unità è piuttosto un dono del Signore, il quale ha pregato e prega sempre per l’unità dei suoi discepoli. Solo Cristo può donarci quest’unità, e saremo sempre più uniti nella misura in cui torniamo a Lui e ci lasciamo trasformare da Lui.
Vergine Addolorata di Etzelsbach
Un momento particolarmente emozionante è stata per me la celebrazione dei Vespri mariani davanti al santuario di Etzelsbach, dove mi ha accolto una moltitudine di pellegrini. Già da giovane avevo sentito parlare della regione dell’Eichsfeld – striscia di terra rimasta sempre cattolica nelle varie vicissitudini della storia – e dei suoi abitanti che si sono opposti coraggiosamente alle dittature del nazismo e del comunismo. Così sono stato molto contento di visitare questa Eichsfeld e la sua gente in un pellegrinaggio all’immagine miracolosa della Vergine Addolorata di Etzelsbach, dove per secoli i fedeli hanno affidato a Maria le proprie richieste, preoccupazioni, sofferenze, ricevendo conforto, grazie e benedizioni. Altrettanto toccante è stata la Messa celebrata nella magnifica piazza del Duomo a Erfurt. Ricordando i santi patroni della Turingia – Santa Elisabetta, San Bonifacio e San Kilian – e l’esempio luminoso dei fedeli che hanno testimoniato il Vangelo durante i sistemi totalitari, ho invitato i fedeli ad essere i santi di oggi, validi testimoni di Cristo, e a contribuire a costruire la nostra società. Sempre, infatti, sono stati i santi e le persone pervase dall’amore di Cristo a trasformare veramente il mondo. Commovente è stato anche il breve incontro con Mons. Hermann Scheipers, l’ultimo sacerdote tedesco vivente sopravvissuto al campo di concentramento di Dachau. Ad Erfurt ho avuto anche occasione di incontrare alcune vittime di abuso sessuale da parte di religiosi, alle quali ho voluto assicurare il mio rammarico e la mia vicinanza alla loro sofferenza.
L’ultima tappa del mio viaggio mi ha portato nel sud-ovest della Germania, nell’Arcidiocesi di Freiburg. Gli abitanti di questa bella città, i fedeli dell’Arcidiocesi e i numerosi pellegrini venuti dalle vicine Svizzera e Francia e da altri Paesi mi hanno riservato un’accoglienza particolarmente festosa. Ho potuto sperimentarlo anche nella veglia di preghiera con migliaia di giovani. Sono stato felice di vedere che la fede nella mia patria tedesca ha un volto giovane, che è viva e ha un futuro. Nel suggestivo rito della luce ho trasmesso ai giovani la fiamma del cero pasquale, simbolo della luce che è Cristo, esortandoli: “Voi siete la luce del mondo”. Ho ripetuto loro che il Papa confida nella collaborazione attiva dei giovani: con la grazia di Cristo, essi sono in grado di portare al mondo il fuoco dell’amore di Dio.
Un momento singolare è stato l’incontro con i seminaristi nel Seminario di Freiburg. Rispondendo in un certo senso alla toccante lettera che essi mi avevano fatto pervenire qualche settimana prima, ho voluto mostrare a quei giovani la bellezza e grandezza della loro chiamata da parte del Signore e offrire loro qualche aiuto per proseguire il cammino della sequela con gioia e in profonda comunione con Cristo. Sempre nel Seminario ho avuto modo di incontrare in un’atmosfera fraterna anche alcuni rappresentanti delle Chiese ortodosse e ortodosse orientali, alle quali noi cattolici ci sentiamo molto vicini. Proprio da questa ampia comunanza deriva anche il compito comune di essere lievito per il rinnovamento della nostra società. Un amichevole incontro con rappresentanti del laicato cattolico tedesco ha concluso la serie di appuntamenti nel Seminario.
La grande celebrazione eucaristica domenicale all’aeroporto turistico di Freiburg è stata un altro momento culminante della Visita pastorale, e l’occasione per ringraziare quanti si impegnano nei vari ambiti della vita ecclesiale, soprattutto i numerosi volontari e i collaboratori delle iniziative caritative. Sono essi che rendono possibili i molteplici aiuti che la Chiesa tedesca offre alla Chiesa universale, specie nelle terre di missione. Ho ricordato anche che il loro prezioso servizio sarà sempre fecondo, quando deriva da una fede autentica e viva, in unione con i Vescovi e il Papa, in unione con la Chiesa. Infine, prima del mio ritorno, ho parlato ad un migliaio di cattolici impegnati nella Chiesa e nella società, suggerendo alcune riflessioni sull’azione della Chiesa in una società secolarizzata, sull’invito ad essere libera da fardelli materiali e politici per essere più trasparente a Dio.
Cari fratelli e sorelle, questo Viaggio Apostolico in Germania mi ha offerto un’occasione propizia per incontrare i fedeli della mia patria tedesca, per confermarli nella fede, nella speranza e nell’amore, e condividere con loro la gioia di essere cattolici. Ma il mio messaggio era rivolto a tutto il popolo tedesco, per invitare tutti a guardare con fiducia al futuro. È vero, “Dov’è Dio, là c’è futuro”. Ringrazio ancora una volta tutti coloro che hanno reso possibile questa Visita e quanti mi hanno accompagnato con la preghiera. Il Signore benedica il popolo di Dio in Germania e benedica voi tutti. Grazie.
------------------

1114 - Commento al Vangelo di oggi 28/9/2011

+ Dal Vangelo secondo Luca (9,57-62)
In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Ho ricevuto numerosi messaggi di lettori abbastanza avanti nella vita spirituale e che non si lasciano guidare dall’istinto, non reagiscono irrazionalmente quando viene evidenziata qualche lacuna o azione sbagliata da qualche componente della Chiesa. Sono cattolici che conoscono la dottrina, che pregano da molti anni e conducono una vita molto impegnata. Non si lasciano prendere dal moto impulsivo di voler stabilire qualcosa, ma riflettono con quella maturità umana e spirituale notevole, quel bagaglio che permette di andare oltre ciò che si conosce empiricamente, nella pratica. Sono cattolici che difendono la Santa Chiesa in qualsiasi circostanza, pronti a schierarsi contro chiunque pur di difendere la Divinità della vera Sposa di Cristo, appunto la Chiesa Cattolica.
È facile e interessante stabilire un dialogo perché l’intesa è guidata dallo Spirito Santo.
Forse non conoscono neanche che una delle direttive della Massoneria ecclesiastica è di protestantizzare la Chiesa Cattolica, fa parte delle direttive del Gran Maestro della Massoneria diffuse già nel 1962 e rinnovate periodicamente. Ma sono vicine a Gesù e la loro riflessione non è più umana, riescono ad intuire per mezzo del dono dello Spirito Santo il bene e distinguerlo dal male. Anche se non manifestano agli altri i loro pensieri, nei loro cuori c’è molta sofferenza per gli errori dottrinali nella Chiesa.
Molti lettori conoscitori evidentemente della sana dottrina e della pericolosità del protestantesimo all’interno dell’unica Chiesa fondata da Gesù, la nostra, riescono a distinguere molto bene i segni dei tempi e non si lasciano guidare dalla simpatia o meno verso altri. Trattandosi di Fede, non hanno dubbi: l’amicizia non deve guidare le nostre convinzioni, ma la sostanza dottrinale di chi vogliamo seguire.
Non reagiscono istericamente se si scopre che qualche loro amico in realtà è un lupo!
Poi ci sono i cattolici convinti di aver capito tutto, di poter giudicare qualsiasi cosa, poggiando le loro argomentazioni sull’istinto e non sulla santità di vita. Proprio perché ancora lontane dalla vera e interiore conversione, non riescono a vedere il bene e il male, non hanno la capacità spirituale di intuire per mezzo dello Spirito Santo, la volontà di Dio e l’opera del demonio.
Sono quelle persone che non reagiscono mai quando gli atei attaccano furiosamente e ciecamente la Chiesa e il Papa. Si girano dall’altra parte e chiudono gli occhi. Invece, vogliono stabilire loro cosa è giusto e cosa non lo è nella Chiesa, valutando tutto con la scarsa conoscenza della dottrina cattolica, dei documenti della Chiesa, delle eresie protestanti e del piano della Massoneria ecclesiastica di umanizzare la Chiesa. E questo non lo scopriamo oggi, la Madonna ne parla in centinaia di messaggi autentici.
Il grosso problema è proprio questo: da decenni esiste un piano portato avanti da molti Prelati di cui si conoscono nomi e cognomi, che vuole unificare la Chiesa Cattolica con tutte le chiesette protestanti, creando una nuova chiesa universale, abolendo di fatto il Primato del Papa e la maggior parte delle Verità rivelate da Gesù e che sono le fondamenta della nostra Chiesa.
Alla luce di questo, crea molta confusione la visita al convento del padre delle eresie cristiane. Se si riabilita Lutero e si afferma che occorre imitare la sua passione verso Dio, i cattolici entrano nella confusione completa. Poi ci sono pure cattolici pieni di inesperienza dottrinale, confusione totale, che fraintendono tutto e scambiano la Verità della Chiesa da difendere con la misericordia o altro!!!
Non scrivo così perché sono severo, chi mi conosce o chi si confessa con me percepisce perfettamente la grande comprensione e misericordia che nutro verso tutti, ma la dottrina della Chiesa è un’altra cosa, non bisogna scambiarla stupidamente con la misericordia di Dio. La dottrina è quella e quella occorre osservare. La Legge della Chiesa è un comando di Gesù.
Ci sono cattolici che difendono Lutero perché affascinati dal protestantesimo, oppure si lasciano guidare proprio dalla simpatia e ritengono infallibile, purissimo, ineguagliabile, quel Vescovo o Sacerdote appunto per l’amicizia che intercorre tra loro. Anche tanti Sacerdoti inseriscono la dottrina eretica nelle omelie e nei consigli ai penitenti nella Confessione.
Liberi di farlo, di agire così, d’altronde, la dottrina protestante insegna proprio questo: ognuno gestisce la fede secondo la sua convenienza, senza legge morale né esistono i peccati da confessare.
Ma non è questo che insegna la Chiesa Cattolica, l’unica fondata da Gesù e che è Santa perché Divina. La Chiesa insegna l’amore alla verità e il rifiuto dell’ipocrisia, non si può essere cattolico quando conviene, non si possono rifiutare le sue Leggi morali e pensare di vivere da persona perfetta.
Il grosso guaio dei cattolici “adulti”, è proprio la libertà di scegliere quello che conviene e di agire come piace. Ditemi dov’è il Vangelo e la sequela di Gesù?
Il compito del Sacerdote è di indicare il Vangelo storico, non quello annacquato, perché risulta molto facile predicare il falso vangelo della misericordia e riscuotere continui applausi. Se anch’io predicassi il falso vangelo, riceverei applausi da tutti coloro che non vogliono seguire il vero Gesù Cristo. È anche vero che molti cattolici cercano quei Sacerdoti accomodanti che non richiamano mai e permettono ogni sfizio…
Evidentemente non è il mio caso, né i miei commenti seguono questo agire sbagliato.
Allora bisogna dire sempre la verità, anche a costo di andare contro i nostri idoli o amici Vescovi e Sacerdoti. E se risulta opportuno manifestare qualche scandalo per illuminare i fedeli, occorre farlo, avendo come unico obiettivo la salvezza delle anime. Non si può tacere uno scandalo per paura e lasciare perdere le anime. In ogni circostanza occorre valutare con l’assistenza dello Spirito Santo.
Purtroppo, anche in modo inconscio molti innalzano ad idolo un Vescovo o un Sacerdote e si convincono che non può mai sbagliare o, se sbaglia, lo coprono e si disperano se qualcuno mostra il vero volto di quell’idolo che magari appare anche in televisione. Ci sarebbero da raccontare tantissimi scandali commessi da questi idoli… Che per un piatto di lenticchie svendono la loro Fede…
“Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci” (Mt 7,15).
Forse alcuni lettori di questa newsletter sono affascinati dal protestantesimo, liberi di seguire chi vogliono, ma questa è una newsletter cattolica, pienamente fedele al Papa e alla Chiesa, che vuole manifestare la piena Rivelazione del Signore e tutte le Verità contenute nel Vangelo. Per questo, non c’è né ci potrà mai essere confusione nella difesa della Santa Chiesa e del Vangelo storico.
Questi lettori affascinati dal protestantesimo però non possono “filtrare il moscerino e ingoiare il cammello!” (Mt 23,24).
Giorni fa ho evidenziato che qui scrivo solamente lo 0,1 per cento della confusione presente nella Chiesa, praticamente non scrivo quasi nulla, è una scelta guidata dalla Fede non dalla ragione, è la Fede a illuminarmi che non occorre scrivere quello che non è necessario. Quello che invece è utile per la salvezza delle nostre anime, deve necessariamente arrivare a chi vorrà leggerlo. Chi non è d’accordo, può ignorarlo, cestinarlo, cancellarsi, fare quello che vuole. Ma io rimango sempre lo stesso, non seguo le amicizie vantaggiose e comode, seguo fedelmente Gesù Cristo e non scendo a compromessi con nessuno. Potrebbe essere il Prelato più influente o il ricco più ricco del mondo. Chi vuole leggere manifesta l’apertura verso la non conoscenza e la verità che posso documentare.
Se avviene qualcosa di grave non si può fare finta di nulla, Gesù non lo vuole: “Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre” (Lc 19,40).
Nelle cose di Dio non c’è simpatia umana, c’è la Fede che ci dona l’Amore Divino.
Diversi Sacerdoti mi hanno scritto condividendo pienamente la mia analisi sulla visita del Papa nel convento di Lutero. Sacerdoti che conoscono la dottrina tradizionale della Chiesa e la pericolosità del protestantesimo, per questo sono autorevoli nel commentare questo fatto, non si lasciano guidare dalla scarsissima capacità di discernimento che manifestano altri. Questi Sacerdoti non si lasciano guidare dall’istinto passionale, è la Fede a guidarli nella valutazione delle varie situazioni.


Queste le parole inviate da un Sacerdote: «Caro Padre, penso anch’io che certe scelte compiute in questo ultimo viaggio papale possano disorientare i fedeli più sprovveduti e nello stesso tempo più “tiepidi”.
Penso che il Papa avrebbe fatto bene ad anteporre un “forse” alla sua affermazione perentoria... per lasciare sempre il giudizio attuale ed ultimo a Dio, il solo che conosce perfettamente i cuori degli uomini “agnostici” o di “routine” o di “apparato”.
Così il rimarcare che Lutero abbia avuto ”passione” per Dio quasi fosse da contrapporre e quasi da additare ad esempio per il cattolico abitudinario e spento, ma che “forse” -come dici giustamente tu- è almeno attento alla morale, “almeno” nelle sue esigenze fondamentali, è stata una scelta che si presta all’equivoco.
Forse che quella “passione” ha prodotto in colui che la viveva una fede e un comportamento “giusto e santo” davanti a Dio? Le presunte affermazioni di fede e le scelte concrete di vita del monaco agostiniano smentiscono categoricamente la retta fede e la retta morale.
La “passione” di Lutero ha prodotto rovine e macerie spirituali e morali in lui e in molti altri... e non ha nulla a che fare con la passione “santa” di un Sant’Ignazio o di un San Francesco, per fare degli esempi più conosciuti di Santi riformatori secondo Dio.
La “passione” di Lutero è stata di tipo “carnale” nel senso paolino, cioè diabolica, e questo lo possiamo e lo dobbiamo dire sul piano dei frutti che ha prodotto, ma solo Dio ha potuto giudicare il grado di responsabilità personale del padre della Riforma.
È l’autentica passione dello Spirito Santo che si deve additare ai molti “tiepidi” cattolici praticanti, che ha prodotto innumerevoli frutti di santità lungo la storia bimillenaria della Chiesa Cattolica!
Se poi si è voluto dire (ma senza dirlo chiaramente, purtroppo!) che ci vorrebbe un grado di “passione” come quello di Lutero nella vita dei nostri tiepidi abitudinari ma “sostanziata” di Verità e di Carità divine, allora questo si può e si deve accettare, nel senso che sarebbe auspicabile che ciò avvenisse...
Ma bisognerebbe dirlo chiaro e tondo... perché quando il Papa parla a dei non cattolici o a dei non credenti, parla sempre anche indirettamente ai “suoi”, tra i quali ci sono i piccoli, che non sempre riescono a fare il giusto discernimento.
Ti saluto caro Padre, e ricordiamoci nella preghiera!
P. Mario Ramello M.I.»


Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
-----------------

martedì 27 settembre 2011

1113 - Commento al Vangelo di oggi 27/9/2010

+ Dal Vangelo secondo Luca (9,51-56)
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
[il commento che segue rispecchia esclusivamente l'opinione di P. Scozzaro. Su questo non sarebbe male aprire una discussione fra i lettori]
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
L’articolo che ho inviato poco fa, non è contro il Papa, è semmai una riflessione di un acuto e intellettualmente onesto filosofo di nome Marcello Veneziani [l'articolo in questione sarà pubblicato solo se ci sarà un certo numero di richieste in tal senso]. Da semi credente, lui si pone interrogativi legittimi su alcune espressioni pronunciate dal Papa nei giorni scorsi in Germania.
Nessuno però può arrivare a capire i motivi che hanno spinto il Papa a pronunciare certe affermazioni, che disorientano milioni di fedeli, causano incertezza in coloro che hanno una Fede tiepida e vengono considerati peggiori dei non credenti. In pratica, anche a molti di voi che vi state sforzando per cominciare un serio cammino spirituale, ma forse vi trovate in una fase di tiepidezza, ebbene anche a voi sono rivolte le parole del Papa: “Agnostici (scettici) e non credenti che soffrono per i nostri peccati, sono più vicini a Dio dei credenti che concepiscono la fede come routine e apparato”.
Da parte mia c’è piena comprensione sulla retta intenzione del Papa nel pronunciare queste parole, ma sono parole che confondono i semplici credenti e i credenti tiepidi.
Come può essere più vicino a Dio un non credente di un cattolico tiepido, ma almeno attento alla morale?
La spiegazione di queste parole e della sua visita al convento del padre del protestantesimo, Martin Lutero, non si esaurisce considerando che tra i suoi collaboratori ci sono Prelati di mentalità modernista e protestante. Molti giornalisti cattolici non si spiegano la visita di Papa Benedetto XVI nel convento di Lutero, anche i non credenti pensano che sia stato riabilitato l’ex monaco agostiniano, padre della ribellione contro la Chiesa e fondatore del protestantesimo eretico.
Neanche questa visita del Papa potrà riabilitare Lutero, nonostante le speranze di quei Prelati e Sacerdoti che vogliono eliminare il celibato sacerdotale e diverse Leggi della Chiesa.
La visita del Papa al padre della menzogna ecclesiale, si presta a moltissime interpretazioni, tutte negative per la santità della Chiesa Cattolica. Molti potranno dire che cattolici e protestanti sono uguali e possono pregare insieme, o che il protestantesimo è stato rivalutato dal Papa.
A causa di questa inopportuna e contraddittoria vicinanza tra i protestanti e il Rinnovamento nello Spirito (carismatici), moltissimi cattolici lasciano la Chiesa Cattolica e si inseriscono in quelle comunità eretiche. Sono innumerevoli i cattolici (ex) che non vanno più a Messa la domenica perché rifiutano la nostra Chiesa. E chi li ha condotti fuori dalla Chiesa? Gli incontri di preghiera misti tra protestanti e cattolici.
Nel Rinnovamento ci sono anche molti buoni cattolici, che non credono alle fantasie dei protestanti.
Una sola cosa è certa: la confusione nella Chiesa cresce e diminuisce la Fede!
E la visita di Papa Benedetto XVI nel convento di Lutero è stata quantomeno inopportuna!!!
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
-------------

lunedì 26 settembre 2011

1112 - Commento al Vangelo di oggi 26/9/2010

+ Dal Vangelo secondo Luca (9,46-50)
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Come ho già spiegato lo scorso anno, per diventare cattolici consapevoli e responsabili, dobbiamo conoscere la vera identità soprattutto dei Pastori della Chiesa, non per giudicarli o condannarli, si tratta di conoscere per difendere la nostra Fede. Il nostro è un atto di responsabilità per tutelare il dono della Fede, non vogliamo dire più di quanto si conosce. La conoscenza degli scandali all’interno della Chiesa ci permette di non seguire l’errore e il fantasticante.
In questi ultimi mesi, soprattutto, abbiamo conosciuto fatti e personaggi, Consacrati che hanno in realtà una doppia vita o quantomeno mostrano una fittizia spiritualità pubblicamente mentre nel privato agiscono come i corruttori. Di alcuni personaggi della Chiesa da molti anni ho riferito ad alcune persone quello che vedevo nei loro volti. Non amore né verità, tutt’altro.
E sono Consacrati che si mettono al centro della scena, non disdegnano la televisione e la radio, sono sempre presenti in tutte le manifestazioni ecclesiali in cui si prevede la partecipazione di migliaia di fedeli…
Di qualche Consacrato che si vede spesso in televisione potrei raccontare episodi non riportati da altri, sono stato testimone indiretto di comportamenti sopra le righe. Ma sempre occultati da giustificazioni spirituali ed ecclesiali. Non è il momento adesso di approfondire questo aspetto, ci sarà tempo e modo, d’altronde sono le cronache stesse a raccontare cosa avviene nel segreto e quale dio cercano coloro che amano essere protagonisti e mettersi al centro della scena. Ovviamente subentrando e spodestando Gesù dal centro della vita della Chiesa.
Se assistiamo all’agitazione di Pastori della Chiesa che rincorrono sempre la visibilità e presenziano tutte le celebrazioni dove è presente molta gente, oggi Gesù ci dice un’altra cosa: “Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande”. Bisogna scegliere se diventare grande davanti alle telecamere o davanti a Dio, nel nascondimento e nel rinnegamento costante.
A questo è chiamato il Sacerdote, altrimenti poteva scegliere un’altra professione.
Si vive senza Dio e si cerca di camuffarlo, spargendo parole mielose e benevoli, ma il volto manifesta il tradimento a Gesù. Per un’ora di notorietà si arriva quasi a vendere l’anima al diavolo… accettando ciò che un cristiano sincero non può assolutamente approvare.
Allora diventa determinante per tutti voi arrivare al discernimento spirituale, per conoscere bene l’animo -e in profondità possibilmente- di quanti vi parlano di Gesù e della Madonna. Tantissima gente è confusa da quello che ascolta in Chiesa. Sono molti quelli che mi dicono che ascoltano insegnamenti sbagliati e ambigui nelle omelie e nelle conferenze, parole in libertà che rifiutano il vero Gesù storico e la sana dottrina della Chiesa.
Non si può scherzare con il bene della propria anima, occorre separare l’amicizia dalla Verità del Vangelo.
È una Grazia trovare e seguire insegnamenti coerenti alla Parola di Dio e percorrere così il cammino di santità.
Ci stiamo avviando velocemente al tempo in cui tutto sarà svelato e si conoscerà la vera identità dei Prelati e dei Sacerdoti fedeli a Gesù o traditori di Gesù. Noi dobbiamo invocare il Sangue del Signore sopra quei Vescovi e quei Sacerdoti infedeli, perché ottengano la Grazia del ravvedimento e del ritorno ad una vita santa.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
------------

domenica 25 settembre 2011

1111 - Messaggio Medjugorje del 25/9/2011

Cari figli, vi invito affinché questo tempo sia per tutti voi il tempo per testimoniare.
Voi che vivete nell’amore di Dio e avete sperimentato i Suoi doni, testimoniateli con le vostre parole e con la vostra vita perchè siano gioia ed esortazione alla fede per gli altri.
Io sono con voi e intercedo incessantemente presso Dio per tutti voi perché la vostra fede sia sempre viva, gioiosa e nell’amore di Dio.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
----------

1110 - Commento al Vangelo di oggi 25/9/2010, domenica 26^ t.ord.

+ Dal Vangelo secondo Matteo (21,28-32)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Se la nostra vera patria è il Cielo, non posso che gioire se qualche mio familiare prende questo viaggio e si presenta davanti a Gesù per ricevere il premio eterno. Siamo pellegrini in questa vita, chi lo comprende bene vive in riferimento alla gloria che attende in Paradiso i veri innamorati del Signore.
Mia madre naturale, colei che mi ha dato la vita fisica è tornata al Padre.
Dopo una lunga malattia, dopo il superamento miracoloso di una ricaduta più di un anno fa, è arrivato per lei il momento di ritirare un grande premio eterno.
Prima o poi doveva accadere, non si rimane eternamente qui, è un luogo di passaggio.
Non posso reclamare assolutamente nulla a Gesù e alla Madonna, mia madre naturale si è spenta lentamente e docilmente come è successo per esempio a Papa Giovanni Paolo II. Di cosa devi lamentarti se era arrivato il suo momento?
Tutti i figli parlano bene dei genitori che amavano, io non voglio descriverla da figlio, ma come Sacerdote. Ho visto in lei veramente la mitezza e la semplicità, la bontà e la pazienza.
Non ha mai litigato o avuto contrasti con nessuno nella sua vita, ha sempre perdonato in silenzio.
Ha usato sempre pazienza, come grande è stata la pazienza nella sua malattia. I medici e gli infermieri dell’ospedale si erano affezionati a lei per la sua docile pazienza nel farsi curare, senza esprimere mai un solo lamento. È stata così forte la sua pazienza, da suscitare nei medici l’interrogativo sul dolore che riusciva a sopportare.
Da due anni una badante si occupava di lei per metà giornata, anche per farla camminare e curare con attenzione. Non solamente per il quarto Comandamento che comanda: “Onora il padre e la madre”, è una sensibilità naturale rimanere sempre riconoscenti verso i genitori che hanno dato la vita fisica e tutto ciò che è stato necessario per una crescita decorosa.
Noi figli abbiamo trovato una badante per non trascurarla nella mattinata. Si è trattato di un gesto di ulteriore amore a lei, una parte forse di tutto quello che lei ha riversato su tutti noi. Non abbiamo dato il peso delle cure alla badante, lei si occupava per circa quattro ore, poi i miei familiari si occupavano per il resto con un’assistenza continua.
Non è ammissibile la casa di riposo quando si ama veramente un genitore.
Posso comprendere l’esigenza di sistemarla in un centro specializzato per la necessità di cure particolari o l’assistenza medica continua. Ma se non necessitano queste cure, perché abbandonare i genitori nelle case di riposo? La coscienza e la riconoscenza devono aiutarci nell’evitare questo tradimento alle persone che ci hanno amato più di tutti gli altri. E che non ci hanno mai tradito!
Nonostante il dolore del distacco come figlio, provo molta gioia pensando a lei quando sorrideva, il volto si illuminava come un Angelo e coinvolgeva tutti, perché emanava serenità, pace, gioia cristiana. Posso dire che mia madre è stata una buona cristiana e ha lasciato la terra in piena comunione con il Signore. Nella bara il suo volto era mite e gioioso. Tutte le persone ricordano la sua mitezza e la sua bontà.
La parabola di oggi ci invita proprio a vivere la Legge di Gesù. Nella Casa di Dio o nella sua Vigna non si rimane solamente per osservare il precetto della Messa, bisogna anche rispondere ai comandi di Dio, espressi nei Comandamenti e nel Vangelo.
Nella parabola i due figli hanno un modo stravagante di obbedire al padre: affermano una cosa e compiono il suo contrario. Dei due Dio gradisce certamente quello che và a lavorare nonostante l’iniziale rifiuto. E questo ci può anche stare, è importante la risposta operativa, non le parole gonfiate e che esplodono nel nulla. Con le parole molti hanno costruito palazzi immaginari…
Oggi dobbiamo chiederci chi è il vero credente!
Molti cattolici cadono nelle preghiere consuetudinarie, lo stesso vale per la Messa. È una partecipazione esteriore, sono preghiere recitate senza amore e vera partecipazione. È l’illusione di compiere la volontà di Dio, mentre il cuore è interessato altrove. In molti casi, si và a Messa ma non si osservano le sue Leggi. Proprio come il figlio che ha risposto “sì” ma poi compie il contrario.
Occorre rispondere “sì” e vivere gli insegnamenti di Gesù. Questa è la vera conversione.
Altrimenti si rimarrà nella convinzione di fare molto per Gesù, obbedendo solo a qualcosa…
Gesù cerca molti seguaci per portare nel mondo la Verità della sua Parola. Siamo chiamati come parrocchiani a rispondere con tutto il cuore al Signore dell’Amore, c’è bisogno di noi per portare il suo Vangelo ovunque sarà possibile. Dobbiamo conoscerlo bene ed è quello che faremo con i commenti e con gli incontri di studio nella Cappella che verrà costruita qui accanto al convento. Di questo parleremo tra alcuni mesi.
Affido alle vostre continue preghiere l’anima di mia madre Rosaria.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
----------------------

sabato 24 settembre 2011

1109 - Commento al Vangelo di oggi 24/9/2010

+ Dal Vangelo secondo Luca (9,43-45)
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Ogni essere umano aspira a qualcosa di grande, può essere un peccatore o un Santo, c’è sempre una grande aspirazione che muove anche inconsapevolmente. Non tutto è da considerare negativo, ogni persona ha desideri legittimi, anche di occupare posti di rilievo. Ciò che qualifica l’aspirazione è l’intenzione retta, ma solo Gesù la conosce e può giudicare.
L’ambizione ha un aspetto più mondano, è un termine legato più all’arrampicamento sociale compiuto con ogni mezzo, anche illecito. Ripeto, non è sbagliato cercare di migliorare la posizione sociale, è il modo e l’intenzione con cui si cerca di realizzare.
Se la gloria umana è nella natura di ogni persona, c’è invece una cosa che mette tremore: la sofferenza. Il solo pensare a qualcosa che causa afflizione e dispiacere, fa scattare l’istinto di autoconservazione che controlla tutto e respinge tutto ciò che si oppone alla felicità.
Quale che sia la felicità non è importante per molti, interessa il concetto di appagamento.
Nel Vangelo Gesù preannuncia una situazione dolorosa in cui dovrà soffrire per colpa dei suoi nemici e ne fa partecipi gli Apostoli. Anche essi rimangono afflitti, soprattutto confusi, non comprendono la sofferenza che doveva patire il Signore, proprio Lui che aveva risuscitato morti.
Sarà complicato per i discepoli entrare nel concetto del patire, che implica il consentire qualcosa ad altri, certamente non amici. Patire è anche subire violenze morali o fisiche, che arrecano piaghe spirituali e fanno soffrire.
Soffermiamoci sulle parole di Gesù: “Il Figlio dell’Uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini”. Consegnato da chi? Non certo dai suoi nemici, non potevano nulla senza la permissione di Dio. Sono forse gli eventi? Il destino non esiste, è Dio a decidere la storia, lasciando agli esseri umani la facoltà di scegliere liberamente. E in questo caso, è l’uomo a costruirsi il suo destino, è lui che decide chi vuole essere e come vuole vivere.
È solo la permissione del Padre a permettere che mani rozze tocchino ed arrestino Gesù!
Invece ieri sera sul web ho letto che gli uomini di Chiesa stanno consegnando la Chiesa ai protestanti. Mi sembra eccessivo, forse intendono la visita del Papa Benedetto XVI nell’antico convento agostiniano in cui venne ordinato Sacerdote Martin Lutero, diventato il padre della ribellione alla Chiesa Cattolica e fondatore del protestantesimo opposto al cattolicesimo.
Ho letto su un quotidiano online che molti non hanno compreso questa visita in memoria di Martin Lutero, come se si volesse riabilitare l’uomo che ha compiuto la più grande riforma eretica proprio contro l’unica Chiesa fondata da Gesù Cristo.
È vero che in moltissime parrocchie c’è molta confusione dottrinale e si predica più la dottrina eretica protestante che la sana dottrina cattolica, con la conseguente reazione di molti cattolici che lasciano la Chiesa per passare tra i protestanti. Addirittura si organizzano incontri di preghiera tra cattolici e protestanti, illudendosi di fare qualcosa di buono.
Sono i cattolici poco preparati e poco spirituali a cercare questi incontri di preghiera.
Si potrebbe partecipare a questi incontri ad una sola condizione: i protestanti ammettano che la Chiesa Cattolica è stata fondata da Gesù e loro da un ex monaco frustrato ed immorale (ebbe relazioni sessuali con una suora), e che tutta la Verità rivelata da Gesù si trova esclusivamente nella Chiesa di Roma.
Solamente a questa condizione è pensabile partecipare ad un incontro di preghiera con i protestanti.
Quando si parla di dottrina protestante o evangelica, si intende una dottrina eretica, opposta alla rivelazione di Gesù Cristo e alla sana dottrina della Chiesa Cattolica, in vigore da duemila anni. Invece il protestantesimo è nato nel 1529 per opera di un ex Sacerdote agostiniano, Martin Lutero. Egli ha tradotto la Bibbia in tedesco eliminando tutti quei versetti che egli non considerava interessanti, manipolando così la Sacra Scrittura.
I protestanti o evangelici seguono solo la Bibbia (sola Scriptura), interpretandola in modo personale e indipendente dal resto della comunità.
Non seguono il Papa e la Tradizione cattolica bimillenaria, non adorano l’Eucaristia e non credono nella Confessione, per essi non esiste la figura del Sacerdote; sono contrari alla devozione alla Madonna e non recitano il Santo Rosario, non venerano le statue e le immagini, affermano che Gesù ha pagato per tutti una sola volta e tutti siamo stati già salvati.
Vediamo in sintesi la loro dottrina. Per i protestanti o evangelici solo la Bibbia è la fonte della verità, non seguono gli insegnamenti della Chiesa Cattolica, né gli scritti dei Padri della Chiesa e dei Papi. Solo Cristo è il Salvatore, quindi non venerano i Santi, la Madonna e non ammettono altri intermediari con Dio se non Gesù. Solo la Grazia (la misericordia di Dio) salva l’uomo, non le buone opere, le parole e neanche il culto regala la salvezza (giustificazione). Solo la fede salva l’uomo, che però è sempre una Grazia, un dono, e non c’è salvezza per le proprie opere.
Per gli evangelici la Messa non è il Sacrificio di Cristo e quindi l’Eucaristia non è un Sacramento, né credono nella presenza reale di Gesù nell’Eucaristia. Non hanno Sacerdoti perché non credono nell’ordinazione fatta da Gesù nell’Ultima Cena. Non c’è di conseguenza il Sacramento dell’Ordine, non sono intermediari e per i protestanti i loro pastori possono essere donne e uomini sposati.
Questo è quello che vogliono anche nella Chiesa Cattolica molti Prelati, Sacerdoti e teologi: il sacerdozio alle donne. Non per rispetto della donna, bensì per annientare la sana Tradizione della Chiesa, togliere il celibato e sposarsi anche loro, cambiare donne come si cambiano i vestiti.
La mentalità protestante indica una dottrina eretica e opposta alla Chiesa Cattolica. Le eresie più diffuse nelle parrocchie, provengono proprio dalla dottrina protestante.
Trascrivo da un quotidiano online alcune affermazioni di Papa Benedetto XVI ieri in Germania.
«Papa Ratzinger, in visita a Erfurt in Germania, fa l’elogio di Lutero, che in quella città fu ordinato: “Per me è emozionante incontrare qui i rappresentati della Chiesa evangelica in Germania”.
Durante il suo discorso ha detto: “La maggior parte della gente, anche dei cristiani, oggi dà per scontato che Dio, in ultima analisi, non si interessa dei nostri peccati e delle nostre virtù”. E invece “il male non è un'inezia”, ha detto ancora il Papa. “Esso non potrebbe essere così potente se noi mettessimo Dio veramente al centro della nostra vita. La domanda: qual è la posizione di Dio nei miei confronti, come mi trovo io davanti a Dio? Questa scottante domanda di Martin Lutero deve diventare di nuovo, e certamente in forma nuova, anche la nostra domanda”.
“Come posso avere un Dio misericordioso?”: questa domanda gli penetrava nel cuore e stava dietro ogni sua ricerca teologica e ogni lotta interiore. Per lui la teologia non era una questione accademica, ma la lotta interiore con se stesso, e questo, poi, era una lotta riguardo a Dio e con Dio».
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
------------------

venerdì 23 settembre 2011

1108 - Commento al Vangelo di oggi 23/9/2010

+ Dal Vangelo secondo Luca (9,18-22)
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’Uomo -disse- deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
È sempre una grande gioia festeggiare Padre Pio, sentirci più vicini a Lui, rinnovare la nostra vicinanza e il grande amore che gli vogliamo. Mi sento molto vicino a Padre Pio, non per una semplice devozione religiosa, c’è molto di più verso la sua persona. Negli anni ’90 durante gli studi di Teologia a Roma e a Benevento, periodicamente mi recavo a San Giovanni Rotondo per 3/4 giorni, organizzandomi brevi ritiri spirituali.
Mi ospitava una vecchietta, Adriana Pallotti, originaria di Modena ma trasferita lì negli anni ’50 con suo padre, invitati dallo stesso Padre Pio. Aprì una piccola Pensione poi smessa intorno al 1990. All’interno c’era una Cappella accogliente e silenziosa, l’impronta di chi ama Gesù.
Durante il giorno trascorrevo diverse ore nella cripta di Padre Pio, mi sedevo sempre in un angolo dietro la scalinata così non venivo disturbato dai pellegrini, ma vedevo a circa otto metri la tomba del Santo e gli raccontavo la mia vita di studente di Teologia, l’apostolato che conducevo e quello che avrei voluto fare per aiutare Gesù e Maria nella salvezza delle anime.
Padre Pio diventò per me “zio Piuccio”, questa è una vera confidenza che faccio, non l’ho mai detto.
Padre Pio mi attirava lì nella sua cripta, Gesù stesso voleva che conoscessi bene questo grande Santo. Mi rallegravo quando molti suoi figli spirituali mi raccontavano episodi piacevoli dei loro incontri. Una cosa mi fece riflettere: un Sacerdote ricordò che negli anni ’50 sul Gargano ci fu il terremoto e Padre Pio aveva molta paura, tanto che si rifiutava di dormire in convento, così pensarono di portare un’ambulanza nel cortile e rimaneva la notte dentro la macchina. Quindi, se Padre Pio agiva in quel modo, c’era speranza anche per me di diventare migliore! È stato un grande uomo eroico, i Santi sono grandi quando nascondono la santità e vivono nella normalità.
Rivolgetevi nelle preghiere a Padre Pio, è un potente mediatore davanti a Gesù.
Nel Vangelo di oggi con poche parole Gesù delinea tutto quello che si appresta a vivere, le spietate persecuzioni che riceverà, lo scandalo della Croce che lo renderà simile a un malfattore. Il mondo ha un metodo di conoscenza assolutamente opposto a quello di Gesù, premia e osanna quelli che primeggiano nell’immoralità e nella vita disonesta.
Un Salmo della scrittura lo conferma: “Mentre gli empi si aggirano intorno, emergono i peggiori tra gli uomini” (11,9).
Perché emergono? C’è il sostegno robusto e persistente delle potenze infernali, i demoni che non dormono mai e vegliano sull’umanità per stordirla in ogni momento favorevole. Demoni che vogliono realizzare il loro piano di portare alla dannazione tutti gli uomini, perché loro non potranno mai più entrare nella gloria del Paradiso.
Per questo i demoni girano e girano ovunque alla ricerca di persone con quelle caratteristiche tanto amate da essi: perversi, corrotti, immorali, ambiziosi, odiosi, perfidi. Quando trovano queste persone non le lasciano più, si appiccicano con lo spirito demoniaco puzzolente ed ispirano di continuo i migliori modi per portarli al successo, renderli famosi e adorati da milioni di accecati schiavi.
Questi personaggi ripieni di spirito malefico sono convinti di meritare il successo, non valutano che si trovano completamente in balia dei pensieri che arrivano alla mente… Sono schiavi di tutti i pensieri che aleggiano in testa e li soddisfano in quanto incapaci di mortificarsi e di discernere. Vogliono esclusivamente appagare ogni istinto e dietro tutto questo c’è lo spirito satanico. Satana è padrone di tutti quelli che inneggiano alla libertà morale e disprezzano le Leggi di Dio.
Satana governa le loro vite, guida le loro scelte, li conduce dove vuole. Oggi più dell’ottanta per cento dei giovani non ha in mano la vita, non c’è alcun limite alla trasgressione e considerano il corpo come mezzo di appagamento totale di ogni istinto. Grazie ai mezzi di comunicazione è capillarmente diffusa la mentalità tra i giovanissimi del sesso senza amore, così per amicizia.
Molti personaggi dello spettacolo mostrano spesso le corna, pensando di compiere un gesto di buon auspicio, in realtà inneggiano a satana e ai suoi alleati polli dell’inferno.
Molti personaggi famosi sono ubriachi di successo e non riescono a considerare che la vita è nelle mani di Dio. Non comprendono che la vita senza la Croce è già una croce, perché l’agitazione, l’insoddisfazione e la delusione interiore sono sempre lì, nonostante la notorietà e i lauti guadagni.
È satana a contribuire all’accecamento dell’intelletto, non distinguono il vero dal falso.
Il dono dello Spirito Santo della scienza invece, permette di comprendere la finalità di ogni cosa, il progetto di Dio su una persona, le migliori scelte da compiere per guadagnare la salvezza eterna. Leggiamo questa breve e bellissima spiegazione:
Con il dono della scienza si vede ogni cosa sotto la sua vera luce, che è quella della Fede. Si scoprono i deplorevoli errori che si diffondono per il mondo, che seducono un sì gran numero di anime, e dei quali, forse, noi stessi siamo stati a lungo le vittime.
Il dono della scienza ci rivela il fine che Dio si è proposto nella creazione, quel fine, all'infuori del quale, gli esseri non saprebbero trovare né il bene, né il riposo. Con questo dono prezioso, le appare chiaramente la verità, capisce ciò che Dio domanda e ciò che Dio riprova, ciò che deve cercare e ciò che deve fuggire.
Senza la scienza divina, con la nostra vista corta, rischiamo di perderci, a causa delle tenebre che troppo spesso oscurano in tutto od in parte l'intelligenza dell'uomo”.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
----------------

giovedì 22 settembre 2011

1107 - Commento al Vangelo di oggi 22/9/2010

+ Dal Vangelo secondo Luca (9,7-9)
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Questo breve Vangelo ci spiega che duemila anni fa le persone farneticavano come oggi, né più né meno, tali e quali. È meglio prima conoscere l’antefatto. In questo capitolo Gesù invia gli Apostoli ad evangelizzare, rilasciando i segni della presenza del Signore, come Lui dice nei versetti 1-6: «Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demòni e di curare le malattie. E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: “Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno. In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino. Quanto a coloro che non vi accolgono, nell'uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi”».
Il cattivo Erode avendo sentito che gli Apostoli operavano guarigioni nel Nome di Gesù, si spaventò e chiese spiegazioni ai suoi uomini. Ognuno gli rispondeva con una versione diversa, ognuno interpretava quei fatti in modo molto personale.
È la debolezza dell’essere umano, la sua lontananza da Gesù a fargli vedere la realtà appannata.
Se qualcuno fosse stato vicino a Dio avrebbe risposto secondo verità, affermando che il Messia era finalmente arrivato in mezzo a Israele e la sua autorità era superiore di gran lunga a quella dei Profeti passati. Nessuno poteva arrivare a questo, tentavano di indovinare la sua identità e provenienza.
Anche ai giorni nostri ci sono confusionari che parlano senza dire niente. Uno di questi è Umberto Eco. L’ultima sua baggianata è stata quella di voler dare lezioni di teologia al Papa, affermando che Benedetto XVI è «grossolano» e «naif» (rozzo) come uno studente. Oltre la valutazione pessima come teologo, accusa il Papa di essere uno studente della scuola dell’obbligo.
Non mi sorprende affatto Umberto Eco, l’ho sempre considerato per quello che ha mostrato in questa circostanza, ma la mia sorpresa è sempre stata rivolta a quanti hanno il coraggio o la stupidità di seguirlo, di ascoltare le sue ampollosità.
Forse lo prendono troppo sul serio e lui esterna su ogni persona e ogni fatto.
Lo considerano intellettuale forse perché insegna, ma un vero intellettuale non è tale solo perché ha letto mille libri o insegna all’università, è tale se riesce a far girare bene l’intelletto. La persona interessata non riesce a capire se la testa funziona bene o gira a vuoto, è compito di chi ascolta molte idiozie avvertirlo che è maestro di scemenze e non del sapere.
Gli intellettuali atei molto spesso, anzi quasi sempre, tirano fuori teorie strane e fuori da ogni logica. Anche se parlano del sole che è luminoso dicono stupidaggini, anche se discutono (?) di calcio, affermano teorie estranee al mondo del pallone.
La persona senza Dio si convince di essere un padreterno che ha creato Dio, qualora esistesse, però come padreterno dovrebbe saperlo… L’egoismo supera i suoi anni di età, l’amore di sé non ha confini in questo pianeta.
Di cosa puoi discutere con l’uomo che si mette al centro del suo ambito angusto e lo scambia per il mondo?
L’ateo dichiarato è nemico di Dio, l’uomo indifferente invece è aperto alla Grazia di Dio.
Uno come Umberto Eco se si fosse trovato duemila anni fa ad osservare i miracoli straordinari di Gesù, avrebbe detto: “C’è il trucco, vi siete messi d’accordo, è impossibile la risurrezione di un morto dopo quattro giorni”. Avrebbe dubitato anche dei pani che si moltiplicavano a migliaia sotto i suoi occhi. Che miseria…
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
------------------

mercoledì 21 settembre 2011

1106 - Commento al Vangelo di oggi 21/9/2010

+ Dal Vangelo secondo Matteo (9,9-13)
In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Anche in questo Vangelo vediamo che i farisei, etimologicamente ipocriti, si scandalizzano della presenza di Gesù in una casa di pubblici peccatori, come i pubblicani. Proprio i farisei avevano bisogno di una radicale convertita, intanto recriminano sugli altri. È facile puntare il dito sugli altri e nascondere le proprie miserie, ignorandole volutamente.
Non è un buon servizio alla verità e alla buona coscienza giustificare se stessi.
La domanda che i pubblicani pongono sulla presenza di Gesù a quella riunione in cui si mangiava qualcosa, tace tutti i festini a cui partecipavano proprio loro, i farisei ingialliti. Pongono anche una sottile domanda, pregustando una dura condanna morale al Signore.
“Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?”. Non era grave mangiare con i peccatori, era grave agire da peccatori incalliti come i farisei. Ignoravano intenzionalmente gli insegnamenti di Gesù diffusi un po’ ovunque e che manifestavano la sua missione, la sua presenza in mezzo a loro. Conoscevano il vero motivo della presenza di Gesù ma cercavano sempre pretesti per attaccarlo e trovare qualche colpa.
Dove c’è la Verità del Vangelo, c’è sempre, inevitabilmente, l’attacco insidioso di satana per fermare il santo apostolato o sviare le iniziative sante. Oggi sono molti i nuovi farisei che non vogliono la salvezza eterna dei peccatori, probabilmente loro stessi temono di non meritarla oppure non credono l’esistenza di una vita futura.
Anche loro ripetono indirettamente: “Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?”. Hanno dimenticato la missione salvifica di Gesù, trasmessa alla sua Chiesa, portata avanti dai Sacerdoti e Religiosi, con l’importante contributo dei fedeli laici.
Gesù rimane insieme a noi per salvarci, cosa occorre per comprenderlo?
Molto spesso la presenza di Gesù viene oscurata dai protagonismi esistenti in certe zone della Chiesa, mentre dovrebbe avvenire il contrario. Chi annuncia Gesù deve ridimensionarsi e dare tutta la gloria possibile al Signore. Spingere i fedeli a cercare Lui e non fermarsi all’umano.
Gesù vuole salvare tutti, continua a passare accanto ai grandi peccatori e li guarda con infinita misericordia, ma essi sono pienamente assorbiti dalle loro attività. Non si accorgono dello sguardo pieno di amore del Signore, c’è uno strato di oscurità che li separa, è l’oscurità intellettuale, è l’oscurità causata dai ripetuti peccati.
Rimane però possibile al peccatore incontrare lo sguardo di Gesù, se altri pregano per lui.
Un uomo riuscì ad incontrare lo sguardo di Gesù e ad ascoltare la sua parola: “Seguimi”. Era un pubblico peccatore, un esattore delle tasse, avido di denaro e di ricchezza. Nessuno avrebbe scommesso sulla sua pronta obbedienza, invece “Egli si alzò e Lo seguì”.
Per gli uomini molte cose sono impossibili, solo Gesù può convertire i cuori più induriti.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
-------------

Medaglia di San Benedetto