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martedì 16 agosto 2011

1060 - Commento al Vangelo di oggi 16/8/2010

+ Dal Vangelo secondo Matteo (19,23-30)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Quando i beni della terra sono ordinati al fine soprannaturale dell’uomo, quei beni non sono un impedimento. Accade diversamente quando gli stessi beni sono ordinati al piacere terreno dell’uomo, e li considera come una specie di divinità, adorandoli e desiderandoli con sempre maggiore amore. “Difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli”. Il ricco in questione non è necessariamente chi ha molti beni, sono tutti coloro attaccati smodatamente alle ricchezze fino a considerarle il proprio idolo.
Non è sbagliato guadagnare onestamente anche molto denaro e conservarlo o investirlo, è sbagliato invece cercare di guadagnare molto denaro per l’amore al denaro. Per comprare un’altra casa, macchine costose, sfoggiare un certo abbigliamento, ecc.
Chi prega poco e non vive in comunione con Gesù, diventa un adoratore del denaro.
L’affermazione di Gesù non è forte, è come sempre sincera. Un ricco che adora le sue ricchezze non è in grado di adorare Dio, non pensa più a Lui, non si preoccupa della vita eterna. Non si accorge dei poveri, come il ricco epulone che rifiutava anche le briciole del pane al povero Lazzaro.
Molti ricchi sono legati al denaro e non sono in grado di compiere opere di carità.
Per le mie opere di apostolato o per la Casa di preghiera che si sta lentamente realizzando, non ho mai chiesto esplicitamente offerte a nessuno, manifesto a tutti tramite la mia Rivista o il sito web le opere che porto avanti. Ho sempre riscontrato una buona disponibilità da parte di cattolici non ricchi e mai da parte dei ricchi. Il braccino corto dei ricchi lo ha scoperto anche Gesù. Il motivo è proprio l’attaccamento alle ricchezze, vivono per esse e molti non ricevono Grazie né miracoli per la loro incapacità di amare Gesù con tutto il cuore.
E di manifestare con le buone opere che sono distaccati dai beni terreni, che prima o poi dovranno lasciare.
Guardiamo gli Apostoli, Pietro giustamente chiede cosa avverrà a loro: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?”. Il premio che riceveranno è infinitamente più grande di qualsiasi umana ricchezza. Avranno la vita eterna, ma anche tutti quei beni per vivere dignitosamente in questa vita.
Il cristiano deve confrontarsi con la sua coscienza e capire cosa contiene.
Non si può seguire Gesù in una condizione ingannevole, con una chiusura all’amore verso i poveri che non hanno nulla. Il cuore di chi chiude ogni aiuto ai poveri è molto umano, non contiene la presenza di Dio, non è capace di provare pietà. Un cuore indurito non accoglie il Vangelo così com’è, cerca di sezionarlo, trasformarlo a proprio uso e consumo, eliminare ciò che non piace.
Gesù invece è l’unico a potere affermare la Verità completa ed avverte i ricchi che i loro cuori induriti e chiusi alle opere di carità, spalancano altre porte, non quelle del Paradiso. Gesù vede il grave pericolo di ogni attaccamento alla ricchezza ed avverte.
Chi si attacca alla ricchezza difficilmente entrerà nel regno dei cieli.
Non può entrare perché il cuore è schiavo dei beni della terra fino a togliergli ogni respiro di obbedienza, di preghiera, di Fede, di amore, di buone opere, di compassione. I beni di questo mondo sono i suoi padroni e lui riporrà ogni speranza in essi, vivrà solo per essi.
Gesù vede bene ogni cosa, l’uomo accecato dal denaro non vede più nulla.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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