Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

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lunedì 20 giugno 2011

989 - Commento al Vangelo di oggi 20/6/2011

+ Dal Vangelo secondo Matteo (7,1-5)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il giudizio è uno dei peccati più frequentati dai credenti, una costante dovuta alla fragilità di accompagnare ai fatti constatati, anche le qualità morali. Vedere uno che si droga in strada e raccontarlo ad altri non è un giudizio, perché è un fatto provato. Se si accompagna una valutazione all’operato di una persona, è un giudizio sulle sue qualità, si esprime un giudizio senza conoscere l’intenzione e lo svolgimento di un fatto.
Invece indicare una persona come drogata senza avere alcuna prova, è un giudizio temerario, grave, quasi sempre corrisponde al peccato mortale. Tutti i giudizi espressi senza alcuna prova morale, sono gravi, danneggiano la reputazione di una persona.
È una lotta giornaliera contro quei pensieri che arrivano alla mente per esprimere un giudizio sull’operato di uno, o su un altro che valutiamo anche senza conoscerlo. Applicare una valutazione è sempre un giudizio. Se ne parli bene senza ruffianeria, non è mai un errore, il problema si pone quando si passa a giudicare o valutare ciò che non si conosce perfettamente.
L’errore commesso da una persona non significa che è sicuramente disonesta o intende truffare gli altri, sono valutazioni insensate, superflue, espresse senza alcuna prova provata.
Occorre sospendere qualsiasi giudizio sulle persone e pensare sempre bene di tutti.
È la debolezza umana a volere esprimere giudizi sugli altri, una natura non mortificata, ancora incapace di elevarsi verso l’alto con l’aiuto dello Spirito di Dio. Dove c’è una buona spiritualità si riesce a superare questo comportamento fondato sull’opinione, manifestato senza alcuna certezza e pronunciato senza riflettere attentamente.
Il cammino spirituale eleva la natura ancora corrotta, rende la persona forte nelle avversità e nelle circostanze in cui si parla senza il controllo delle parole. I Sacramenti e la preghiera del Rosario sono i mezzi migliori per raddrizzare l’inclinazione al male.
Senza la Grazia di Dio e una spiritualità immatura, si guarda sempre la pagliuzza nell’occhio altrui e non si riesce a vedere la propria trave. È la trave ad impedire di vedere bene. La pagliuzza degli altri si scambia per una trave, mentre la propria trave si considera una pagliuzza.
La maturità spirituale ci conduce ad evitare giudizi e a conoscere bene chi siamo.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.

Proposito
Oggi pregherò con la preghiera del Magnificat e mi soffermerò soprattutto, a meditare la frase “ha guardato l’umiltà della sua Serva”.

Pensiero
L’umiltà è come la catena del Rosario: se la catena si rompe, i granelli se ne vanno. Se cessa l’umiltà, tutte le virtù spariscono. (Don E. Poppe)
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Medaglia di San Benedetto