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lunedì 13 giugno 2011

980 - Commento al Vangelo di oggi 13/6/2011

Dal Vangelo secondo Matteo(5,38-42)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Dinanzi un Vangelo così scioccante, passo prima a descrivere la figura di Sant’Antonio di Padova, di cui oggi è la festa. Un mistico francescano molto amato e poco conosciuto. La devozione popolare soprattutto si sofferma sulle preghiere da tributargli e meno sulla sua vita, sul messaggio particolare che ha lasciato, le virtù che ha praticato eroicamente.
Un grande taumaturgo, cioè un guaritore per Grazia di Dio, capace di sbalordire tutta la popolazione del suo tempo per i miracoli che otteneva da Dio. Non è automatico ricevere miracoli impossibili, e chi prega per gli altri, quindi il mediatore, deve avere qualità morali non comuni, deve dare in cambio dei miracoli qualcosa a Dio: la sua vita dedita al Vangelo, lunghe preghiere, penitenze, digiuni, virtù eroiche, adorazione eucaristica prolungata, grande devozione alla Madonna.
I miracoli si ottengono senz’altro, ma occorre dare in cambio a Gesù, amore e vita santa.
Tra i miracoli più meravigliosi ottenuti per le preghiere di Sant’Antonio di Padova, mi ricordo quello della Confessione. Un uomo era andato da lui, si inginocchiò ma non riusciva ad aprire la bocca per vergogna o emozione. Rimase in silenzio. Il Santo consigliò di ritornare l’indomani con un biglietto su cui aveva scritto i peccati per leggerli nella Confessione. L’uomo ritornò, cominciò la lettura dei peccati, ricevette l’assoluzione e fu invitato a guardare il foglio. Era diventato bianco. Tutti i peccati cancellati.
Come bianca era ritornata la sua anima dopo "la Confessione" la Confessione umile dei peccati. La sapienza dimorava in questo francescano, conosceva la Scrittura profondamente e ricordava tutte le citazioni. San Francesco si accorse di lui durante una predica, quando per mancanza del predicatore, il superiore del luogo fu costretto all’improvviso a trovare un sostituto e si ricordò di Frate Antonio, ignorato Frate del convento. La sua predica lasciò i presenti incantati, da quel giorno fu il predicatore più famoso e ricercato. Gesù ci concede doni e la sua Grazia in proporzione alla nostra vita spirituale. Sant’Antonio di Padova ha annunciato fedelmente il Vangelo, insieme ad una vita totalmente donata alla causa evangelica. La sua compassione è stata veramente eccellente, si commuoveva dinanzi le sofferenze e faceva di tutto per risollevare malati e poveri.  E pensare che tutti i suoi progetti iniziali fallirono miseramente. Quando all’inizio della sua vita francescana scelse di diventare missionario e di partire per l’Africa, l’imbarcazione invece di raggiungere la destinazione approdò in Sicilia, e rimase in Italia. Fu costretto a ritornare ad Assisi e poi in Romagna. Ma non realizzò i suoi progetti, dopo accettò con docilità la volontà di Dio.
Quando morì tutti lo consideravano un grande Santo e dopo un solo anno fu canonizzato.
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Veniamo al Vangelo di oggi. Come spiegare “porgi l’altra guancia?”.
Anche qui la confusione è molta, non si parla correttamente di questa parola e i parroci che la trattano con dovizia, aiutano enormemente i loro parrocchiani. Si chiedono se si deve lasciare chi non li ama, libero di fare del male, quindi, di picchiare moralmente e con persecuzioni. Si deve fare silenzio quando bisogna porgere la guancia? Non è così.
Chiarisco che c’è una distinzione tra un’offesa o una persecuzione e altri comportamenti che si possono configurare come reati e che richiedono un trattamento diverso, se l’altra persona per esempio minaccia o ricatta o fa mobbing. Non si può porgere l’altra guancia. Bisogna tutelarsi e chiedere aiuto, senza esprimere giudizi morali sugli altri. Invece, l’offesa o la persecuzione basata su parole di giudizi, si devono accettare e comportarci come fece Gesù, il quale perdonò in ogni circostanza ed amò i suoi nemici fino alla fine.
In questo caso, quando noi porgiamo l’altra guancia, diamo a chi non ci ama un’altra possibilità per cambiare comportamento, convertirsi nel caso, arrivare a comprendere che vive male per sé e per gli altri.
Se interveniamo subito, replicando con gli stessi metodi usati dagli altri, annulliamo ogni possibilità di riconciliazione. Il silenzio amoroso e il perdono del cuore, possono ottenere la loro conversione, perché accompagniamo la pazienza con le preghiere e la partecipazione alla Messa.
Bisogna offrire sempre una possibilità a chi non ci ama.
Questa è la scuola del Vangelo, dobbiamo reagire amando e perdonando.
Non c’è altro comportamento nel Vangelo. Come scritto sopra, se le reazioni sono pericolose bisogna proteggersi, rimanendo nell’atteggiamento dell’amore e pronti alla riconciliazione, se gli altri sono disponibili.
Il nostro modello in ogni circostanza è Gesù, mettiamo da parte l’orgoglio umano.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.

Proposito
Oggi cercherò di utilizzare questi mezzi, secondo la possibilità: Vangelo, Eucaristia, accettazione serena della croce, per fare l’esperienza di Gesù.

Pensiero
L’amore và oltre il dolore e copre una moltitudine di colpe. (San Pier Crisologo)
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