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giovedì 17 febbraio 2011

884 - Omelia del 20/2/2011 7^ domenica t.ord.

Potremmo fare un serio esame di coscienza e porci una domanda: "Qual'è quella persona che faccio fatica ad accettare, per cui sento un magone nello stomaco?".

Quando ci accostiamo alla confessione, la fatica di accettare certe persone, ci mette in crisi.
Tra l'altro, siamo avvezzi a catalogare gli altri per come si vestono o a a quale famiglia appartengono.
Il pettegolezzo è la caratteristica di tante persone e i giornali ne approfittano di questo.
Davanti a questo panorama, Gesù pronuncia alcune frasi, che sono una sferzata alla nostra condotta di vita.
La nuova giustizia che è venuto a portare, parte dal presupposto che la legge del taglione, occhio per occhio e dente per dente, è superata dalla logica del perdono e della non violenza, che non significa codardia o remissività.
La logica della non violenza, si manifesta anche nel porgere l'altra guancia a livello di atteggiamento e non solo a livello esteriore.
Per il cristiano non esiste un nemico, ma tutte sono persone da amare e rispettare, affinchè il violento diventi non violento.
Sentendo queste parole, la prima reazione spontanea è il sorriso.
Sembrano, infatti, assurde proposte.
L' atteggiamento di Gesù ci spiazza, perchè è Lui l'esempio vivente di tale percorso.
Non siamo chiamati a perdonare a livello giuridico o penale, ma presentarsi disarmati di fronte alle persone è l'atteggiamento che può cambiare una mentalità, vincendo la violenza che è nel cuore dell'aggressore.
Pensiamo alle tante persone che si sono battute per questo ideale e che hanno dato la vita per questo. Monsignor Romero, vescovo del Salvador, ucciso nel 1980 mentre celebrava la Santa Messa, diceva queste parole: " Voi ci potrete anche uccidere, ma dalla nostra morte tante persone trarranno la forza di vincere la spirale della violenza".
E' chiaro come proprio nella comunità cristiana, noi siamo chiamati a creare stili di vita alternativi.
Perché impariamo a vivere nel rispetto verso il fratello fino a volere il suo perdono, denunciando invece l'atto negativo che è stato fatto.
Gesù ci invita non solo a opporsi alla non violenza, ma ad amare i nemici e a pregare per chi ci perseguita.
Infatti, l'atteggiamento del Padre nei nostri confronti è proprio così.
Del resto, se noi salutiamo solo le persone che ci salutano, siamo come ogni altra persona, mentre la novità del cristiano consiste in questo cambio di mentalità.
Potremmo riconoscere amaramente la distanza da tale cammino!
Compiere un gesto di amore a livello gratuito senza esigere alcuna ricompensa è vivere nello stile del dono.
Allora si diventa perfetti come il Padre e questo non significa non sbagliare, ma è riconoscere la paternità di Dio in noi e il suo amore incondizionato.
La radice della morale cristiana non consiste nelle norme da osservare, ma nel rapporto con la paternità di Dio, per cui la legge per i cristiani è Gesù Cristo.
Dopo queste frasi è chiaro che il dilemma iniziale rimane.
Le persone che facciamo fatica ad affrontare, che sono un peso per noi, rimangono.
Però, forse, può nascere un atteggiamento nuovo.
Lo stile dell'accoglienza, del lasciare sempre la porta aperta, del non nutrire rancore, del pregare per loro, amandole ancora di più.
La novità cristiana può sbloccare la paralisi dei nostri rapporti interpersonali.
Gesù, per primo, l'ha fatto.
E, da umili discepoli. siamo chiamati a seguire l'unica strada che porta alla pace vera:
la strada dell' Amore.


Don Luigi
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