Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

CIAO A TE !!

Nulla è più urgente nel mondo d'oggi di proclamare Cristo alle genti. Chiunque tu sia, puoi, se vuoi, lasciare un tuo contributo, piccolo o grande che sia, per dire, comunicare, annunciare la persona di Gesù Cristo, unico nostro salvatore. Uno speciale benvenuto a LADYBUG che si è aggiunta di recente ai sostenitori ! *************************************************** Questo blog è sotto la protezione di N.S. Gesù Cristo e della SS Vergine Maria, Sua Madre ed ha come unica ragione di esistere di fornire un contributo, sia pure piccolo ed umile, alla crescita della loro Gloria. ***************************************************



Con Cristo non ci sono problemi, senza Cristo non ci sono soluzioni.

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domenica 31 gennaio 2010

548 - Angelus del 31/1/2010 4^ domenica tempo ordinario

Cari fratelli e sorelle!

Nella liturgia di questa domenica si legge una delle pagine più belle del Nuovo Testamento e di tutta la Bibbia: il cosiddetto "inno alla carità" dell'apostolo Paolo (1 Cor 12,31-13,13). Nella sua Prima Lettera ai Corinzi, dopo aver spiegato, con l'immagine del corpo, che i diversi doni dello Spirito Santo concorrono al bene dell'unica Chiesa, Paolo mostra la "via" della perfezione. Questa - dice - non consiste nel possedere qualità eccezionali: parlare lingue nuove, conoscere tutti i misteri, avere una fede prodigiosa o compiere gesti eroici. Consiste invece nella carità - agape - cioè nell'amore autentico, quello che Dio ci ha rivelato in Gesù Cristo. La carità è il dono "più grande", che dà valore a tutti gli altri, eppure "non si vanta, non si gonfia d'orgoglio", anzi, "si rallegra della verità" e del bene altrui. Chi ama veramente "non cerca il proprio interesse", "non tiene conto del male ricevuto", "tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta" (cfr 1 Cor 13,4-7). Alla fine, quando ci incontreremo faccia a faccia con Dio, tutti gli altri doni verranno meno; l'unico che rimarrà in eterno sarà la carità, perché Dio è amore e noi saremo simili a Lui, in comunione perfetta con Lui.
Per ora, mentre siamo in questo mondo, la carità è il distintivo del cristiano. E' la sintesi di tutta la sua vita: di ciò che crede e di ciò che fa. Per questo, all'inizio del mio pontificato, ho voluto dedicare la mia prima Enciclica proprio al tema dell'amore: Deus caritas est. Come ricorderete, questa Enciclica si compone di due parti, che corrispondono ai due aspetti della carità: il suo significato, e quindi la sua attuazione pratica. L'amore è l'essenza di Dio stesso, è il senso della creazione e della storia, è la luce che dà bontà e bellezza all'esistenza di ogni uomo. Al tempo stesso, l'amore è, per così dire, lo "stile" di Dio e dell'uomo credente, è il comportamento di chi, rispondendo all'amore di Dio, imposta la propria vita come dono di sé a Dio e al prossimo.
In Gesù Cristo questi due aspetti formano una perfetta unità: Egli è l'Amore incarnato.
Questo Amore ci è rivelato pienamente nel Cristo crocifisso. Fissando lo sguardo su di Lui, possiamo confessare con l'apostolo Giovanni: "Noi abbiamo riconosciuto l'amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto" (cfr 1 Gv 4,16; Enc. Deus caritas est, 1).
Cari amici, se pensiamo ai Santi, riconosciamo la varietà dei loro doni spirituali, e anche dei loro caratteri umani. Ma la vita di ognuno di essi è un inno alla carità, un cantico vivente all'amore di Dio! Oggi, 31 gennaio, ricordiamo in particolare san Giovanni Bosco, fondatore della Famiglia Salesiana e patrono dei giovani. In questo Anno Sacerdotale vorrei invocare la sua intercessione affinché i sacerdoti siano sempre educatori e padri dei giovani; e perché, sperimentando questa carità pastorale, tanti giovani accolgano la chiamata a dare la vita per Cristo e per il Vangelo. Maria Ausiliatrice, modello di carità, ci ottenga queste grazie.
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547 - Perchè sono nato

Sono nato nudo, dice Dio, perché tu sappia spogliarti di te stesso.
Sono nato povero, perché tu possa considerarmi l’unica ricchezza.
Sono nato in una stalla, perché tu impari a santificare ogni ambiente.
Sono nato debole, dice Dio, perché tu non abbia mai paura di me.
Sono nato per amore, perché tu non dubiti mai del mio amore.
Sono nato di notte, perché tu creda che posso illuminare qualsiasi realtà.
Sono nato persona, dice Dio, perché tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso.
Sono nato uomo perché tu possa essere “dio”.
Sono nato perseguitato perché tu sappia accettare le difficoltà per amor mio.
Sono nato nella semplicità perché tu smetta di essere complicato.
Sono nato come figlio di Maria, perché anche tu abbia una madre.
Sono nato come figlio adottivo di Giuseppe, perché tu comprenda che il vero padre è quello che dà amore e protezione
Sono nato per darti la vita, dice Dio, per portare tutti alla casa del Padre…
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giovedì 28 gennaio 2010

546 - Il bisogno più grande


Se il nostro bisogno più grande fosse stata la cultura,
Dio avrebbe mandato a noi un maestro.


Se il nostro bisogno più grande fosse stato il denaro,
Dio avrebbe mandato a noi un economista.


Se il nostro bisogno più grande fosse stata la tecnologia,
Dio avrebbe mandato a noi uno scienziato.


Se il nostro bisogno più grande fosse stato il divertimento,
Dio avrebbe mandato a noi un comico.


Ma il nostro bisogno più grande era il perdono,
e così Dio ha mandato a noi un Salvatore.
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mercoledì 27 gennaio 2010

545 - Breve Consacrazione a San Michele


PRINCIPE NOBILISSIMO DELLE GERARCHIE ANGELICHE, VALOROSO GUERRIERO DELL'ALTISSIMO, AMATORE TERRIBILE E ZELANTE DELLA GLORIA DEL SIGNORE, TERRORE E DIASTRUTTORE DEGLI ANGELI RIBELLI E DELLE PERSONE MALEFICHE, AMORE E DELIZIA DI TUTTI GLIANGELI GIUSTI.
MIO POTENTISSIMO ARCANGELO SAN MICHELE, DESIDERANDO IO DI ESSERE UN TERRIBILE E POTENTISSIMO GUERRIERO AL SERVIZO DELL'ALTISSIMO SIGNORE NOSTRO GESU' CRISTO, A TE IO OGGI MI OFFRO, MI DONO E MI CONSACRO.
PRENDO LA SPADA DELLO SPIRITO SANTO CHE E' LA PAROLA DI DIO, PONGO LA CORAZZA DELLA FEDE E DELLA GIUSTIZIA, PER DISTRUGGERE E STERMINARE TUTTI I NEMICI SPIRTUALI DI DIO.
PONGO ME STESSO IL MIO CORPO LE POTENZE DELLA MIA ANIMA SOTTO LA TUA POTENTISSIMA PROTEZIONE...
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544 - Tu ci ami per primo, sempre

di S. Kierkegaard


O Dio nostro Padre, tu ci hai amato per primo!
Signore, noi parliamo di Te come se ci avessi amato per primo in passato, una sola volta.
Non è così: Tu ci ami per primo, sempre, tu ci ami continuamente, giorno dopo giorno, per tuta la vita.
Quando al mattino mi sveglio e innalzo a te il mio spirito, Signore, Dio mio, tu sei il primo, tu mi ami sempre per primo.
E' sempre così: Tu ci ami per primo non una sola volta, ma ogni giorno, sempre.
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lunedì 25 gennaio 2010

543 - Messaggio Medjugorje del 25/1/2010 Conversione S.Paolo

Cari figli,
questo tempo sia per voi il tempo della preghiera personale affinchè nei vostri cuori cresca il seme della fede e che cresca nella gioiosa testimonianza agli altri.
Io sono con voi e vi voglio esortare tutti: crescete e rallegratevi nel Signore che vi ha creati.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
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542 - Angelus del 24/1/2010 3^ domenica tempo ordinario


Cari fratelli e sorelle!

Tra le letture bibliche dell’odierna liturgia vi è il celebre testo della Prima Lettera ai Corinzi in cui san Paolo paragona la Chiesa al corpo umano. Così scrive l’Apostolo: "Come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito" (1 Cor 12,12-13). La Chiesa è concepita come il corpo, di cui Cristo è il capo, e forma con Lui un tutt’uno. Tuttavia ciò che all’Apostolo preme comunicare è l’idea dell’unità nella molteplicità dei carismi, che sono i doni dello Spirito Santo. Grazie ad essi, la Chiesa si presenta come un organismo ricco e vitale, non uniforme, frutto dell’unico Spirito che conduce tutti ad unità profonda, assumendo le diversità senza abolirle e realizzando un insieme armonioso. Essa prolunga nella storia la presenza del Signore risorto, in particolare mediante i Sacramenti, la Parola di Dio, i carismi e i ministeri distribuiti nella comunità. Perciò, è proprio in Cristo e nello Spirito che la Chiesa è una e santa, cioè un’intima comunione che trascende le capacità umane e le sostiene.
Mi piace sottolineare questo aspetto mentre stiamo vivendo la "Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani", che si concluderà domani, festa della Conversione di San Paolo. Secondo la tradizione, nel pomeriggio celebrerò i Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, con la partecipazione dei Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali presenti a Roma. Invocheremo da Dio il dono della piena unità di tutti i discepoli di Cristo e, in particolare, secondo il tema di quest’anno, rinnoveremo l’impegno di essere insieme testimoni del Signore crocifisso e risorto (cfr Lc 24,48). La comunione dei cristiani, infatti, rende più credibile ed efficace l’annuncio del Vangelo, come affermò lo stesso Gesù pregando il Padre alla vigilia della sua morte: "Che siano una sola cosa … perché il mondo creda" (Gv 17,21).
Infine, cari amici, desidero ricordare la figura di san Francesco di Sales, la cui memoria liturgica ricorre il 24 gennaio. Nato in Savoia nel 1567, egli studiò il diritto a Padova e a Parigi e, chiamato dal Signore, divenne sacerdote. Si dedicò con grande frutto alla predicazione e alla formazione spirituale dei fedeli, insegnando che la chiamata alla santità è per tutti e che ciascuno – come dice san Paolo con il paragone del corpo – ha il suo posto nella Chiesa. San Francesco di Sales è patrono dei giornalisti e della stampa cattolica. Alla sua spirituale assistenza affido il Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che firmo ogni anno in questa occasione e che ieri è stato presentato in Vaticano.
La Vergine Maria, Madre della Chiesa, ci ottenga di progredire sempre nella comunione, per trasmettere la bellezza di essere una cosa sola nell’unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
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domenica 24 gennaio 2010

541 - Ecco il messaggio della Madonna de La Salette

Ecco il messaggio della Madonna de La Salette, del 19 settembre 1846, autentificato dalla Chiesa:

«MOLTI ABBANDONERANNO LA FEDE, E IL NUMERO DEI PRETI E DEI RELIGIOSI
CHE SI SEPARERANNO DALLA VERA RELIGIONE SARÀ GRANDE…
LUCIFERO, CON UN GRAN NUMERO DI DEMONI, SARANNO SCIOLTI DALL’INFERNO.
ESSI ABOLIRANNO LA FEDE, A POCO A POCO, E PERSINO NELLE PERSONE CONSACRATE A DIO.
LE ACCECHERANNO IN UN MODO TALE PER CUI, A MENO DI UNA GRAZIA PARTICOLARE, QUESTE PERSONE PRENDERANNO LO SPIRITO DI QUESTI ANGELI CATTIVI.
MOLTE CASE RELIGIOSE PERDERANNO MOLTE ANIME…
VI SARANNO DEI PRODIGI STRAORDINARI IN OGNI LUOGO, PERCHÈ LA VERA FEDE È SPENTA E LA FALSA LUCE ILLUMINA IL MONDO…
ROMA PERDERÀ  LA FEDE E DIVENTERÀ LA SEDE DELL’ANTICRISTO.
I DEMONI DELL’ARIA, CON L’ANTICRISTO, FARANNO GRANDI PRODIGI SULLA TERRA E NELL’ARIA, E GLI UOMINI SI PERVERTIRANNO SEMPRE DI PIÙ…».
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giovedì 21 gennaio 2010

540 - La santità per Madre Teresa


La santità non è qualcosa di straordinario,non è per pochi eletti dotati di grande intelletto,che sanno ragionare, discutere, fare lunghe conversazioni e leggere libri meravigliosi. La santità è per ciascuno di noi un dovere semplice. Accettare Dio con un sorriso,sempre, dovunque e in ogni luogo".
MADRE TERESA

539 - La tristezza,l'arma d Satana

La tristezza ci è nemica! Ecco ciò che scrive San Francesco di Sales nella Filotea:

“Il nemico si serve della tristezza per portare le sue tentazioni contro i buoni;da un lato cerca di rendere allegri i peccatori nei loro peccati,e dall’altro cerca di rendere tristi i buoni nelle loro opere buone;e come non gli riuscirebbe di attrarre al male se non presentandolo in modo piacevole,cosi non potrebbe distogliere dal bene se non facendolo trovare sgradevole. Il maligno gode nella tristezza e nella malinconia,perché lui stesso è,e lo sarà per l’eternità,triste e malinconico,separato da Dio per sempre;per cui vorrebbe che tutti fossero cosi. La cattiva tristezza turba l’anima,la mette in agitazione,le dà paure immotivate,genera disgusto per l’orazione,assopisce e opprime il cervello,priva l’anima di consiglio, ,di proposito,di senno,di coraggio e fiacca le forze. In conclusione,è come un duro inverno che cancella tutta la bellezza della terra e manda in letargo gli animali;infatti la tristezza toglie ogni bellezza all’anima e la rende quasi paralizzata e impotente in tutte le sue facoltà. Se mai dovesse capitarti di essere afflitta da questa cattiva tristezza,metti in atto questi seguenti:



RIMEDI
1)Dice S.Giacomo:se qualcuno è triste ,preghi:la preghiera è il rimedio più efficace perché innalza lo spirito a Dio,nostra unica gioia e consolazione;nella preghiera poi,serviti di affetti e parole interiori ed esteriori,che portano alla fiducia e all’amore di Dio.
2)COMBATI con la forza la tendenza alla tristezza;e anche se hai l’impressione che tutto quello che stai facendo in quel frangente rimanga distante e freddo,triste e fiacco,non rinunciare a farlo;il nemico vuole per mezzo della tristezza far morire le nostre buone opere,vedendo che non sospendiamo di farle,e che compiute con sforzo valgono di più,cesserà di tormentarci.

3)CANTA dei canti spirituali;spesso il maligno abbandona il campo di fronte a questa arma. Un esempio ci viene dallo spirito maligno che assediava e possedeva Saul,la cui violenza era dominata dalla salmodia:(Canta,che la malinconia ti passa!)

4)E cosa buona occuparsi in atti esteriori e variarli più che possiamo,per distrarre l’anima dall’oggetto della tristezza,purificare e riscaldare gli spiriti;questo perché la tristezza è una passione fredda e arida.
5)Compi atti esteriori di fervore,anche se non ci trovi alcuna attrattiva;abbraccia il Crocifisso stringendolo al cuore,baciagli le mani e i piedi,alza gli occhi e le mani al cielo,indirizza tutta la tua voce a Dio con parole di amore e fiducia.
6)La frequenza alla S.Comunione è ottimo rimedio;perché questo pane celeste darà forza al cuore e gioia allo spirito.
7)Manifesta tutti i tuoi sentimenti,affetti,i pensieri alla tua guida e confessore,con umiltà e sincerità;cerca la conversazione di persone spirituali e frequentale più che puoi in tale circostanze. Rimettiti tra le mani di Dio,e preparati alla sopportare con pazienza questa fastidiosa tristezza,come giusta punizione per le tue stupide gioie;e sii certa che Dio,dopo averti messa alla prova ti libererà da questo male”(San Francesco da Sales)
8)Allegria,scaccia via il demonio ed è lo scudo contro Satana!


La gioia facilita tutte le virtù. Chi ha cuore in festa è capace di fare sforzi per combattere i propri difetti e essere generoso verso tutti. L’unica condizione per camminare verso la santità che San Domenico Savio chiedeva ai suoi coetanei era:tenersi nella gioia. Un’anima nella gioia tiene il demonio a distanza. Essere sempre contento,a proprio aggio,là dove la Provvidenza ci mette:è un atto di amore e di fiducia verso Dio. Essere scontenti,brontolare su ciò che non và,è rimproverare Dio di averci abbandonati.


”Il Signore ama che quello che si fa per Lui,si faccia con allegria… Sta allegro!”(San Bosco)


“La tristezza,è il ricordo di me stesso;la gioia è il ricordo di Te Signore”(S.Agostino)

“Meglio povero e allegro,che ricco e malinconico”(proverbio)


“Figlioli,state allegramente,non voglio scrupoli,ne malinconia,mi basta che non facciate peccati”(S.Filippo Neri)


“L’allegria attira le simpatie,ispira confidenza,facilita le relazioni cordiali,gradite ,amichevoli con tutti,anche con le persone meno disposte verso di noi”(G.Courtois)

La gioia è un’esigenza fisica,organica.”Un cuore allegro ringiovanisce”.La tristezza non dà salute. La gioia tonifica il corpo e rende l’azione più facile. Ci si stanca di più nell’essere triste che nel sorridere. La gioia rinnova le energie fisiche.
Offri le tue afflizioni al Signore perché le cambi in gioia(Gv16,20b).I momenti di allegria sono benedetti.
Ieri, forse,eri una di quelle persone amareggiate nei propri ideali,disilluse nelle loro ambizioni umane. Oggi,da quando Egli si è messo nella tua vita,ridi e canti,e porti il sorriso,l’Amore e la felicità dovunque vai.”La gioia è il segno distintivo del cristiano”(Giovanni Paolo II 1980)
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mercoledì 20 gennaio 2010

538 - Non temere, il Signore è con te!

Isaia 41, 10 «Non temere, perché io sono con te; non smarrirti, perché io sono il tuo Dio. Ti rendo forte e anche ti vengo in aiuto e ti sostengo con la destra vittoriosa.»

Romani 8, 31
«Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?»


Apocalisse 5, 5
«Non piangere più; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli.»


Isaia 43, 1
«Ora così dice il Signore che ti ha creato, o Giacobbe, che ti ha plasmato, o Israele: «Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni.»

Matteo 28, 20 - «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».


Apocalisse 1, 17-18 - «Egli, posando su di me la destra, mi disse: Non temere! Io sono il Primo e l'Ultimo e il Vivente. Io ero morto, ma ora vivo per sempre e ho potere sopra la morte e sopra gli inferi.»
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martedì 19 gennaio 2010

537 - Prima del riposo notturno

Ti benedico, o Padre, al termine di questo giorno.
Accogli la mia lode e il mio grazie per tutti i tuoi doni.
Perdona ogni mio peccato: perché non sempre ho ascoltato la voce del tuo Spirito.
Non ho saputo riconoscere il Cristo nei fratelli che ho incontrato.
Custodiscimi durante il riposo: allontana da me ogni male e donami di risvegliarmi con gioia al nuovo giorno. Proteggi tutti i tuoi figli ovunque dispersi.
Amen.

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lunedì 18 gennaio 2010

536 - Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria


Madre della Gioia, Stella del mattino, Rifugio dei peccatori, Consolazione di tutti coloro che si sentono disperati e soli, ci consacriamo in modo specialissimo al Tuo Cuore Immacolato.

Insegnaci Tu a portare l’Amore a chi non ha conosciuto l’Amore, l’Unità là dove c’è divisione e solitudine, la Gioia delle Risurrezione dove c’è morte, il Cielo dove regna l’inferno.
Rendi puri il nostro cuore, la nostra anima, i nostri pensieri e proteggici dagli attacchi del maligno.
Vogliamo imparare da Te la perfetta Umiltà perché sul silenzio del nostro io possa parlare il Verbo. Maria Regina della Pace insegnaci ad essere portatori di Pace, strumenti dell’Amore, sempre attenti alla Voce dello Spirito Santo.
Madre dell’Amore insegnaci Tu il pieno e perfetto abbandono alla Volontà del Padre perché possiamo imparare a ripetere sempre il nostro “Fiat”, il nostro…Eccomi!

domenica 17 gennaio 2010

535 - Angelus del 17/1/2010 Domenica II tempo ordinario

Cari fratelli e sorelle!

Nell'odierna domenica si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. La presenza della Chiesa a fianco di queste persone è stata costante nel tempo, raggiungendo traguardi singolari agli inizi del secolo scorso: basti pensare alle figure del beato vescovo Giovanni Battista Scalabrini e di santa Francesca Cabrini. Nel Messaggio inviato per l'occasione ho richiamato l'attenzione sui migranti e i rifugiati minorenni. Gesù Cristo, che da neonato visse la drammatica esperienza del rifugiato a causa delle minacce di Erode, ai suoi discepoli insegna ad accogliere i bambini con grande rispetto e amore. Anche il bambino, infatti, qualunque sia la nazionalità e il colore della pelle, è da considerare prima di tutto e sempre come persona, immagine di Dio, da promuovere e tutelare contro ogni emarginazione e sfruttamento. In particolare, occorre porre ogni cura perché i minori che si trovano a vivere in un Paese straniero siano garantiti sul piano legislativo e soprattutto accompagnati negli innumerevoli problemi che devono affrontare. Mentre incoraggio vivamente le comunità cristiane e gli organismi che si impegnano a servizio dei minori migranti e rifugiati, esorto tutti a tenere viva la sensibilità educativa e culturale nei loro confronti, secondo l'autentico spirito evangelico.
Oggi pomeriggio, a quasi 24 anni dalla storica Visita del Venerabile Giovanni Paolo II, mi recherò alla grande Sinagoga di Roma, detta Tempio Maggiore, per incontrare la Comunità ebraica della Città e porre un'ulteriore tappa nel cammino di concordia e di amicizia tra Cattolici e Ebrei. Infatti, malgrado i problemi e le difficoltà, tra i credenti delle due Religioni si respira un clima di grande rispetto e di dialogo, a testimonianza di quanto i rapporti siano maturati e dell'impegno comune di valorizzare ciò che ci unisce: la fede nell'unico Dio, prima di tutto, ma anche la tutela della vita e della famiglia, l'aspirazione alla giustizia sociale ed alla pace.
Ricordo, infine, che domani si aprirà la tradizionale Settimana di preghiera per l'unità dei Cristiani. Ogni anno, essa costituisce, per quanti credono in Cristo, un tempo propizio per ravvivare lo spirito ecumenico, per incontrarsi, conoscersi, pregare e riflettere insieme. Il tema biblico, tratto dal Vangelo di san Luca, riecheggia le parole di Gesù risorto agli Apostoli: "Voi sarete testimoni di tutto ciò" (Lc 24,48). Il nostro annuncio del Vangelo di Cristo sarà tanto più credibile ed efficace quanto più saremo uniti nel suo amore, come veri fratelli. Invito pertanto le parrocchie, le comunità religiose, le associazioni e i movimenti ecclesiali a pregare incessantemente, in modo particolare durante le celebrazioni eucaristiche, per la piena unità dei cristiani.
Affidiamo queste tre intenzioni - i nostri fratelli Migranti e Rifugiati, il dialogo religioso con gli Ebrei e l'unità dei Cristiani - alla materna intercessione di Maria Santissima, Madre di Cristo e Madre della Chiesa.
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534 - Pensieri di San Pio


Chi vuol vivere in pace vede, soffre e tace con pazienza.


Bisogna tacere e far tacere tutto intorno a sé per sentire la voce divina del Diletto.


Ogni giorno è un giorno in più per amare, un giorno in più per sognare, un giorno in più per vivere.

Maria ti converta in gioia tutti i dolori della vita

Desidero che voi tutti, miei carissimi figli spirituali, attacchiate con l’esempio e senza alcun rispetto umano una santa battaglia contro la moda indecente.

Dio sarà con voi e vi salverà!… Le donne che cercano la vanità nelle vesti non possono mai appartenere a Cristo, e codeste perdono ogni ornamento dell’anima non appena questo idolo entra nei loro cuori. Si guardino da ogni vanità nei loro vestimenti, perché il Signore permette la caduta di queste anime per tali vanità.


La grazia del divino Spirito alberghi sempre nel tuo cuore, lo informi, lo trasformi nella celeste carità. E' questo il voto che io fo per le anime affidate alla mia cura, ed è anche questo il voto ardentissimo che io fo assiduamente per te dinanzi a Gesù.


L'amor proprio, figlio della superbia, è più malizioso della madre stessa.
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533 - Atto di affidamento all'Arcangelo Michele


Principe nobilissimo delle angeliche Gerarchie,

valoroso guerriero dell'Altissimo,
amatore zelante della gloria del Signore,
terrore degli angeli ribelli,
amore e delizia di tutti gli Angeli giusti,
Arcangelo San Michele,
desiderando io di essere nel numero dei tuoi devoti,
a te oggi mi offro e mi dono.
Pongo me stesso, il mio lavoro,
la mia famiglia, gli amici e quanto mi appartiene
sotto la tua vigile protezione.

E' piccola la mia offerta
essendo io un misero peccatore,
ma tu gradisci l'affetto del mio cuore.
Ricordati che se da quest'oggi
sono sotto il tuo patrocinio
tu devi assistermi in tutta la mia vita.

Procurami il perdono dei miei molti e gravi peccati,
la grazia di amare di cuore il mio Dio,
il mio caro salvatore Gesù,
la mia dolce Madre Maria,
e tutti gli uomini miei fratelli
amati dal Padre e redenti dal Figlio.
Impetrami quegli aiuti che sono necessari
per arrivare alla corona della gloria.

Difendimi sempre dai nemici dell'anima mia
specialmente nell'ultimo istante della mia vita.
Vieni in quell'ora, o glorioso Arcangelo,
assistimi nella lotta e respingi lontano da me,
negli abissi d'inferno,
quell'angelo prevaricatore e superbo
che prostrasti nel combattimento in Cielo.


Presentami, allora, al trono di Dio
per cantare con te, Arcangelo San Michele, e con tutti gli Angeli
lode, onore e gloria
a Colui che regna nei secoli eterni.
Amen
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532 - Beatitudini per il nostro tempo


Beati quelli che sanno ridere di se stessi: non finiranno mai di divertirsi.


Beati quelli che sanno distinguere un ciottolo da una montagna: eviteranno tanti fastidi.


Beati quelli che sanno ascoltare e tacere: impareranno molte cose nuove.


Beati quelli che sono attenti alle richieste degli altri: saranno dispensatori di gioia.


Beati sarete voi se saprete guardare con attenzione le piccole cose e serenamente quelle importanti: andrete lontano nella vita.


Beati voi se saprete apprezzare un sorriso e dimenticare uno sgarbo: il vostro cammino sarà sempre pieno di sole.


Beati voi se saprete interpretare con benevolenza gli atteggiamenti degli altri anche contro le apparenze: sarete giudicati ingenui ma questo è il prezzo dell'amore.


Beati quelli che pensano prima di agire e pregano prima di pensare: eviteranno tante stupidaggini.


Beati soprattutto voi che sapete riconoscere il Signore in tutti coloro che incontrate: avete trovato la vera luce e la vera pace.
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martedì 12 gennaio 2010

531 - La tomba del sudario scoperta a Gerusalemme conferma la Sacra Sindone

MADRID, martedì, 12 gennaio 2010 (ZENIT.org)


La “tomba del sudario” scoperta recentemente a Gerusalemme conferma la Sacra Sindone. Lo afferma il fisico del Centro Spagnolo di Sindolologia César Barta Gil, per il quale un'altra interpretazione sarebbe tendenziosa e parziale.

Gli archeologi dell'Università Ebraica hanno trovato recentemente dei frammenti di sudario in una tomba della prima metà del I secolo nel cimitero di Haceldama, il “Campo di Sangue” comprato con le 30 monete di Giuda per seppellire gli stranieri. La tomba, situata nella parte bassa della Valle dell'Hinnon, al lato della tomba di Anna, suocero di Caifa, sembra indicare che si trattava di una persona di famiglia sacerdotale o aristocratica.
Secondo lo storico tessile Orit Shamir, i tessuti usati per avvolgere il cadavere sono di buona qualità, di una persona benestante, ma di tessuto molto più semplice rispetto alla Sacra Sindone di Torino.
La notizia della scoperta archeologica in una tomba di Gerusalemme di un sudario dell'epoca di Gesù Cristo, diffusa dalla pubblicazione “PloS ONE Journal”, è stata presentata come un'argomentazione che mette in dubbio l'autenticità della Sacra Sindone di Torino. Si è arrivati a dire che “gli autori dello studio concludono che quest'ultima non risale a quegli anni”.
“Solo un'interpretazione molto tendenziosa e parziale può arrivare a diffondere questa idea – ha spiegato a ZENIT César Barta Gil –. Se si presentano i dati oggettivi, la realtà è piuttosto il contrario, visto che conferma l'autenticità della Sacra Sindone anziché metterla in discussione”.
Gli autori dell'articolo intitolato “Molecular Exploration of the First-Century Tomb of the Shroud in Akeldama, Jerusalem” sono di Canada, Israele, Australia, Inghilterra e Stati Uniti, e non menzionano mai la Sindone di Torino.
L'obiettivo principale dell'articolo è far conoscere il successo nella dimostrazione con mezzi sperimentali che tre dei defunti della tomba familiare avevano la tubercolosi e uno di loro, inoltre, era lebbroso. Il merito aumenta considerando il deterioramento dei resti archeologici rinvenuti.
“Si può solo immaginare la sorpresa che susciterà negli autori il fatto di vedere che il loro articolo è servito a far sì che la gente parli di ciò che non hanno scoperto anziché del progresso ottenuto con l'analisi di DNA antico e processi molecolari”, ha sottolineato César Barta.
Se la notizia si è prestata a questo fraintendimento, spiega il fisico, è perché gli scavi sono stati soprannominati “la tomba del sudario” (the tomb of the shroud). Il nome deriva dall'eccezionalità dell'aver trovato un tessuto che aveva avvolto un cadavere in una tomba ebraica.
Il costume ebraico era andare al sepolcro circa un anno dopo aver seppellito il defunto, quando le parti molli erano già scomparse e rimanevano solo le ossa, che venivano poste in casse di pietra o ossari e lasciate di nuovo nella tomba. Per questo motivo gli archeologi hanno trovato centinaia di tombe in cui non c'era alcun tessuto.
L'idea che Gesù Cristo sia stato avvolto in un lenzuolo come parte di un costume ebraico non era stata corroborata da alcuna scoperta. Ad ogni modo, nella “tomba del sudario” l'individuo lebbroso venne collocato in una camera del sepolcro che fu sigillata per evitare il contagio del resto dei defunti della famiglia. Questo ha fatto sì che nel tempo non venisse modificata, e che sia arrivata ai giorni nostri con i resti della prima deposizione del seppellimento.
La scoperta permette quindi di confermare l'utilizzo di lenzuoli nelle pratiche funerarie ebraiche, rafforzando l'idea dell'uso della Sacra Sindone.
Oltre a ciò gli autori, nelle poche righe che dedicano al tessuto, informano di averne trovate delle porzioni in tutta la lastra con resti organici, deducendo che copriva tutto il corpo. In particolare, hanno rinvenuto resti di capelli, e quindi il lenzuolo copriva la testa. E' una conferma specifica del modo in cui è stata utilizzata la Sacra Sindone per avvolgere il crocifisso, visto che effettivamente gli copriva la testa.
“Un'interpretazione unanime di questi dati sosterrebbe piuttosto l'autenticità della reliquia di Torino – afferma César Barta –. Ad ogni modo, il professor Shimon Gibson, uno degli autori, ha dichiarato al National Geographic che a suo avviso il tessuto rinvenuto nella tomba indica la falsità della Sindone di Torino perché presenta un altro tipo di confezione. In effetti, quello di Torino è in sargia di grande valore, mentre quello della tomba è in taffetà”.
“Questa argomentazione, tuttavia, manca di consistenza visto che non ci si doveva aspettare di trovare una sargia come quella della Sacra Sindone in ogni tomba ebraica – conclude il fisico –. E non bisognava aspettarselo perché un tessuto come quello di Torino in sargia da 1 a 3 in lino è un esemplare unico e non se ne conosce un altro, né dell'epoca di Cristo né del Medioevo”.


di Nieves San Martín

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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530 - Il diavolo si "confessa" da padre Pio


"Una mattina mentre stavo confessando gli uomini mi si presenta un signore
alto, snello, vestito con una certa raffinatezza e dai modi garbati, gentili. Inginocchiatosi questo sconosciuto incomincia a palesare i suoi peccati che erano di ogni genere contro Dio, contro il prossimo, contro la morale: tutti aberranti.

Mi colpì una cosa.
Per tutte le accuse, anche dopo la mia riprensione, fatta adducendo come prova la parola di Dio, il magistero della Chiesa, la morale dei santi, questo enigmatico penitente controbatteva le mie parole giustificando, con estrema abilità e con ricercatissimo garbo, ogni genere di peccato, svuotandolo di qualsiasi malizia e cercando allo stesso tempo di rendere normali, naturali, umanamente indifferenti tutti gli atti peccaminosi. E questo non solo per i peccati che erano raccapriccianti contro Dio, Gesù, la Madonna, i Santi, che indicava con perifrasi irriverenti senza mai nominarli, ma anche per i peccati che erano moralmente tanto sporchi e rozzi da toccare il fondo della più stomachevole cloaca.
Le risposte, che questo enigmatico penitente dava di volta in volta alle mie argomentazioni, con abile sottigliezza e con ovattata malizia, mi impressionavano. Tra me e me, domandandomi, dicevo:"Chi è costui?" Da che mondo viene? Chi sarà mai?". E cercavo di fissarlo bene in volto per leggere eventualmente qualcosa tra le pieghe del suo viso; e allo stesso tempo aguzzavo le orecchie a ogni sua parola in modo che nessuna di esse mi sfggisse per soppesarle in tutta la loro portata.
A un certo momento, per una luce interiore vivida e fulgida percepii chiaramente chi era colui che mi stava dinanzi.
E con tono deciso e imperioso gli dissi:"Di' viva Gesù, viva Maria". Appena pronunziati questi soavissimi e potentissimi nomi, satana sparisce all'istante in un guizzo di fuoco, lasciando dietro a sé un insopportabile irrespirabile fetore".

Padre Pio a padre Tarcisio da Cervinara

lunedì 11 gennaio 2010

529 - Preghiera prima del riposo


Divina luce, Cristo
stella che splendi sulla nostra sera,

ai servi che ti invocano
dona la vita eterna,


Noi ti preghiamo e al sonno
ci abbandoniamo sereni:
se tu pietoso vigili,
senza affanno è il riposo.


Torbido sogno non ci inquieta,
né ci inganna il Nemico,
se tu nella notte difendi
i cuori incontaminati.


Guardaci dal tuo trono;
sventa ogni perfida insidia,
proteggi i poveri che hai redento,
a prezzo del tuo sangue.


A tua immagine ci hai creati
nel corpo e nello spirito:
nella tenebra orrenda
veglia sull'opera tua.


Al Padre eleviamo la lode,
all'unico suo Figlio,
allo Spirito Santo,
ora e per sempre.
Amen

528 - La pace

Possa oggi esserci la pace.

Possa tu avere fiducia nelle tue possibilità
che tu sia esattamente dove avresti voluto essere.
Possa tu non dimenticare le infinite possibilità che nascono dalla fede.
Possa tu usare questi doni che hai ricevuto
e trasmettere l'amore che ti è stato donato....
Sii contento di sapere di essere figlio di Dio....
Sia questa presenza fissata nelle tue ossa,
e permetti alla tua anima di essere libera di cantare, ballare, glorificare e amare.
Sia così per ognuno di voi.


Preghiera di Santa Teresa

domenica 10 gennaio 2010

527 - Consigli sulla lotta spirituale

« Figlia Mia, voglio istruirti sulla lotta spirituale:


1. Non confidare mai in te stessa, ma affidati completamente alla Mia volontà.
2. Nell'abbandono, nelle tenebre e nei dubbi di ogni genere ricorri a Me ed al tuo direttore spirituale, che ti risponderà sempre a Mio nome.
3. Non metterti a discutere con nessuna tentazione, chiuditi subito nel Mio Cuore ed alla prima occasione rivelala al confessore.
4. Metti l'amor proprio all'ultimo posto, in modo che non contamini le tue azioni.
5. Sopporta te stessa con molta pazienza.
6. Non trascurare le mortificazioni interiori.
7. Giustifica sempre dentro di te l'opinione dei superiori e del confessore.
8. Allontanati dai mormoratori come dalla peste.
9. Lascia che gli altri si comportino come vogliono, tu comportati come voglio Io da te.
10. Osserva la regola nella maniera più fedele.
11. Dopo aver ricevuto un dispiacere, pensa a che cosa potresti fare di buono per la persona che ti ha procurato quella sofferenza.
12. Evita la dissipazione.
13. Taci quando vieni rimproverata.
14. Non domandare il parere di tutti, ma quello del tuo direttore spirituale; con lui sii sincera e semplice come una bambina.
15. Non scoraggiarti per l'ingratitudine.
16. Non indagare con curiosità sulle strade attraverso le quali ti conduco.
17. Quando la noia e lo sconforto bussano al tuo cuore, fuggi da te Stessa e nasconditi nel Mio Cuore.
18. Non aver paura della lotta; il solo coraggio spesso spaventa le tentazioni che non osano assalirci.
19. Combatti sempre con la profonda convinzione che Io sono accanto a te.
20. Non lasciarti guidare dal sentimento poiché esso non sempre è in tuo potere, ma tutto il merito sta nella volontà.
21. Sii sempre sottomessa ai superiori anche nelle più piccole cose.
22. Non t'illudo con la pace e le consolazioni; preparati a grandi battaglie.
23. Sappi che attualmente sei sulla scena dove vieni osservata dalla terra e da tutto il cielo; lotta come un valoroso combattente, in modo che Io possa concederti il premio.
24. Non aver troppa paura, poiché non sei sola

Quaderno n. 6/2 di Suor Faustina

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526 - Angelus del 10/1/2010 Battesimo di Gesù

Cari fratelli e sorelle!

Questa mattina, durante la santa Messa celebrata nella Cappella Sistina, ho amministrato il sacramento del Battesimo ad alcuni neonati. Tale consuetudine è legata alla festa del Battesimo del Signore, con la quale si conclude il tempo liturgico del Natale. Il Battesimo suggerisce molto bene il senso globale delle Festività natalizie, nelle quali il tema del diventare figli di Dio grazie alla venuta del Figlio unigenito nella nostra umanità costituisce un elemento dominante. Egli si è fatto uomo perché noi possiamo diventare figli di Dio. Dio è nato perché noi possiamo rinascere. Questi concetti ritornano continuamente nei testi liturgici natalizi e costituiscono un entusiasmante motivo di riflessione e di speranza. Pensiamo a ciò che scrive san Paolo ai Galati: "Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli" (Gal 4,4-5); o ancora san Giovanni nel Prologo del suo Vangelo: "A quanti l’hanno accolto / ha dato potere di diventare figli di Dio" (Gv 1,12). Questo stupendo mistero che è la nostra "seconda nascita" – la rinascita di un essere umano dall’"alto", da Dio (cfr Gv 3,1-8) – si realizza e si riassume nel segno sacramentale del Battesimo.
Con tale sacramento l’uomo diventa realmente figlio, figlio di Dio. Da allora, il fine della sua esistenza consiste nel raggiungere in modo libero e consapevole ciò che fin dall’inizio è la destinazione dell’uomo. "Diventa ciò che sei" – rappresenta il principio educativo di base della persona umana redenta dalla grazia. Tale principio ha molte analogie con la crescita umana, dove il rapporto dei genitori con i figli passa, attraverso distacchi e crisi, dalla dipendenza totale alla consapevolezza di essere figli, alla riconoscenza per il dono della vita ricevuta e alla maturità e alla capacità di donare la vita. Generato dal Battesimo a vita nuova, anche il cristiano inizia il suo cammino di crescita nella fede che lo porterà ad invocare consapevolmente Dio come "Abbà – Padre", a rivolgersi a Lui con gratitudine e a vivere la gioia di essere suo figlio.
Dal Battesimo deriva anche un modello di società: quella dei fratelli. La fraternità non si può stabilire mediante un’ideologia, tanto meno per decreto di un qualsiasi potere costituito. Ci si riconosce fratelli a partire dall’umile ma profonda consapevolezza del proprio essere figli dell’unico Padre celeste. Come cristiani, grazie allo Spirito Santo ricevuto nel Battesimo, abbiamo in sorte il dono e l’impegno di vivere da figli di Dio e da fratelli, per essere come "lievito" di un’umanità nuova, solidale e ricca di pace e di speranza. In questo ci aiuta la consapevolezza di avere, oltre che un Padre nei cieli, anche una madre, la Chiesa, di cui la Vergine Maria è il perenne modello. A lei affidiamo i bambini neo-battezzati e le loro famiglie, e chiediamo per tutti la gioia di rinascere ogni giorno "dall’alto", dall’amore di Dio, che ci rende suoi figli e fratelli tra noi.


DOPO L’ANGELUS
Due fatti hanno attirato, in modo particolare, la mia attenzione in questi ultimi giorni: il caso della condizione dei migranti, che cercano una vita migliore in Paesi che hanno bisogno, per diversi motivi, della loro presenza, e le situazioni conflittuali, in varie parti del mondo, in cui i cristiani sono oggetto di attacchi, anche violenti.

Bisogna ripartire dal cuore del problema! Bisogna ripartire dal significato della persona! Un immigrato è un essere umano, differente per provenienza, cultura, e tradizioni, ma è una persona da rispettare e con diritti e doveri, in particolare, nell’ambito del lavoro, dove è più facile la tentazione dello sfruttamento, ma anche nell’ambito delle condizioni concrete di vita. La violenza non deve essere mai per nessuno la via per risolvere le difficoltà. Il problema è anzitutto umano! Invito, a guardare il volto dell’altro e a scoprire che egli ha un’anima, una storia e una vita: è una persona e Dio lo ama come ama me.
Vorrei fare simili considerazioni per ciò che riguarda l’uomo nella sua diversità religiosa. La violenza verso i cristiani in alcuni Paesi ha suscitato lo sdegno di molti, anche perché si è manifestata nei giorni più sacri della tradizione cristiana. Occorre che le Istituzioni sia politiche, sia religiose non vengano meno – lo ribadisco – alle proprie responsabilità.
Non può esserci violenza nel nome di Dio, né si può pensare di onorarlo offendendo la dignità e la libertà dei propri simili.
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sabato 9 gennaio 2010

525 - Piccoli per amore!

Romani 13, 16
«Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un'idea troppo alta di voi stessi.»

Isaia 66, 1
«Su chi volgerò lo sguardo? Sull'umile e su chi ha lo spirito contrito e su chi teme la mia parola.»


Filippesi 2, 2-5
«Rendete piena la mia gioia con l'unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti. Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso, senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù.»


Salmi 131
«Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, superio ri alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua
madre, come un bimbo svezzato è l'anima mia.»
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venerdì 8 gennaio 2010

524 - Ama la vita

Ama la vita così com'è

Amala pienamente,senza pretese;
Amala quando ti amano o quando ti odiano,
Amala quando nessuno ti capisce, o quando tutti ti comprendono.
Amala quando tutti ti abbandonano, o quando ti esaltano come un re.
Amala quando ti rubano tutto, o quando te lo regalano.
Amala quando ha senso o quando sembra non averlo nemmeno un pò.
Amala nella piena felicità, o nella solitudine assoluta.
Amala quando sei forte, o quando ti senti debole.
Amala quando hai paura, o quando hai una montagna di coraggio.


Amala non soltanto per i grandi piaceri e le enormi soddisfazioni;
amala anche per le piccolissime gioie.


Amala seppure non ti dà ciò che potrebbe, amala anche se non è come la vorresti.
Amala ogni volta che nasci ed ogni volta che stai per morire.
Ma non amare mai senza amore.
Non vivere mai senza vita!


Madre Teresa di Calcutta
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523 - Misericordia


Con la tua misericordia mitighi la giustizia; per misericordia ci hai lavati nel Sangue; per misericordia volesti conversare con le tue creature. O pazzo d’amore!

Santa Caterina da Siena

522 - La meditazione


Quando noi pensiamo alle cose divine non per apprenderle, ma per innamorarci di esse, allora possiamo dire di fare meditazione, nella quale il nostro spirito come un'ape sacra, vola qua e là sopra i misteri della fede per estrarne il miele del divino amore.

(S. Francesco di Sales)
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mercoledì 6 gennaio 2010

521 - Tre pensieri

Chi medita cerca di conoscere i suoi difetti, tenta di correggerli e si modera negli impulsi

La sorte delle anime elette è il patire

La fede anche noi guida, e noi dietro il suo lume sicuri seguiamo il cammino che ci conduce a Dio, alla sua patria, come i santi magi guidati dalla stella, simbolo di fede, giungono al luogo indicato
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lunedì 4 gennaio 2010

520 - Mio Dio, Trinità che adoro



Mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi interamente per fissarmi in Te, immobile e tranquilla come se la mia anima fosse già nell' Eternità.
Niente possa turbare la mia pace né trarmi fuori di Te, o mio Immutabile; ma che ogni istante mi immerga sempre più nella profondità del Tuo Mistero.
Pacifica l' anima mia, rendila Tuo Cielo, Tua dimora prediletta e luogo del Tuo riposo. Che io non Ti lasci mai solo, ma Ti sia presente, con fede viva, immersa nell' adorazione, piamente abbandonata alla Tua Azione Creatrice.
Gesù, mio Diletto, Crocifisso per Amore, io vorrei coprirTi di Gloria, vorrei amarTi fino a morire. Ma sento la mia impotenza e Ti chiedo di rivestirmi di Te, di identificare la mia anima a tutti i movimenti della Tua Anima, di sommergermi, di invadermi, di sostituirTi a me, affinché la mia vita sia un riflesso della Tua Vita. Vieni in me come Adoratore, come Riparatore, come Salvatore.

O Verbo Eterno, Parola del mio Dio, voglio passar la mia vita ad ascoltarTi. Voglio rendermi docile ai Tuoi Insegnamenti per imparare tutto da Te: e poi, nelle tenebre dello spirito, nel vuoto, nell' impotenza, voglio fissare lo sguardo in Te e restare nella Luce del Tuo Splendore.
O mio Astro Adorato, affascinami, affinché io non possa mai più sottrarmi dalla Tua Luce.
O Fuoco Divorante, Spirito D' Amore, sopravvieni in me, affinché si faccia nella mia anima come una Nuova Incarnazione del Verbo, ed io Gli sia un' umanità aggiunta in cui Egli rinnovi il Suo Mistero.
E Tu, o Padre, degnati di curvarti verso la Tua povera creatura, e vedi in essa solo il Diletto in cui hai messo tutte la Tue Compiacenze.
O miei Tre, mio Tutto, mia Beatitudine, Solitudine Infinita, Immensità in cui mi perdo, io mi dò a Voi come una preda: immergetevi in me, affinché io mi immerga in Voi, aspettando di venire a contemplare nella Vostra Luce l' Abisso delle Vostre Grandezze.

Preghiera di Beata Sr.Elisabetta della SS Trinità
)

domenica 3 gennaio 2010

519 - Angelus del 3/1/2010

Cari fratelli e sorelle!

In questa Domenica – seconda dopo il Natale e prima del nuovo anno – sono lieto di rinnovare a tutti il mio augurio di ogni bene nel Signore! I problemi non mancano, nella Chiesa e nel mondo, come pure nella vita quotidiana delle famiglie.
Ma, grazie a Dio, la nostra speranza non fa conto su improbabili pronostici e nemmeno sulle previsioni economiche, pur importanti. La nostra speranza è in Dio, non nel senso di una generica religiosità, o di un fatalismo ammantato di fede. Noi confidiamo nel Dio che in Gesù Cristo ha rivelato in modo compiuto e definitivo la sua volontà di stare con l’uomo, di condividere la sua storia, per guidarci tutti al suo Regno di amore e di vita. E questa grande speranza anima e talvolta corregge le nostre speranze umane.
Di tale rivelazione ci parlano oggi, nella Liturgia eucaristica, tre letture bibliche di straordinaria ricchezza: il capitolo 24 del Libro del Siracide, l’inno che apre la Lettera agli Efesini di san Paolo e il prologo del Vangelo di Giovanni.
Questi testi affermano che Dio è non soltanto creatore dell’universo – aspetto comune anche ad altre religioni – ma che è Padre, che "ci ha scelti prima della creazione del mondo … predestinandoci ad essere per lui figli adottivi" (Ef 1,4-5) e che per questo è arrivato fino al punto inconcepibile di farsi uomo: "il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14).
Il mistero dell’Incarnazione della Parola di Dio è stato preparato nell’Antico Testamento, in particolare là dove la Sapienza divina si identifica con la Legge mosaica. Afferma infatti la stessa Sapienza: "Il creatore dell’universo mi fece piantare la tenda e mi disse: «Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele»" (Sir 24,8). In Gesù Cristo, la Legge di Dio si è fatta testimonianza vivente, scritta nel cuore di un uomo in cui, per l’azione dello Spirito Santo, è presente corporalmente tutta la pienezza della divinità (cfr Col 2,9).
Cari amici, questa è la vera ragione di speranza dell’umanità: la storia ha un senso, perché è "abitata" dalla Sapienza di Dio. E tuttavia, il disegno divino non si compie automaticamente, perché è un progetto d’amore, e l’amore genera libertà e chiede libertà. Il Regno di Dio viene certamente, anzi, è già presente nella storia e, grazie alla venuta di Cristo, ha già vinto la forza negativa del maligno. Ma ogni uomo e donna è responsabile di accoglierlo nella propria vita, giorno per giorno.
Perciò, anche il 2010 sarà più o meno "buono" nella misura in cui ciascuno, secondo le proprie responsabilità, saprà collaborare con la grazia di Dio.
Rivolgiamoci dunque alla Vergine Maria, per imparare da Lei questo atteggiamento spirituale. Il Figlio di Dio ha preso carne da Lei non senza il suo consenso.
Ogni volta che il Signore vuole fare un passo avanti, insieme con noi, verso la "terra promessa", bussa prima al nostro cuore, attende, per così dire, il nostro "sì", nelle piccole come nelle grandi scelte.
Ci aiuti Maria ad accogliere sempre la volontà di Dio, con umiltà e coraggio, perché anche le prove e le sofferenze della vita cooperino ad affrettare la venuta del suo Regno di giustizia e di pace.
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Medaglia di San Benedetto