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martedì 8 settembre 2009

433 - Il cuore dell'uomo senza Dio è il “deserto più profondo”

Gesù vuole “vincere nell’uomo la solitudine e l’incomunicabilità create dall’egoismo”

VITERBO, domenica, 6 settembre 2009 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha affermato questa domenica che “il deserto più profondo” è il cuore umano quando non si relaziona con Dio e con il prossimo.
“Si diventa allora ciechi perché incapaci di vedere la realtà – ha detto il Papa durante la Messa sulla spianata di Valle Faul a Viterbo –; si chiudono gli orecchi per non ascoltare il grido di chi implora aiuto; si indurisce il cuore nell’indifferenza e nell’egoismo”.
Il "deserto", ha spiegato il Pontefice, “può evocare gli eventi drammatici, le situazioni difficili e la solitudine che segna non raramente la vita; il deserto più profondo è il cuore umano, quando perde la capacità di ascoltare, di parlare, di comunicare con Dio e con gli altri”.
Benedetto XVI ha quindi fatto riferimento al brano evangelico di San Marco letto durante la messa di questa domenica e che narra della guarigione del sordomuto, per spiegare che “l’ardente desiderio di Gesù” è quello “di vincere nell’uomo la solitudine e l’incomunicabilità create dall’egoismo, per dare volto ad una 'nuova umanità', l’umanità dell’ascolto e della parola, del dialogo, della comunicazione, della comunione con Dio”.
Questa “umanità buona”, ha concluso, è “una umanità senza discriminazioni, senza esclusioni così che il mondo sia veramente e per tutti 'campo di genuina fraternità' nell'apertura e nell'amore per il Padre comune che ci ha creato e ci ha fatto i suoi figli e le sue figlie”.
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