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domenica 28 giugno 2009

300 - Storia e tradizione del Santo Volto


Le generazioni cristiane hanno provato sem­pre un vivo desiderio di conoscere i linea­menti del Volto di Gesù di cui il Vangelo non dice nulla ed è per questo che sin dai primi seco­li sono circolate immagini di Gesù fatte passare per autentiche.
Si arrivò a personificare l'imma­gine nella ben nota Veronica (vera imago), di cui si fa cenno nei vangeli apocrifi del II secolo. Nel­l'alto Medioevo, le più celebri «acheropite» (immagini non fatte da mano d'uomo), sono quelle di Edessa e di Kamulia di Cappadocia, la prima della quali passò come eseguita dallo stes­so Maestro che l'avrebbe inviata al re Abgar Ukkama, con una sua lettera.
Nel secolo IX già si parla dell'immagine del Vol­to di Cristo esistente in San Píetro.
Il culto al san­to Volto dall'Oriente passò in Occidente e nel XIII secolo si hanno nuclei di pittori "Pictores Veronicarum" che si dedicano a raffigurare, qua­si esclusivamente, immagini di Gesù. Tra i volti celebri o «Veroniche» ricordiamo il Volto santo di Genova, di Laon in Francia, i due santi Volti pre­senti in San Pietro, quello di Manoppello, quello di Lucca e naturalmente quello della Sindone di Torino, al quale viene dato particolare risalto, specialmente da quando il Pia, nello sviluppare una fotografia che fece alla Sindone nell'osten­sione del 1898, ebbe la sorpresa di trovarsi di fronte a una mirabile immagine del Corpo e soprattutto del Volto di Cristo. Fu una stupenda scoperta confermata una trentina d'anni dopo con le fotografie di Enrie.
Inoltre il Volto della Sindone è il solo ad avere una valida garanzia storica. Per quanto le acheropite e le loro leggende, meritino rispetto e considerazione e l'immagine del Volto di Gesù della Sindone sia convalidata da prove scientifiche di valore, siamo convinti che Gesù intese lasciare la sua immagine, non alla constatazione sensoriale, ma alla realtà della fede e della devozione del credente.
I discepoli di Emmaus riconobbero Gesù, non perché videro il suo Volto, ma credendo alle sue parole ed osservandolo nel gesto misterioso del­lo spezzare il pane. Gli undici del Cenacolo, anch'essi videro il suo Volto, ma credettero solo quando si piegarono alle sue divine affermazio­ni. Pietro e la Maddalena credettero, ma unica­mente alla esperienza del cuore che aprì alla fede in lui Redentore e Salvatore. Fu così anche per Paolo di Tarso che, accettando la rivelazione, entrò nell'ambito della fede e si sottomise alle sue ingiunzioni.
La Chiesa di tutti i tempi vide realmente il Volto di Gesù, ma attraverso la fede nella sua parola, così da incontrarlo in tutti gli uomini. Gesù stesso insegnò dove incontrarlo e vederlo: "Quello che avrete fatto ad uno di questi piccoli, lo avrete fatto a me...; Ero affamato ed asseta­to e voi mi siete venuti incontro... Ero malato e carce­rato e voi siete venuti a visitarmi... Ero ignudo e pel­legrino e voi mi avete accolto".Sta qui la vera imago, la Veronica più vera, l'a­cheropita non fatta da mano d'uomo. E qui Gesù vuole che lo si incontri. Una tale realtà non tolse ai fedeli di continuare a guardare al Volto fisico di Gesù, trovandovi un particolare riferimento di estasi contemplativa ed in essa uno stimolo alla propria ascesi, pas­sando a vederLo come forza dinamica per un movimento comunitario ed ecclesiale alla stessa maniera della devozione al Sacro Cuore, per la offerta di riparazione e per l'apostolato, in una più accentuata riscoperta Cristo-antropologica.
Su questa linea è possibile incontrarsi con Santa Teresa d'Avila che avendo visto il Volto di Gesù, se ne sentì talmente invaghita che ogni attrazio­ne terrena crollò intorno a sé; con Santa Teresa di Lisieux che nel Volto divino di Gesù trovò la sua "sola patria"; con Suor Maria di San Pietro, reli­giosa nel Carmelo di Tours, che si consacrò al culto riparatore al Santo Volto; con il ven. Leone Dupont che fece del Volto di Gesù il suo criterio più valido di apostolato; con Madre Pierina de Micheli che al Volto di Gesù polarizzò ogni altra manifestazione di culto; con il card. Ildefonso Schuster che al Volto di Gesù dedicò nel 1936 una particolare chiesa a Milano; con il benedetti­no Ildebrando Gregori che fondò la Congrega­zione delle Suore Benedettine Riparatrici del Santo Volto di Nostro Signore Gesù Cristo; con Madre M. Pia Mastena, fondatrice dell'Istituto delle Religiose del Santo Volto.

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3 commenti:

  1. Se fosse come tu dici, non troveremmo scritto nei Salmi: Signore, mostraci il tuo Volto e saremo salvi!
    Il corpo di Cristo è risorto e non ha conosciuto corruzione. Per cui la sua figura esiste sia in cielo che in terra ed è vera luce per i nostri occhi perché ci proviene solo da Lui "basta solo andarlo a cercare nel Volto Santo di Manoppello e nella S. Sindone".
    Quando Gesù predicava agli apostoli, non faceva altro che farsi contemplare da loro. La nostra salvezza, quindi, è nel S.S. Corpo Eucaristico perché Esso è pane di vita eterna, ma stà anche nel contemplare il Santo Volto di Cristo Gesù, perché lì è impresso la luce della sua grazia, la luce della sua misericordia e la luce della sua potenza.
    Nell'episodio del cenacolo, il Signore ha stretto con l'uomo il patto della nuova alleanza,
    e pertanto permette sempre che il suo Volto Glorioso sia contemplato anche qui sulla terra.
    Per favore, quindi, smettetela di mostrarci il Volto di Gesù della S.Sindone da morto con gli occhi chiusi: il suo volto invece è di una persona viva, perché è relativa all'immagine che si era impressa sul sudario nel lampo della resurrezione.
    Antonio Teseo

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    1. E' un po' tardi per risponderti, caro Antonio, ma solo oggi, 2 febbraio 2012, io leggo questo tuo commento. Voglio raccontarti un'esperienza personale. Nella chiesa di Regina Pacis, a Reggio Emilia, due anni fa venne fratel Franco con una copia della S.Sindone. Da anni questo monaco porta ovunque l'immagine della Sindone, perchè essa è più la dimostrazione della Resurrezione che non della morte di Gesù: infatti, l'immagine impressa sul telo è come il risultato di un 'flash', di una forma di energia potente che ha come 'fotografato'chi vi stava dentro. Ma nel corso della contemplazione, mentre fratel Franco pregava e poi parlava cercando di guidarci, successe una cosa incredibile: quell'immagine cominciò a cambiare davanti ai miei occhi stupiti. Non potevo crederci: i lineamenti cambiavano, si trasformavano e mi mostravano un Cristo VIVO! Non sto qui a descrivere ciò che quella trasformazione suscitò in me. Questa mia testimonianza vuole solo esprimere gratitudine per il dono che Dio ha voluto farci lasciandoci, di Sè, un'immagine concreta, autentica, reale! Quando la contempliamo, la Sua grazia accompagna i nostri occhi e ci mostra assai più di un volto d'uomo; ci permette di conoscere più profondamente il Figlio di Dio.

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  2. Sono il curatore del blog e, purtroppo, non saprei come fare a rintracciare il sig. Antonio Teseo. La ringrazio comunque per la sua testimonianza che, da "reggiano in trasferta" mi ha colpito particolarmente. Un caro saluto e spero poterla sentire nuovamente.

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